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  • Carpimania: Romairone boccia Sogliano e riporta in voga il 'vintage'

    Carpimania: Romairone boccia Sogliano e riporta in voga il 'vintage'

    • Gabriele Pasca
    Lo scorso Calciomercato fu all’insegna del cambiamento, lo ricorderanno gli aficionados carpigiani. La situazione era completamente diversa, a partire dal Direttore Sportivo, allora Sean Sogliano, ora in forza al Genoa. Diverso era anche il peso specifico di Fabrizio Castori: fonti interne lo vedevano dimissionario già all’indomani dell’insediamento del nuovo DS; il perché lo si può ben immaginare: la rosa che avrebbe esordito da lì a poco in serie A contro la Sampdoria non aveva nulla a che vedere con quel gruppo di ragazzi semisconosciuti, con il grande merito di aver vinto senza troppi patemi il campionato cadetto. Poi, la storia è nota a tutti, esoneri, cambi di rotta, fino alla svolta conclusiva: in panchina ritorna Castori e, insieme a lui, Romairone sistema gli scatoloni in via Karl Marx, sullo scranno tecnicamente più importante, lasciato ancora caldo da Sogliano. Non tanto il nome, semisconosciuto anche lui, ex “allievo” dello stesso Castori, quanto il modo, fecero capire fin da subito che la prima occasione utile sarebbe stata quella della svolta, o della contro svolta, se vogliamo. “Bisogna ritornare alle origini”, ripetevano tutti, come un mantra, come la presa di coscienza di chi dalla serie A, forse, si era lasciato stordire, abbagliare: dai nomi eclatanti, dai cambi repentini, insomma, il classico copione delle comparse. Ma il Carpi proprio non si rassegna e, visti gli ultimi risultati, non gli si può dare torto.

    Borriello, naturalmente, ha attirato l’attenzione di quasi tutti i media, e non solo: le critiche sono piovute quasi unanimi dalla tifoseria, “come si può rinunciare ad un bomber così?”, domanda tutt’altro che stupida che, però, trova risposta nella striscia di risultati utili consecutivi, alcuni insperati (vedi l’Inter). Lì il bomber non c’era. Non c’era neppure Matos. Otto giocatori su undici erano in campo anche in serie B. Quindi, in fin dei conti, l’intuizione del “tandem” Castori-Romairone (in ordine di importanza, quantomeno su scelte di mercato) era giusta, è giusta. Ricostruire il glorioso Carpi, quello immortale, è l’unica soluzione per sognare ancora la permanenza nella massima serie.

    Quindi, senza indugi, via con le partenze: Borriello fa i bagagli, sconsolato, direzione Bergamo. Giocatori del suo calibro, in squadre così piccole, sono abituati solo alle riverenze, figurarsi lo sconforto nel finire fuori rosa. Ryder Matos, suo compagno di avventura e vicino di ruolo, si trasferisce in Friuli. Naturalmente la riconoscenza verso questi due signori dev’essere d’obbligo: hanno fatto tanto e hanno dato tanto; ora, però, il progetto è diverso. E, comunque, le note dolenti si fermano qui, perché probabilmente nessuno avrà provato dispiacere per la cessione di giocatori del calibro di Wilzcek, ex bomber mai sbocciato (anche per i pochi minuti nelle gambe, va detto), o di Gino, annunciato con le trombe ma con soli novanta minuti contro il Vicenza, e non “di puro godimento”, diciamolo. Vanno via, poi, anche Benussi (p Vicenza), Spolli (d Chievo), Gabriel Silva (d Genoa), Wallace (d Gremio), Bubnjc (d Udinese), Iniguez (c Udinese), Marrone (c Verona), Lazzari (c Bari). Insomma, togliendo dal calcolo Gabriel Siva, autore di prestazioni interessanti in campionato, le altre non sono sembrate delle stelle lucenti, anzi.

    Il capitolo più dolce, però, è riservato agli arrivi, alcuni graditissimi, specie dal punto di vista affettivo: torna Porcari, l’ex capitano. La sua cessione al Bari aveva provocato non poca rabbia e Romairone ha pensato bene di porre rimedio a quella che sembrava, più che una cessione, una vera e propria presa di potere, una dimostrazione sciocca, in stile “qui comando io”, messa in atto dall’ex Sogliano. Tornano anche Colombi, Suagher e Poli, il primo portiere, i secondi difensori: era stato proprio Poli, già esordiente nella partita contro il Palermo, a dichiarare quanto sentisse sua questa promozione. Non solo ritorni, però, anche nuovi innesti, ma “sempre adatti al progetto Carpi” ci tiene a precisare il DS: Mancosu ha già avuto modo di dimostrare il suo talento, così come Crimi e Daprelà. Di alcuni non possiamo ancora “proferir parola”, ma le premesse ci sono tutte: Simone Verdi (ex Milan) era un talento ambito da molti, un giovane molto promettente; un po’ meno giovane lo è Jonathan De Guzman, centrocampista in prestito dal Napoli: qui alcuni vedono uno zuccherino dato al Carpi dall’ex Giuntoli, in vista di un futuro accordo per il cartellino di Letizia. Il cinismo, però, teniamolo da parte, almeno per ora. Completano il tabellino dei nuovi entrati l’ex Bari Sabelli e il centrocampista classe ’93 Eddy Gnahore, sempre in prestito dal Napoli.

    Ora, l’ultimo giudizio su questo mercato “di riparazione” spetta al campo e, già da domani, potremmo avere qualche risposta. A molti piace questo “nuovo” Carpi, anzi, questo Carpi vintage, che col pensiero ci riporta a quelle imprese ancora stampate nella memoria di ogni sincero amante del calcio. Chissà, se l’ambizione genuina di un progetto più che originale non incontrerà anche il placet della sorte. Le buona volontà sembra esserci tutta.

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