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  • Carpimania: Castori, spiegaci, perchè?
Carpimania: Castori, spiegaci, perchè?

Carpimania: Castori, spiegaci, perchè?

  • Gabriele Pasca
Ripetersi spiace sempre, a maggior ragione quando le parole spese, troppo spesso, sono tutt’altro che incensanti: nei confronti di un singolo giocatore, di una certa mentalità e, da qualche giornata a questa parte, anche verso un tecnico, forse, troppo ostinatamente caparbio. Purtroppo quando la classifica sentenzia il penultimo posto, ad undici giornate dalla fine, i pareggi sono molto prossimi alle sconfitte, sia in termini di morale resa, che dal punto di vista matematico. Ciononostante il Carpi è sembrato accontentarsi, forse più di un’Atalanta spenta, troppo lontana dai tempi che furono ma anche, semplicemente, da quella vista nel girone di andata.

Lo dicevano in tanti, qualcuno persino andando incontro al dileggio, “non si vince sempre con il cuore”. Certo, la fame di vittoria è elemento corroborante, senza dubbio, ma ad accompagnarla devono esserci delle certezze, alle quali potersi affidare senza remore o rimpianti. Castori, in tutto ciò, sembra aver trovato le sue certezze in Jerry Mbakogu, titolare indiscusso e indiscutibile, verrebbe da dire, data la difesa oltranzista che il tecnico marchigiano porta all’attenzione della stampa nella disamina post partita. Eppure, motivi concreti utili a far cambiare idea ai tanti scettici, non se ne sono visti e, salvo miracolose esplosioni nelle ultime giornate, le realizzazioni parlano per lui: un gol, su rigore, in sedici partite. È ora, quindi, che Castori spieghi a tutti il perché. Perché Zaccardo resta in panchina a prender muffa. Perché sacrificare sempre un talento, spesso “indigesto”, come Lasagna. Perché questo bisogno di stupire tutti, con una formazione sempre più imprevedibile. I tifosi sognano qualcuno che li prenda per mano e, come Cremonini, gli canti un rassicurante “vieni a vedere perché”, che vada oltre il classico “ho ritenuto”, “secondo me”, “in quel momento ho pensato”. I tifosi, in fin dei conti, si aspettano anche la retrocessione, ma con una squadra di leoni, che fino all’ultimo non ha concesso niente. Ad oggi hanno tutti i motivi per essere delusi, domani chissà…

Ora ci attende il Bologna, a Bologna, che in casa non perde dal 10 gennaio scorso e che ha definitivamente archiviato la pratica salvezza già da un pezzo, fiera del suo posto da metà classifica, appena sotto le grandi. Servirà l’impresa per tentare di arginare una formazione sempre in crescita e sempre affamata. Con la speranza che l’aria da derby, seppur poco sentito, faccia bene a tutti, tecnico in testa.

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