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  • Lazio, Cesar a CM: 'Ecco come Inzaghi vive il derby. Gli sfottò coi romanisti...'

    Lazio, Cesar a CM: 'Ecco come Inzaghi vive il derby. Gli sfottò coi romanisti...'

    • Luca Capriotti
    Cesar Aparecido Rodriguez sa cosa vuol dire derby, ne ha giocati 11. Lo ha respirato, gli è rimasto addosso come un brivido, come un eco lontano che non smette di affacciarsi all'orecchio, l'eco di un boato, dello stadio che canta il suo nome. Ha segnato in uno dei derby a cui i tifosi si attaccano di più, come fosse un talismano, una statuetta votiva, un altare a cui rivolgersi quando sta per arrivare tempesta: il 6 gennaio del 2005 Di Canio segna ancora sotto la Curva Sud, poi la doccia fredda, il pareggio della Roma con Cassano. Ci pensa lui, il suo unico gol nel derby è decisivo, la Lazio completerà la vittoria con la terza rete di Rocchi. Ma il tiro al volo di Cesar (foto lultimaribattuta.it), sospeso nel tempo come il pallone che gli si sta avvicinando, mentre Cesar lo segue con lo sguardo, è una specie di quadro di Caravaggio, potente, espressivo, immersivo. In esclusiva ai microfoni di CM Cesar ha raccontato derby, Inzaghi, fino ad arrivare alla recente tragedia immane della Chapecoense.

    Cosa ti manca più del derby?
    "Vedere quei derby di una volta. Dove prima di tutto c'è il popolo, la nostra gente, e poi succede tutto quello che deve succedere. Si gioca a pallone, ci si diverte, e diventa tutto meraviglioso. Il derby è un contesto, non una partita. C'è una partita, si gioca? No. Al derby c'è un'essenza, c'è un'atmosfera, io lo vedo così". 

    Il giocatore che "sentiva" più il derby?
    "Paolo, Paolo Di Canio ovviamente, lo sentiva proprio dentro. Ognuno ha il suo modo di concentrarsi, di vivere l'attesa della partita. Paolo si trasformava". 

    Sei stato uno di quelli che hanno chiesto la conferma di Inzaghi durante la scorsa stagione...Ti aspettavi che Inzaghi riuscisse a fare così bene con la Lazio?
    "No, nessuno poteva prevedere che Simone (Inzaghi ndr) riuscisse a fare quello che sta facendo, è una sorpresa. Una cosa è certa, quando si ha tempo di lavorare su un gruppo si può dare un'impronta, si possono capire meglio i giocatori, si possono sfruttare meglio le loro caratteristiche, e se si ha la capacità di sfruttare al meglio tutte queste cose, qualcosa di buono esce". 

    Hai qualche ricordi di Inzaghi giocatore? Come viveva i derby?
    "Mi ricordo benissimo una partita in particolare, dopo la prima di campionato, il primo anno di Mancini sulla panchina della Lazio. Dovevo andare via, tutta la preparazione ho sempre giocato, alla prima contro il Chievo mi ha mandato in tribuna, e ho chiesto al presidente di cedermi, volevo andare via. Mi trovavo in gran forma, non volevo rimanere senza giocare. A quel punto ho chiesto di andare via. Non mi hanno lasciato andare via, e dopo la sconfitta contro il Chievo avevamo una partita di Coppa Uefa (stagione 2002/03, contro lo Skoda Xanthi ndr) Simone (Inzaghi ndr) fece un'azione strepitosa, dribblando il portiere quasi sulla linea di fondo, molto vicino alla porta, e mi ha dato la possibilità di calciare, e fare il primo gol con la maglia della Lazio in quell'anno. Ho questo ricordo bellissimo, di un'azione strepitosa di Inzaghi, si gira e mi dà la palla indietro. Simone nei derby era tranquillo, molto tranquillo, per questo non ho particolare ricordi di lui nei prepartita". 

    Hai mai ospitato nel tuo ristorante qualche giocatore della Roma? Ci sono un po' di sfottò fuori dal campo? 
    "Nel mio ristorante sono venuti giocatori della Roma, della Lazio, dell'Inter, del Milan, conoscenze, ex compagni, lo sfottò c'è sempre ma il rispetto c'è sempre. Si scherza, si gioca ma il rispetto c'è sempre". 

    Chi temi di più della Roma? Vivono un momento particolare, il campionato è aperto, chi arriva meglio al derby tra Lazio (quasi una sorpresa) e Roma (una conferma, con qualche alto e basso)?   
    "Parliamo di fatti, la Roma ha grandi giocatori, ad esempio Salah, anche se infortunato e non ci sarà, è incontenibile. Lui sarebbe stato quello da fermare. La Roma ha bei giocatori, ma la Lazio è un'altra cosa, la Lazio è la Lazio. C'è passione, mentalità, io devo pensare che, quando indosso una maglia del genere,  non è che non abbia niente da perdere. Non devo perdere, è diverso".    
                      
    L'ultima sul Chapecoense, in Europa ha destato tantissima impressione la tragedia immane vissuta da questa squadra, tu ora sei in Brasile, come la state vivendo?
    "Un disastro vero, indescrivibile, difficile, un aereo che cade con sopra una squadra emergente che da anni riesce a fare non bene, benissimo, mi ricordava il Sao Caetano, dove giocavo io, che ha vinto tutto, dalla Serie C alla Serie A, arrivando a fare la finale di Libertadores, arrivando in Nazionale. Purtroppo è successa una tragedia, davanti a certi eventi non ci sono discorsi da fare, c'è solo dolore, è giusto che ci sia solo rispetto, e basta". 

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