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  • Cavese| Sull'orlo del baratro?

    Cavese| Sull'orlo del baratro?

    Saltata la trattativa con Belfiore a causa del mancato pagamento degli stipendi da parte della vecchia proprietà. Ora la situazione diventa estremamente difficile. La conferenza stampa indetta dal sindaco ha il sapore dell’atto finale. L’avvocato Marco Galdi, sindaco di Cava, restituisce il titolo sportivo della Cavese nelle mani dei proprietari e lo fa esponendo alla stampa e ad alcuni tifosi accorsi nell’aula consiliare di Palazzo di Città le questioni che hanno portato a tale decisione. Una decisione che cozza con le notizie emerse nelle ultime settimane, con Enzo Belfiore prossimo a ufficializzare il passaggio di proprietà della Cavese (nella foto: lo stadio Lamberti). Ma qualcosa si è inceppato.

    Il tono dimesso con cui il sindaco apre la conferenza stampa fa temere il peggio. E l’esordio conferma: «Quella che sto per comunicarmi non è una bella notizia». Galdi spiega che, nonostante i contatti intrecciati, la situazione attuale equivale a quella iniziale: un nulla di fatto. E, mancando otto giorni alla scadenza per la presentazione delle liberatorie firmate dai calciatori, sente il «dovere di restituire il titolo alla proprietà». Motivo? Enzo Belfiore, costruttore ed editore televisivo della vicina Pagani, aveva posto un’unica condizione per l’acquisizione del club: la vecchia proprietà doveva farsi carico degli stipendi dei calciatori. A quanto si apprende dal sindaco, ciò non è stato possibile. «Della Monica ha preso contatti con i calciatori - spiega Galdi - per trovare un accordo, magari una riduzione, ma non c’è stata disponibilità e la proprietà ha comunicato di non essere in grado di ottemperare a quelle spettanze, che sono comunque dovute a dei professionisti». Inoltre, rivela che «Belfiore aveva manifestato un interesse che ci ha lasciati sorpresi, preparando nella giornata di ieri gli incartamenti per presentare la fidejussione bancaria»; una voglia che passava sopra gli atteggiamenti del gruppo Della Monica, in queste settimane sono stati tutt’altro che trasparenti. Dopo la cessione del titolo, infatti, lo stesso Della Monica aveva intrapreso contatti con imprenditori (tra cui lo stesso Belfiore) all’insaputa del sindaco; in più il debito comunicato ufficialmente s’è rivelato essere quasi doppio e, quel che lascia ancor più sconcertati è che «i libri contabili del club sono stati presentati all’imprenditore interessato soltanto due giorni fa», come conferma il sindaco.

    L’amministrazione, disposta anche a ridurre gli obblighi della Cavese verso il Comune per favorirne la sopravvivenza, getta la spugna. Quali scenari si aprono? «Non c’è molto tempo - ammette Galdi -, la palla torna a chi ci ha consegnato questa situazione, ma la proprietà dovrà fare tutti gli sforzi possibili. In più mi appello al senso di responsabilità di chi vanta crediti nei confronti della Cavese: ridurre gli oneri è più conveniente del rischio di non ottenere nulla, in caso di fallimento». Non è escluso si riesca a trovare una soluzione ma i tempi stringono e il nodo stipendi non appare di facile scioglimento. D’altronde i calciatori hanno cantato e portato la croce per l’intera stagione, ottenendo una salvezza miracolosa pur senza ricevere stipendi. Non vorremmo che la colpa di un eventuale fallimento venga attribuita a loro. I miracoli, a volte, accadono. Sta ora a Della Monica propiziarli.

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