Calciomercato.com

  • Cassano| Talento che conosce i confini

    Cassano| Talento che conosce i confini

    Se non ora, quando? Antonio Cassano non può sempre avvalersi della facoltà di non rispondere, o rispondere sotto voce, come ha fatto mercoledì sera a Brema. Ha 28 anni e, dunque, l’età giusta per essere quello che il celeberrimo gol all’Inter indicò e il talento suggerisce. Una partita non fa primavera, anche se era cruciale per la stagione della Sampdoria, ma Antonio è il primo a sapere che non era la prima. Il quattro in pagella rilancerà il processo alle intenzioni dei ct, Lippi lapidato per averlo escluso dalla rosa mondiale, Prandelli incensato per avergli consegnato le chiavi della nuova Nazionale.


    Nessuno pretende che Cassano vinca le partite da solo: nel nostro campionato, qualche volta gli riesce, ma cos’è e quanto vale il nostro campionato, in assoluto, al netto dell’enfasi e delle strizzate d’occhio alle edicole? Un segno, almeno uno, invece sì: è giusto esigerlo. Sempre; e a maggior ragione là dove l’impegno combacia con il massimo delle ambizioni e delle difficoltà. Il confine che separa il grande giocatore da piccola squadra dal piccolo giocatore da grande squadra (o grande partita) è sottile, subdolo, in balìa di troppe pulsioni. Cassano, questo confine, lo deve ancora valicare. L’hanno bloccato alla frontiera: o meglio, si è bloccato.

    Aspettando Godot. Censurare il Cassano di Brema non significa cancellare il romanzo che, grazie ai suoi assist e ai gol di Pazzini, ha consacrato la Sampdoria. Il problema di fondo non riguarda la normalità, dalla quale è sempre scappato; coinvolge, se mai, la «diversità», con la quale spesso è sceso a patti mescolando le sue risorse e la nostra complicità. Cassano è al bivio. Non tocca a noi scrutare l’orologio, capirlo e apprezzarlo per quello che è o non è più. Tocca a lui arrivare puntuale. La stoffa non si discute; la carriera, viceversa, impone scadenze. Non è vero che tutti sono uguali; e tutte le partite, pure. Non si invocano tre gol alla volta. Basta un graffio. Per riassumere: un’emozione. Il contrario del caos calmo di mercoledì. A meno che Cassano non abbia sbagliato i conti e noi i calcoli; e il confine non sia diventato un limite. In questo caso, povero Prandelli.


    Altre Notizie