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Che fine ha fatto? Andreas Andersson come Kakà. Ma solo per 90 minuti

Che fine ha fatto? Andreas Andersson come Kakà. Ma solo per 90 minuti

  • FZ
Poche ore all'inizio di Empoli-Milan, una sfida da "mi ritorni in mente..." per i tifosi rossoneri. Al Castellani nella stagione 2003-2004 Kakà segnò un gol mostruoso (e decisivo), da oltre 30 metri, in Toscana, nell'annata 1997-1998, lasciò l'unico segno tangibile della sua storia italiana Andreas Andersson. Chiii? La domanda è d'obbligo, perchè "il regalo per i nostri tifosi" (citazione Fabio Capello), costato la bellezza di 3,5 miliardi di lire, in mezza stagione in rossonero si è meritato l'etichetta di meteora, di attaccante peso piuma, non riuscendo più a tornare ai livelli del Goteborg. Tanta panchina, qualche presenza in Coppa Italia e in serie A e un solo gol all'attivo (ma decisivo), proprio quello di Empoli, arrivato grazie ad una papera colossale del portiere Pagotto. Il Milan centra il grande colpo nel gennaio 1998 riuscendo a cederlo, udite udite, per oltre 9 miliardi di lire al Newcastle, dove riesce ad andare a segno 4 volte in una stagione e mezza. Prima del ritiro, a 31 anni per problemi al ginocchio destro, si guadagna qualche momento di gloria in patria, con la maglia dell'AIK Solna, club alle porte di Stoccolma.

AMATO HOCKEY - Andersson non verrà ricordato come uno dei giocatori più forti del calcio svedese, ma come uno dei tanti stranieri scarsi che hanno guadagnato qualche miliardo in serie A. Dopo aver interrotto la carriera nel 2005, è entrato nello staff tecnico dell’AIK Stoccolma, successivamente è diventato opinionista di hockey, sua grande passione, per la più famosa televisione a pagamento svedese.

 

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