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  • Che dura la vita del nutrizionista dei calciatori!

    Che dura la vita del nutrizionista dei calciatori!

    • Ribaldo Saporoso
    Il nutrizionista più saggio che ho incontrato mi diede questa dieta semplicissima: dato che non erano stati ravvisati particolari problemi, mi disse: “Mangi la metà di quello che mangia abitualmente”. Funzionò, ma io non ero un atleta. Stavo dietro ai fornelli. Oggi per chi deve preparare pranzo, cena e colazione ai calciatori (parliamo dei professionisti) la vita è più dura di un tempo, proprio perché in cucina non si è più soli o con i propri aiutanti.

    Oggi in cucina comanda il nutrizionista. E dipende dal tipo che vi trovate davanti. I più difficili sono quelli inflessibili, che vogliono misurare tutto (dal granello di sale al peso di una pera) e che negano tutto fino all’ ultima caloria. Sono perfezionisti, ma non perfetti, perché nella perfezione applicata all’ umanità c’è sempre un grado di eccezione. Si dovrebbe, infatti, nutrire non solo il corpo, bensì anche la mente. E cioè gratificare ogni tanto anche quell’essere umano che è il calciatore.

    La spigola o l’ombrina lessa sono piatti magnifici, ma se quasi tutta la squadra è appassionata di frittura, perché un martedì non far la sorpresa di qualche anello di totano fritto? I dolci? Mai, ma ogni tanto una bella crostatina, senza zucchero bianco e con marmellata di fragole fatta in casa può essere un’eccezione che rischiara la routine e rasserena l’animo. Una piccola trasgressione, nella vita collegiale delle squadre, fa bene al rispetto delle regole.

    Ci sono casi in cui vigono diete personalizzate, ma diciamo che alcuni principi sono generali. Considerando una preparazione atletica di 2 sedute di allenamento al giorno, la mattina c’è bisogno di energia per nutrire i muscoli. Durante la giornata è importante scegliere cibi ricchi di carboidrati, vitamine e minerali. Dopo gli allenamenti, in fase di riposo e recupero, è fondamentale optare per cibi ricchi di proteine e di vitamine.

    Una dieta tipo può essere questa:
    A colazione, frutta fresca con aggiunta di frullati di frutta e verdure con qualche frutto secco. Evitare il latte di vacca e il caffè. A metà mattinata, se è prevista una pausa di 30-40 minuti, mangiare un po’ di frutta fresca. A pranzo: pasta o riso o zuppe di cereali, con eventuale aggiunta di legumi (da mangiare con pasta o riso). Non sarebbe male cominciare il pasto con un’insalata verde, condita con poco sale, unpo’ di limone e olio extra vergine d’oliva. Mai frutta a fine pasto, perché viene digerita nella parte bassa dello stomaco: se incontra cibo, si ferma nella parte alta dello stomaco e, oltre a non permettere l’assimilazione di minerali, vitamine, zuccheri, comincia a macerare creando ingenti quantità di tossine. A cena: un mix di verdure cotte e crude, poi proteine (pesce, uova, carni bianche). Niente pasta, insomma e niente frutta a fine pasto. Evitare lo zucchero bianco, salare poco i cibi, mangiare sempre la frutta a stomaco vuoto e attenzione a carote e patate. Entrambe, una volta cotte, alzano fortemente il livello glicemico nel sangue, oltre il  valore necessario per creare energia.
    Come vedete, tenendo conto di eccezioni e di interpretazioni personali di ogni nutrizionista che sceglierà secondo i casi, son principi generali abbastanza facili da seguire. Anche per chi non è un atleta professionista.
    Ed ora una ricetta (per 4 persone) che sembra insulsa ed invece esalta il pesce nella sua adamantina semplicità: spigola o ombrina lesse. Prima di tutto preparate un “court bouillon”: fate bollire nella pesciera, in 3 dita d’acqua o in quantità necessaria a coprire il pesce, 1 cipolla, 1 carota (attenzione che non si rompa) 1 gambo di sedano, 1 foglia di alloro, 1 bicchiere di vino bianco secco. Dopo 1 ora spegnete e lasciate raffreddare. Il pesce si cuoce nella sua corazza di scaglie in acqua fredda, immerso in questo “court bouillon”, a fuoco medio. Raggiunto il bollore, si spenge il fuoco e si lascia ancora scaldare per almeno 5 minuti. Attenzione a non bollirlo troppo, come si faceva un tempo, altrimenti perde consistenza e sapore. Condite il pesce con un’emulsione di sale, limone e olio extra vergine di oliva. Non buttate via l’acqua di cottura: è un prezioso brodo da surgelare e riutilizzare in un risotto o sugo di pesce.

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