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  • Cesenamania:| Ficcadenti, il Predestinato

    Cesenamania:| Ficcadenti, il Predestinato

    • Mattia Guidi

    In principio era il Predestinato. Se mai un libro gli sarà dedicato, è così che dovrà iniziare la storia di Massimo Ficcadenti. Mai come oggi, tuttavia, il soprannome del tecnico bianconerò poggia sulla sottile linea che divide la serietà dalla (tragi)comicità. Lo aveva presentato proprio così il patron Igor Campedelli nella conferenza stampa estiva, ed in molti avevano sorriso facendo riferimento ai precedenti di un tecnico dal curriculum non propriamente di primo piano. Poi è toccato al campo dire la propria, con le prime tre giornate che hanno sbattuto ad honorem il suo Cesena di prepotenza nelle prime pagine dei quotidiani sportivi. I pensieri non solo dei tifosi, ma degli stessi addetti ai lavori, allora, si interrogavano proprio sulle parole sentite mesi prima: che sia davvero così? Che l'A.C. Cesena abbia visto così lungo? Che Ficcadenti sia davvero un, anzi, 'il' predestinato? 

    Ma il calcio, si sa, non si lascia coinvolgere dalle belle storie, e così arrivano tre sconfitte consecutive e dal peso specifico enorme non solo per il tecnico, ma per tutta la squadra; di pari passo con i risultati negativi, iniziano a sentirsi i primi scricchiolii nel giocattolo bianconero, con diffuso malcontento e con dichiarazioni velenose prima rilasciate e poi smentite. La bella favola del Predestinato, insomma, inizia a prendere una piega preoccupante in Romagna, tanto che è proprio quello del tecnico il nome più ricorrente per le vie della città. Il solito clichè dell'allenatore capro espiatorio? Forse, ma va detto che Ficcadenti sembra fare il possibile per incoraggiare i suoi detrattori.

    Partiamo dalla gestione tecnica della squadra: 6 giornate di campionato con in campo la medesima formazione, eccezion fatta per la recente trasferta di Udine dove Pellegrino aveva lasciato il posto in difesa a Benaluane; ma se da un lato l'avvio di stagione aveva suggerito di insistere con i medesimi undici, dall'altro le prime sconfitte avevano evidenziato gigantesche carenze di costruzione di gioco e pericolosità in avanti, suggerendo di ricorrere a qualche novità quantomeno tattica. Nulla di tutto questo, invece, per un Cesena che di conseguenza ha lasciato ingiudicabili causa inoperosità tutti i portieri avversari nelle ultime uscite. Accanto alla scarsa fantasia tecnica e tattica, va evidenziato l'inspiegabile accanimento su Schelotto, schierato titolare anche al Friuli nonostante una settimana di pressochè totale indisponibilità visti gli acciacchi al ginocchio. 

    Ad aggravare ancora di più la posizione del tecnico, concorrono le insistenti voci di una gestione del gruppo piuttosto discutibile, con grande coinvolgimento dei titolari nella fase teorica, ma con la contemporanea esclusione delle 'riserve', che sembrano non potersi giocare il posto a prescindere. Se a quanto detto si aggiunge quel Luis Jimenez che doveva essere il valore aggiunto di questo Cesena, ma che ad oggi non è altro che un oggetto misterioso mai schierato in campo (10' finali al Manuzzi contro il Lecce) nonostante un investimento superiore al milione e mezzo di euro da parte della società, il quadro non è dei più sereni. 

    Le attenuanti per Ficcadenti di certo non mancano, a partire da una rosa che non suggerisce (Jimenez a parte) nomi che sulla carta possano rivoluzionare in positivo la resa del Cesena; tuttavia l'atteggiamento rinunciatario visto in campo ad Udine ha preoccupato e non poco. Era durata 10 giornate la prima e fino ad oggi unica esperienza del mister in serie A… e se il campionato dei bianconeri non troverà al più presto una svolta in positivo, quella di 'Predestinato' rischia di diventare un'etichetta tutt’altro che lusinghiera.

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