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  • Carpimania: non si può vincere solo con il cuore

    Carpimania: non si può vincere solo con il cuore

    • Gabriele Pasca
    Il Carpi si accontenta del pareggio in terra granata o, meglio, lo difende con le unghie, le unghie di Vid Belec, da alcune settimane migliore in campo per la formazione di Castori. Pochi spunti e troppo immobilismo sono state le chiavi fondamentali di una partita tutt’altro che esaltante. Il momento del Torino è quello che è, poco entusiasmante anche lui, per intenderci. Proprio per questo motivo, dirigenza, staff tecnico e giocatori, avevano premuto molto sull’aspetto emotivo di una partita tanto delicata: insomma, sembrava proprio a portata di mano. Eppure, è stato quello che è stato. Il ritorno al passato non ha premiato Castori, reo, secondo alcuni, di dare troppo risalto al giovane (ormai ex) bomber nigeriano Jerry Mbakogu.

    I moduli cambiano, così come i titolari, molto spesso, ma le certezze del tecnico marchigiano sembrano essere sempre quelle: lui proprio non ci crede che Mbakogu sia davvero questo. Magari aspetta ancora che quel baco svesta i panni sgraziati di larva e si tramuti presto in una splendida farfalla. Intendiamoci, la crescita c’è stata, già a partire dalla sfida del Franchi; è il ritmo a non convincere: il tempo è poco e non c’è più tempo per la formazione. Questo sarebbe tempo di gol, di vacche grasse, e la generosità di un giocatore duttile, in grado anche di tornare a dare una mano in zona difensiva, non può più essere considerata costruttiva. Difesa ben piazzata e ripartenze rapide dovrebbero essere la risposta urlata in faccia a degli avversari troppo meglio attrezzati. Eppure i minuti sembrano passare tra calcoli e timori, con palloni sempre poco graffianti, sempre troppo lenti, sempre uguali. E pensare che si potrebbe uscire dal pantano; Castori potrebbe prendere esempio da altri colleghi, in grado di dimostrare che non esistono sentimenti di riconoscenza che tengano, di fronte alla fame di punti e al desiderio di salvezza. Naturalmente con modi più garbati e meno bruschi, ma il non partire titolare sembra tutt’altro che un affronto, specie quando la media realizzativa e molto prossima allo zero.

    Domenica si ritorna a casa, dove l’Atalanta di Reja tenterà di conquistare i primi tre punti del 2016. Sì, perché i bergamaschi non vincono dal quel 3-0 inflitto al Palermo il 6 dicembre dell’anno scorso. Insomma, le sfide tranquille da metà classifica sono ben lontane; ora il cammino è tempestato di squadre tutt’altro che paghe di risultati. La differenza tra la saccoccia vuota ed il colpaccio non la farà più il cuore, quanto l’assetto in campo e la mentalità giusta.

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