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Ce l'ho con... Sarri, inizia ad aiutare te stesso: servono scelte nette per prendersi la Juve

Ce l'ho con... Sarri, inizia ad aiutare te stesso: servono scelte nette per prendersi la Juve

  • Andrea Distaso
    Andrea Distaso
Laddove Sarri e i suoi giocatori non sono ancora arrivati nel decifrare i problemi strutturali che attanagliano questa Juventus, in soccorso può giungere il calendario. Che offrirà alla Juventus - domenica prossima - la chance di riscattare immediatamente, contro il Brescia, la debacle di Verona e riguardare margine nei confronti delle dirette inseguitrici Inter e Lazio, che si affronteranno nel big match del prossimo turno. In un campionato finalmente aperto, anche in chiave scudetto, la psicologia farà molto e nel momento della burrasca anche questo può essere un salvagente a cui aggrapparsi.

PAROLE ALLARMANTI - Una difesa che subisce come non accadeva in passato e in situazioni di totale controllo, un attacco che è palesemente Ronaldo-dipendente: sono questi gli estremi di una Juve che non gira e che inquieta molto, anche per le allarmanti parole di Sarri nel post-gara del "Bentegodi". La richiesta di aiuto per svegliare una squadra mentalmente superficiale - un messaggio rivolto chiaramente alla società, tirata in ballo anche per un mercato poco omogeneo - suona tanto come un'ammissione di incapacità e inadeguatezza. Chi se non l'allenatore deve essere il primo a convincere lo spogliatoio di un'idea, di una filosofia di gioco e di farsi seguire come un leader?

BASTA COMPROMESSI - A chi contestava a Sarri un certo integralismo tattico nelle fasi precedenti della sua carriera, l'allenatore toscano ha risposto con un ingresso nel mondo Juve eccessivamente timido. Assolutamente in punta di piedi, troppo in punta di piedi. Il risultato è una squadra ibrida, senza un'identità definita e scelte di formazione che sembrano figlie di continui compromessi. Col risultato di scontentare tutti, Dybala e Higuain in testa. Nulla è compromesso ma, per imporsi in maniera decisa e respingere una crisi di rigetto che si sta pericolosamente palesando, l'allenatore della Juve è ora al dentro o fuori. Decida con la sua testa, investa sui giocatori più adatti per il suo modo di intendere il calcio e non guardi in faccia a nessuno. Solo così guadagnerà la completa credibilità agli occhi del gruppo e scaccerà le ombre minacciose di un principio di vera crisi.

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