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  • Carpimania: 'paura e delirio a San Siro'

    Carpimania: 'paura e delirio a San Siro'

    • Gabriele Pasca
    L’Inter ci ricasca, per la seconda volta consecutiva, in casa. Sembra proprio che le emiliane, quest’anno, non portino bene ai neroazzurri. Naturalmente il Carpi non fa troppi complimenti e grazie a Kevin Lasagna strappa, alla Scala di Milano, un punticino niente male. Sfortuna nella fortuna, però, la vittoria del Palermo e il pari di Frosinone e Verona, entusiasmi a parte, lasciano sostanzialmente invariata la parte bassa della classifica. Meglio che niente, comunque, considerate le campane a morte che negli scorsi giorni rintoccavano il funerale di un Carpi dato già per spacciato.

    E invece i biancorossi sembrano tutt’altro che morti, anzi, oggi hanno dato l’impressione opposta: un organico frizzante e per nulla rassegnato, schierato contro un’Inter pasticciona, senza mordente e votata all’autolesionismo. Quindi, a conti fatti, quelli che oggi si propongono agli occhi dei commentatori, sono solo meriti; i demeriti, pochi e comprensibili, passano in secondo piano. Tutto è sembrato aver funzionato, alla perfezione: partendo, come sempre, dalla porta di Vid Belec, che a San Siro è di casa, e chissà se Mancini, dopo la gara di oggi, non andrà a chiedere il rientro a fine stagione per l’estremo difensore sloveno. Anche i nuovi arrivati hanno dimostrato di non esser lì per caso. Naturalmente il grosso del gioco lo ha fatto Mbakogu, sempre più in ripresa dopo una prima parentesi di campionato cupa. È stato lui, per primo, a cercare il gol in ogni modo e, per qualche decimo di secondo, prima del fischio di Gervasoni, è stato lui ad infiammare il centinaio di tifosi carpigiani accorsi al Meazza con quello che sarebbe stato un clamoroso (e forse meritato) vantaggio. E si potrebbe anche parlare di qualche episodio dubbio, tipo il gol annullato, appunto, o la mano, forse leggermente più larga del consentito, di Murillo. Servirebbe a poco, però, se non a rovinare la festa di una squadra sempre meno rassegnata all’idea di dover ritornare in serie B.

    Si dovrà concludere domani, però, il momento dei bagordi, perché tempo cinque giorni e a Modena arriverà una delle dirette sfidanti della squadra di Fabrizio Castori: quel Palermo che oggi, come detto, ha rispedito a casa i friulani dell’Udinese con tre gol di scarto. Niente calcoli, dunque. La strada e ancora lunga e, certamente, in salita. Se lo spirito resta questo, però, non ci saranno piani già scritti.

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