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  • Cessione Milan, i dubbi di Berlusconi

    Cessione Milan, i dubbi di Berlusconi

    • Federico Albrizio
    Il pranzo di oggi ad Arcore fra Silvio Berlusconi e i più stretti famigliari e collaboratori non ha fugato i dubbi del patron del Milan circa l'eventuale cessione del club (o di quote del club) a una cordata di imprenditori cinesi. Di fronte all'insistenza dei famigliari, che spingono per una cessione totale e definitva, Berlusconi ha risposto che lo farebbe soltanto se gli fosse garantito, dalla nuova proprietà, un ruolo importante, non solo di 'rappresentanza'.  

    09.00 Dentro o fuori, la trattativa tra Fininvest e la cordata cinese guidata da Sal Galatioto per il passaggio di quote del Milan si sta avvicinando spedita verso una conclusione, in un senso o nell'altro: con la deadline ormai a un passo (intorno al 15 di giugno è attesa la presentazione di un'offerta formale e la risposta di Berlusconi) si intensificano i contatti tra le parti per limare gli ultimi dettagli, ma l'ostacolo più grande è sempre lo stesso, la volontà ancora non chiara del presidente rossonero.

    PRONTI ALLE FIRME, MA BERLUSCONI... - Già perché quasi tutti i tasselli dell'operazione sono al loro posto: la valutazione del club (circa 700 milioni di euro, compresi 240 milioni di euro di debiti) è ritenuta congrua, la lista degli investitori è stata presentata e valutata (da registrare la smentita del colosso di liquori cinese Kweichow Moutai), il piano di investimenti per lo stadio e per il mercato è valido ed è supportato anche da un progetto ambizioso per l'espansione del marketing. Resta qualche piccolo dettaglio da limare per quanto riguarda la governance, anche se in linea di massima l'intesa c'è: Berlusconi resterebbe presidente onorario fino alla quotazione in borsa (tra i 18 e i 36 mesi a partire dalla firma, a seconda di alcune variabili, quotazione sul mercato di Hong Kong), sua figlia Barbara resterebbe nel cda e Galliani avrebbe temporaneamente in mano il mercato in attesa di definire nuovo amministratore delegato e soprattutto nuovo ds. Tutto sembra dunque pronto per le firme, ma c'è sempre una variabile impazzita: la volontà di Silvio Berlusconi, che archiviati ora gli impegni politici per le elezioni amministrative può concentrarsi solo su questa vicenda. Il problema di fondo è lo stesso che accompagna la trattativa dal suo inizio: Berlusconi non vuole lasciare la sua creatura, l'unica nel quale può essere ancora padre/padrone e protagonista mentre si allontana gradualmente dalla vita politica. Non si registrano novità particolari, le battute, i continui paletti e le frenate annunciate nei giorni scorsi non hanno scosso Fininvest e Galatioto che hanno proceduto senza intoppi nel trattare per sottoporre a Berlusconi l'offerta più convincente e accattivante possibile e regna grande ottimismo, in attesa di un incontro oggi che potrebbe dire qualcosa di più sulla vicenda.

    VERTICE AD ARCORE - Come ogni lunedì oggi ad Arcore si terrà un pranzo tra il presidente rossonero, i suoi figli, i suoi consiglieri più fidati e i dirigenti Fininvest che stanno curando la trattativa, inevitabile che a una settimana o poco più dalla deadline si cerchi di avere un quadro certo sulle intenzioni di Berlusconi. Difficile che questo vertice possa accelerare i tempi e portare a una conclusione già in questa settimana, difficile che possa portare a una clamorosa riapertura di un tavolo con Bee Taechaubol come vogliono alcuni rumors, certamente porterà più chiarezza e apre la settimana cruciale di questa trattativa: in caso di risposte positive però passi più importanti potrebbero essere mossi non ad Arcore bensì in via Paleocapa, tra gli uffici di Fininvest e quelli del consolato cinese (sezione economica-commerciale) che possono offrire appoggio logistico alla delegazione di investitori in arrivo a Milano nei prossimi giorni. Intanto le lancette girano, manca sempre meno alla deadline: dentro o fuori, ancora pochi giorni e il Milan conoscerà il suo futuro.

    Twitter: @Albri_Fede90

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