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  • Champions, quattro motivi per dire PSG: la coppia Mbappé-Neymar, la difesa bunker, il fattore rimonte e...

    Champions, quattro motivi per dire PSG: la coppia Mbappé-Neymar, la difesa bunker, il fattore rimonte e...

    • Alessandro Cosattini
    L’ultimo ostacolo sul cammino del Paris Saint-Germain prima della finale di Champions League si chiama Lipsia. Dopo aver vinto in rimonta nel doppio confronto agli ottavi contro il Borussia Dortmund e ai quarti allo scadere con l’Atalanta, la squadra allenata da Thomas Tuchel ha di fronte quella di Julian Nagelsmann, rivelazione della massima competizione europea alla pari del Lione che ha già eliminato nell’ordine il Tottenham e l’Atletico Madrid. La squadra campione di Francia in carica non arrivava in semifinale dal 1995 contro il Milan e non vuole lasciarsi scappare l’occasione di giocare la finale. Ecco i 4 motivi per cui, secondo noi, il PSG può credere nella vittoria della Champions League.




    NEYMAR LEADER - Per la prima volta, Neymar è diventato leader di questo PSG. Non più solo dal punto di vista tecnico - lo è sempre stato - ma anche morale. Lo dimostrano gli atteggiamenti coi compagni soprattutto nei momenti di difficoltà affrontati nel cammino europeo del PSG, che si è trovato a dover rimontare il risultato sia contro il Borussia Dortmund che contro l’Atalanta. Non ha mai mollato, nonostante le tante imprecisioni sotto porta anche nell’ultimo match coi nerazzurri di Gasperini, ha corso - e rincorso gli avversari - dall’inizio alla fine. “È sempre stato un leader sul campo. È un leader diverso, senza dubbio, con la sua qualità, la sua fiducia in campo, il suo coraggio. Vuole sempre vincere con la sua fame, con la sua capacità di combattere. Ama la competizione. E queste sono le cose di cui abbiamo bisogno”, ha detto di lui Tuchel in vista della semifinale. E quando è entrato Kylian Mbappé, la musica è cambiata.​

    L’IMPREVEDIBILITÀ IN ATTACCOMbappé, subentrato nella ripresa con l’Atalanta e determinante con le sue accelerazioni, nonostante l’infortunio patito al ginocchio qualche settimana prima e i pochi allenamenti col gruppo prima del quarto di finale. Tuchel spesso e volentieri cambia in attacco, a seconda della condizione fisica del gruppo e dell’avversario che ha di fronte. Con l’Atalanta hanno giocato dall’inizio Sarabia, Neymar e Icardi, ma mancava per squalifica Di Maria e Mbappé appunto non aveva i 90’ nelle gambe. Li avrà contro il Lipsia? Ne ha parlato così Tuchel: “Ha giocato mezz'ora contro l'Atalanta senza problemi, poi ha avuto altri sei giorni per recuperare al meglio: decideremo insieme se può giocare novanta minuti”. Verso un posto da titolare, con l’ovvia conferma di Neymar e il ritorno di Di Maria nell’undici titolare pressoché scontato. Verso la panchina Icardi, ma anche Sarabia e Choupo-Moting, che ha deciso il match con l’Atalanta. Tante opzioni, con la possibilità di giocare a tre davanti, ma anche a quattro a seconda dei momenti della partita.​

    LA DIFESA BUNKER - L’abbondanza in attacco, ma anche la solidità difensiva. Nessuno ha subito meno gol dei parigini tra le quattro squadre arrivate in semifinale: solo 5 reti incassate dal PSG, seguono Bayern Monaco (8), Lipsia (9) e Lione (11). Sono addirittura 6 i clean sheets della squadra allenata da Tuchel, contro i 4 del Bayern, i 3 del Lipsia e i 2 del Lione. Retroguardia guidata da Thiago Silva, autentico pilastro dei parigini (contro l’Atalanta ha dominato nei duelli con Duvan Zapata prima e Muriel dopo). Al suo fianco c’è Kimpembé, con Kehrer e Benat sulle corsie laterali. Fondamentale per garantire la solidità difensiva l’apporto di Marquinhos, ex difensore della Roma schierato in mediana da Tuchel. Un importantissimo schermo difensivo a cui l’allenatore del PSG non rinuncia mai. Salvo miracoli non riuscirà a recuperare per la semifinale, invece, Keylor Navas: pronto Sergio Rico al posto del portiere titolare, costretto al cambio per infortunio contro l’Atalanta.​

    IL FATTORE RIMONTE - ​E poi c’è il fattore rimonte. Due le reti realizzate in 3 minuti nel match contro l’Atalanta: una al 90’, una al 93’ dopo l’iniziale vantaggio di Pasalic. Ma anche nel turno precedente il club francese era stato costretto a ribaltare il risultato: dopo il ko in Germania per 2-1, la squadra di Tuchel aveva vinto 2-0 in casa contro il Borussia Dortmund grazie ai gol di Neymar e Bernat prima del lockdown. La formazione parigina concede sempre qualcosa agli avversari, soprattutto nei primi tempi, per poi venir fuori alla distanza, nei secondi tempi, con gli uomini di maggior qualità. Neymar e Mbappé, ma non solo: il PSG è sempre più completo e pronto per vincere la Champions League.

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