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  • Caso Marquinho, Roma contro se stessa

    Caso Marquinho, Roma contro se stessa

    • Valerio Nasetti

    Ormai è una costante. Quando si avvicina la sfida contro la Fiorentina in Toscana, i giocatori della Roma si innervosiscono. Marquinho, un anno dopo di Osvaldo. Nel dicembre 2011 l'attaccante italo-argentino fu ‘squalificato’ per una giornata dal club giallorosso, che attuò la richiesta dell'allenatore Luis Enrique. Osvaldo era colpevole di aver infranto il codice etico per aver colpito Lamela con un pugno negli spogliatoi di Udine, al termine della partita persa per 2-0. L'attaccante successivamente si allenò tutta la settimana con il gruppo, chiese scusa dai compagni - che lo perdonarono -, ma ciò non gli valse il reintegro in tempo utile per la partita del 'Franchi'. La Roma venne sconfitta 3-0 e finì il match in otto uomini.

    A distanza di un anno, la situazione si sta ripetendo in maniera simile. Marquinho, in procinto di passare al Gremio, gioca dal primo minuto a Catania, sostituendo l'infortunato dell'ultima ora Totti. Il brasiliano disputa settanta minuti e quando Zeman decide di tirarlo fuori dalla contesa, il giocatore esce insultando il 'vice-allenatore' Cangelosi. Cambiano gli allenatori, ma la sanzione è la stessa. Zeman lo esclude dai convocati della Coppa Italia, nonostante la grande emergenza in attacco e sulle fasce. Infatti, Marquinho domani sarebbe potuto confermarsi titolare, considerate le assenze di Lamela, Osvaldo, Totti e le condizioni precarie di Piris, Balzaretti e Dodò. Ma la Roma nel nome della disciplina (da ricordare anche il caso De Rossi a Bergamo) fatica a comprendere che tali sanzioni rischiano di penalizzare ( e i precedenti lo dimostrano) più se stessa e i propri tifosi e poco il portafoglio dei calciatori, loro vero e unico tallone d'Achille. 

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