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  • Champions da 60 milioni:| Juve più ricca senza il Milan

    Champions da 60 milioni:| Juve più ricca senza il Milan

    Da unica italiana in Champions avrà una fetta più grande dei ricavi da diritti tv. I bianconeri avranno altri due milioni ai quarti di finale.
    Senza Milan, Juve più ricca: un jackpot da 60 milioni.
    La Champions logora chi non ce l’ha (più). A partire dagli incassi a bilancio se da qui in avanti, con l’eliminazione del Milan, la Juve si prenderà l’intera fetta «nazionale» dei ricavi da diritti tv, da unica italiana rimasta. Per il prossimo giro, i quarti, siamo attorno ai due milioni di euro, secondo le stime Uefa. Che si aggiungeranno a un già discreto fatturato: 48,9 milioni di euro, tra la cifra nella semestrale bianconera, al 31 dicembre 2012, e i recenti guadagni di questo 2013, gonfiati dal gettone Uefa per i quarti e dall’incasso della sfida contro il Celtic. Grazie all’aumento del jackpot totale della Champions, passato da 754 a 910,3 milioni, i bianconeri hanno già superato i 41,73 milioni raschiati la scorsa stagione dal Bayern Monaco, sconfitto in finale. E di certo, chi trionferà a Londra, straccerà pure il bingo del Chelsea, che alla fine guadagnò 59,395 milioni. «Il fronte dei ricavi dovrà essere maggiormente sviluppato per garantire una competitività a livello continentale - scrisse agli azionisti Andrea Agnelli - e l’accesso alla Champions ci aiuterà nel raggiungimento di questo obiettivo».

    Ormai è questo il caveau del pallone, dal quale dipendono i bilanci delle big e, va da sè, il loro shopping. E se la mancanza della Champions aveva appesantito i libri contabili bianconeri, ora la sua presenza, e permanenza, lascia solo imprevisti positivi: «L’andamento sportivo nel finale della stagione - spiegava infatti la relazione finanziaria semestrale approvata lo scorso 28 febbraio - potrà ancora avere riflessi, anche significativi, sul risultato dell’esercizio». Come gli oltre sei milioni arrivati dall’incrocio con il Celtic o i 4,9 milioni in palio per la semifinale. Fino alla tombola della finale di Wembley.

    Poi, chiaro, c’è pure un capitolo spese, non monetarie ma di logorio fisico, dei giocatori: cioè le partite in più che toccheranno ai bianconeri, infilate nel menù del campionato. Una effetto collaterale che potrebbe però essere attutito dal più nove in classifica: «bel numero, in questo momento», diceva l’altro giorno John Elkann. Non ti puoi appisolare, ma concederti un errore, sì. Delle sei partite potenzialmente attorno alle date europee, quattro paiono delicate, almeno sulla carta. S’attacca con due trasferte toste: a casa Inter, sabato 30 (a meno di anticipi al venerdì sera), prima dell’andata dei quarti, e a Roma contro la Lazio, la domenica seguente alla gara di ritorno. In caso si accesso alle semifinali, in calendario il 23-24 aprile e il 30 e primo maggio, spunta invece il derby con il Toro, fissato al 28. Sarebbe peggio non giocarle, disse però Antonio Conte un anno fa, quando la Juve in settimana se ne stava davanti alla tv a guardare gli altri: «Altro che favoriti, noi che siamo senza Coppe - sbottò il tecnico - io quando penso alla Champions, rosico. Anzi, alle altre squadre chiedo un favore: se è un peso, lasciate perdere per favore, ci andiamo noi».

    Del resto, pare che il tecnico bianconero abbia subito trovato il vaccino: nelle partite prima e dopo i viaggi europei (13), la Juve ha tenuto una media pazzesca (2,38 punti a gara), meglio di quella dell’intero campionato (2,21), e di tutti quelli fatti dal club da quanto ci sono i tre punti, cioè negli ultimi 19 anni. Dieci vittorie, un pareggio e due sconfitte. Spremuti dal turnover, il più delle volte notevole, e dalla concentrazione di gente che ha imparato in fretta ad affrontare duelli in serie. E che, pure quando lo scudetto pareva in bilico, non voleva scegliere, tra tricolore e Champions. «Vogliamo entrambe, perché la Juve gioca sempre per vincere», riassunse Elkann dopo il colpo al Celtic Park. Anche se poi, sulle strade d’Europa molto dipenderà dal nemico che il sorteggio, domani, ti metterà di fronte. Per le finanze juventine, invece, lo show è già assicurato: comunque vada, è stato un successo.


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