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Cesena, finalmente l’ultima giornata

Cesena, finalmente l’ultima giornata

La bella notizia è che oggi finisce ufficialmente il campionato. La brutta notizia è che il campionato in realtà era finito prima di cominciare. Eppure a Cesena c’è un allenatore che vuole cancellare lo zero più pesante e scansare il paragone con Marco Giampaolo, quindi per lui la gara contro la Roma non è solo un allenamento.
Beretta, cosa dirà ai suoi giocatori per provare a non fare una brutta figura come a Novara?
«Il campionato non è finito, giochiamo in casa e l’avversario è stimolante, dunque non possiamo non essere motivati per una partita così, anche se sappiamo benissimo che contro la Roma si chiuderà una stagione molto negativa».

Anche stavolta dovrà fare i conti con l’emergenza. Come mai non c’è Mutu?
«Perché non è al meglio e dunque non è in grado di scendere in campo. Però almeno recuperiamo due giocatori come Lauro e Pudil e in difesa ho praticamente tutti a disposizione».
Da Mutu tutti si sarebbero aspettati molto di più nonostante gli 8 gol realizzati. Lei come giudica il campionato del suo numero 10?
«Mi soffermo solo sui tre mesi della mia gestione e posso dire che Adrian ha sempre avuto un ottimo rapporto con tutti i suoi compagni, anche se non l’ho mai ritenuto un leader. Adrian è una persona positiva, un ottimo calciatore, ma non è un leader».
Cesena e Roma si sono affidate a inizio stagione a un progetto diverso basato su una filosofia diversa e alla fine hanno fallito entrambe. Secondo lei per quale motivo?
«Innanzitutto perché in Italia manca la pazienza e soprattutto con gli allenatori ci vorrebbe più tempo, prima di esprimere un giudizio o dare una sentenza. Sia Giampaolo che Luis Enrique hanno voluto proporre qualcosa di nuovo e non sono stati fortunati e comunque, in questi casi, non basta una stagione per riuscire ad imporre le proprie idee. La Roma ha sempre giocato bene, le è mancata continuità».
Beretta ha già deciso cosa farà l’anno prossimo?
«No, voglio vincere contro la Roma e poi mi prenderò una pausa di riflessione di circa 2-3 settimane, quindi deciderò. Mi piacerebbe allenare all’estero, perché la velocissima esperienza in Grecia è rimasto un mio cruccio, oppure valuterò eventualmente altre offerte. Qualche giornale mi ha accostato al Siena, ma capita quasi tutti gli anni, perchè là ho vissuto due anni stupendi».
Tornando al Cesena, secondo lei chi meriterebbe la conferma dopo una stagione così negativa?
«Ho segnalato 3-4 giocatori ai dirigenti, poi saranno loro a trarre le conclusioni. Ma non chiedetemi i nomi».
Tra la conferma di Antonioli e il lancio di Ravaglia lei cosa sceglierebbe?
«Impossibile dirlo ora e comunque è meglio poter scegliere in positivo, cioè avendo due portieri di qualità, che in negativo. Francesco è un monumento, Nicola è cresciuto ed è un giocatore del Cesena. Sceglierà il prossimo allenatore, non io».
A proposito, oggi chi gioca?
«Stavolta direi Ravaglia. Ho già deciso anche il modulo: riproporrò la difesa a tre, anche se a centrocampo e in attacco ho ancora diversi dubbi».
Dopo i disastri di Cagliari ritroverà l’arbitro Russo: le dirà qualcosa?
«C’è Russo? Davvero? Non lo sapevo...».


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