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  • Cellino sbeffeggia il Milan per Tonali e ha ragione: con Galliani era tutt'altra storia

    Cellino sbeffeggia il Milan per Tonali e ha ragione: con Galliani era tutt'altra storia

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Vedo che alcuni milanisti, ispirati dai soliti “disinteressati” operatori dell’informazione, se la stanno prendendo con il presidente del Brescia Cellino per le sue dichiarazioni sul Milan nell’ambito di un’intervista sulle possibilità di cessione del gioiellino Tonali.

    Leggo di “mancanza di rispetto”, concetto che nel calcio viene estratto dal cilindro come per magia. Solo quando serve. Leggo testualmente le parole dell’ex presidente del Cagliari, che lavora nel calcio dal 1992 e che ha sempre collaborato volentieri con il Milan per esempio quando lui e Galliani hanno dato vita all’asta per Suazo facendolo strapagare all’Inter o quando ha liberato Allegri, tecnico dell’ultimo scudetto rossonero. Leggo testualmente Cellino che, con il calcio, ha sempre fatto soldi raggiungendo quasi sempre gli obiettivi sportivi (Allegri dixit). Leggo testualmente Cellino che negli ultimi anni è riuscito a costruire o ristrutturare stadi nonostante i mille ostacoli della burocrazia e della politica italiane. A Cagliari e Brescia ha fatto quello che a Milano stiamo aspettando dal 2015, cioè dal famoso rendering dello stadio al Portello e che ancora adesso ci fanno sospirare con fantomatiche conference call durante il drammatico lockdown di questi giorni. Leggo testualmente Cellino che definisce Berlusconi e Galliani dei “maestri” e che quindi non si può certo tacciare di “antimilanismo”. Leggo testualmente Cellino che si pone una domanda legittima che poi è la stessa che si pongono tutti i milanisti che non hanno gli occhi foderati di fette di salame da 3 anni a questa parte.

    A chi gli chiede se cederà Tonali al Milan Cellino risponde: “Ma il Milan di chi è?”. Domanda semplice e diretta, una domanda alla quale Cellino non sa dare risposta e per questo motivo non prende nemmeno in considerazione il Milan per la cessione della pietra più preziosa della sua rosa. Una cessione inevitabile vista la probabile retrocessione del Brescia. Una di quelle cessioni che hanno fatto la fortuna delle sue squadre. Cellino davanti al Milan mette non solo la Juve e l’Inter, ma addirittura il Napoli e la Roma.

    Sicuramente Cellino cederà Tonali e non prende in considerazione il Milan non solo per venderglielo, ma nemmeno per incrementare l’asta che si scatenerà per il suo tesserato. Ciò significa che Cellino si domanda “Di chi è il Milan?”, ma sa per certo che a chiunque appartenga, questo “chiunque” non ha le possibilità economiche per acquistare quello che io, ma non solo io, ritengo il più forte centrocampista della nuova generazione. E’ triste, molto triste, pensare che quando riaprirà il mercato il Milan non possa essere nemmeno preso in considerazione da chi venderà il giovane italiano di maggior prospettiva. Ma non facciamo ricadere la colpa su Cellino, che di certo pensa come sempre ai propri interessi.

    Prendersela con Cellino è il classico modo per togliere l’attenzione dalla vera situazione in cui versa il Milan. Invece di prendercela con Cellino perché non ci cede Tonali domandiamoci perché prima per Cellino il Milan era un esempio da imitare e invece adesso è una squadra da sbeffeggiare. E magari speriamo che venga fuori qualcuno che risponda a Cellino dicendogli: “Sono io il proprietario del Milan e ho i soldi per comprare Tonali”. Già che ci siamo magari, questo “qualcuno”, potrebbe chiedere a Cellino un consiglio su come si fa a ristrutturare S. Siro o a costruirne uno nuovo.

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