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  • Cesena: Un futuro da colorare di rosa o di nero

    Cesena: Un futuro da colorare di rosa o di nero

    Ci sono un francese, un brasiliano, un albanese e un italiano, ma questa non è una barzelletta e soprattutto non c’è molto da ridere. Poi c’è un romagnolo, Daniele Arrigoni, che deve scegliere da questo mazzo la carta giusta. Perché, in attesa della pausa e del mercato, il Cesena deve giocare ancora tre partite e Adrian Mutu deve trovare ancora una spalla.
    Punte spuntate. Ad eccezione del numero 10, che comanda la classifica cannonieri del Cesena con 3 gol, non ci sono tracce di attaccanti prolifici. Anzi, gli attaccanti finora non hanno proprio segnato: Malonga, Eder e Bogdani sono inchiodati allo zero, Candreva ha segnato solo su rigore. Come si può notare, dunque, manca un terminale offensivo da affiancare a re Adrian, visto che gli altri gol del Cesena portano la firma dei centrocampisti (Guana e Parolo).

    L’Aquila. Allo Juventus Stadium ha cominciato dal primo minuto Bogdani, che vanta un piccolo primato: tra le potenziali spalle di Mutu, l’albanese è quello subentrato e sostituito più volte (7-3) per un totale di 410 minuti giocati. Quando parte dal primo minuto, però, Bogdani non riesce mai a lasciare il segno, proprio come domenica a Torino, mentre dalla panchina è stato spesso un fattore: contro Chievo e Genoa non ha segnato, ma si è procurato due rigori e più in generale i suoi 90 chili si fanno sentire, anche se a intermittenza.
    Mimmo e Martins. Poi ci sono i casi più clamorosi che riguardano Malonga e soprattutto Eder, che non stanno mantenendo le promesse. Il francese domenica è stato bocciato da Arrigoni, con un cambio punitivo dopo mezz’ora all’insegna della morbidezza. Malonga finora è stato quello meno impiegato: 5 presenze per 217 minuti, con 3 ingressi dalla panchina e altrettante sostituzioni. Da titolare è piaciuto a Bologna e contro il Genoa ha firmato l’unica palla-gol al netto delle gemme di Mutu, mentre quando entra non riesce mai ad incidere e la sensazione è che nelle gerarchie di Arrigoni sia sprofondato. Chi non è ancora riuscito a emergere è invece Eder: 11 presenze (3 subentri e 2 sostituzioni) per 762 minuti, con una partenza discreta (Napoli e ripresa contro il Milan su tutti) e un calo clamoroso.
    Fantasista. Infine, c’è il caso dell’unico centrocampista adattabile a seconda punta, ovvero Antonio Candreva: tra tutti è quello che ha giocato di più, anche se con Arrigoni la musica è cambiata e soprattutto non è più un intoccabile. In 898 minuti (12 presenze), l’ex juventino è subentrato due volte (Bologna e Juve) ed è stato sostituito solo a Milano, nello scampolo migliore giocato finora. Quando, guarda caso, era la spalla di Mutu.


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