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  • Champions, quattro motivi per dire Lione: nulla da perdere, la rivincita di Garcia, un Aouar straripante e...
Champions, quattro motivi per dire Lione: nulla da perdere, la rivincita di Garcia, un Aouar straripante e...

Champions, quattro motivi per dire Lione: nulla da perdere, la rivincita di Garcia, un Aouar straripante e...

  • Federico Albrizio
Atalanta? Lipsia? No, la vera favola di questa Champions League è indubbiamente il Lione di Rudi Garcia. Club di grande tradizione, vero, ma quanti avrebbero scommesso che l'OL sarebbe riuscito a conquistare un posto tra le prime quattro? E perché fermarsi ora, a un passo da quell'obiettivo che fino a pochi mesi fa non sembrava altro che un miraggio da guardare in televisione: arrivati a questo punto, anche da underdog della competizione, sognare è lecito e doveroso. Ecco i 4 motivi per cui, secondo noi, il Lione può credere nella conquista della Champions.

NULLA DA PERDERE - E proprio l'essere la squadra meno quotata tra quelle ancora in corsa, può essere un fattore positivo per la formazione francese, che ha già dimostrato di non disdegnare questo tipo di situazione. Anzi, strasfavorito è un aggettivo che quasi inizia a piacere al Lione: lo era contro la Juventus, lo era contro il Manchester City, lo sarà indubbiamente anche contro il Bayern Monaco in semifinale e anche in un'eventuale finale. Eppure due scalpi prestigiosi sono stati portati a casa, logico che ora Garcia scherzi ricordando il celebre detto 'non c'è due senza tre'. Giocare da nettamente sfavoriti in casi come questo, d'altronde, alleggerisce e non di poco la pressione sui giocatori, specie se si tratta di una squadra mediamente giovane come quella del Lione: non c'è nulla da perdere, nessuno si aspetta l'impresa, si può giocare con spensieratezza. E se l'impresa alla fine arriva, la gioia è incontenibile.

RIVINCITA - Spensierati sì, leggeri no perché se ci sono tanti giovani alle prime esperienze, in rosa c'è anche chi affronta questa sfida come l'occasione per prendersi una grande rivincita. Basti pensare a Memphis Depay, la cui carriera sembrava poter andare in pezzi dopo la disastrosa esperienza al Manchester United e che invece in Francia è riuscito a rilanciarsi. E ancora Bertrand Traoré, scaricato dal Chelsea prima di rilanciarsi all'Ajax, o lo stesso Rudi Garcia, luci e ombre a Roma e un addio burrascoso al Marsiglia. Voglia di rivincita dei singoli sì, ma anche a livello di club il senso di rivalsa a Lione è forte. Per la rivalità storica con il PSG, con il sogno di ritrovarsi in una finale e battere i nemici che da anni dominano il calcio transalpino. E anche per cancellare la delusione di una stagione che, dopo la chiusura anticipata della Ligue 1 causa pandemia Covid-19 (decisione contestata in maniera veemente dal presidente Aulas) ha relegato il Lione al settimo posto, lasciandolo fuori dalle competizioni europee dell'anno prossimo.

GARCIA - A proposito di Rudi Garcia, il tecnico si sta dimostrando nella fase a eliminazione diretta un valore aggiunto significativo per la capacità di preparare e soprattutto leggere le partite a gara in corso. Il 3-5-2 ha dato equilibrio e armonizza le varie qualità degli interpreti principali, nonostante non ci sia più in rosa un pezzo chiave come Tousart, ma il Lione dimostra di sapersi adattare all'avversario e ai vari momenti della partita: sa palleggiare, sa soffrire e colpire senza pietà in ripartenza. Si vedano il secondo e il terzo gol rifilati al Manchester City nella ripresa, proprio nel momento in cui la squadra di Guardiola era in massima pressione e macinava occasioni. Ultimi ma non per importanza, i cambi di Garcia: Reine-Adelaide contro la Juve per coprire, Dembele contro il City per vincerla, chi subentra dalla panchina riesce quasi sempre a incidere subito positivamente sull'andamento della partita, segno di una condizione mentale ai massimi livelli.

AOUAR - E in un gruppo giovane che punta a mettersi in mostra anche per il futuro, i riflettori se li prende spesso e volentieri il gioiello più brillante, Houssem Aouar. Letteralmente dominante in questa fase finale della Champions: specie contro il City, annichilendo i più esperti Gundogan e Fernandinho, irridendo Rodri, servendo soprattutto l'assist per il primo gol di Dembele che spacca la partita. E' destinato a partire, uno scenario ammesso anche dal ds Juninho, e la fila delle pretendenti è lunga: dallo stesso City di Guardiola alla Juventus, passando per le big spagnole. La stagione che va concludendosi è stata una prova di maturità superata a pieni voti, ora Aouar attende solo l'offerta giusta per una nuova avventura. Ma a suon di prestazioni, sta 'complicando' la sua partenza: di partita in partita, la pretesa di 70 milioni di euro del presidente Aulas sembra sempre più legittima...

@Albri_Fede90

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