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  • Cesenamania:| Appunti di un pessimista

    Cesenamania:| Appunti di un pessimista

    Con la squadra che ha preso una sua forma, fermo restando che il mercato ci insegna che tutto può succedere in qualunque momento, e con gli allenamenti che poco alla volta stanno delineando un'idea di gioco, in Romagna è il momento di fare qualche riflessione. Semplice salvezza o è lecito 'sognare' qualcosa di più? Mutu, Eder, Candreva, senza considerare i soliti noti Giaccherini, Parolo, Von Bergen, e perché no Antonioli; in tanti, inserendo questi nomi nello scacchiere bianconero, si pongono l'esistenziale quesito. Legittimamente, aggiungiamo noi. Ed è qui che dai suddetti insegnamenti del mercato, si entra nel territorio di quanto suggerito dalla storia; e la storia dice che non sempre le ambizioni evidenti sulla carta trovano riscontro sul campo.

    Non serve scorrere l'almanacco del calcio troppo indietro, basta rimandare i ricordi alla fine dell'ultimo campionato, con la retrocessione della Sampdoria, squadra che seppur orfana di Pazzini e Cassano, aveva a disposizione una rosa assolutamente in grado di salvarsi. Sia subito chiaro: l'operato della società in questa sessione di mercato non è assolutamente in discussione. Campedelli e soci hanno stupito tutti, costruendo un Cesena al di là di ogni immaginazione. In discussione, infatti, non c'è niente e nessuno, ma un clima così trepidante rischia di essere pericoloso per il fattore ambientale.

    Sono i tifosi, infatti, i primi a leggere la formazione-tipo bianconera e ad immaginare una stagione da applausi, cosa che di per sé non ha nulla di compromettente, ma che rischia di amplificare in negativo eventuali incidenti di percorso. Sì perché, siamo onesti: il cavalluccio ha reso raffinati i palati di molti negli ultimi anni; e ora l'arrivo di 'nomi' che da queste parti sono capitati praticamente mai, ha acceso ancor più entusiasmo, che tradotto significa 'aspettativa'. E l'aspettativa, se disattesa, può creare a volte mal di pancia non del tutto motivati.

    Gli appunti di un pessimista, dunque, consigliano un basso, bassissimo profilo; perché Cesena sta sognando, Cesena può sognare, ma al tempo stesso non deve e non può permettersi di dimenticare così in fretta da dove arriva e quanto sia competitivo il palcoscenico sul quale si misura. Lo ha ricordato lo stesso presidente: l'obiettivo resta la salvezza, magari più tranquilla di quella appena ottenuta. Eventualità più rosee sono auspicabili e saranno accettate con entusiasmo, ma guai a rapportarsi alla Serie A 2012 senza la convinzione di dover sudare con il coltello tra i denti ogni singolo punto.

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