Che fine ha fatto? Bachini: da Baggio e Zidane a operaio a causa della cocaina

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Siamo sempre stati abituati a vedere la vita di un calciatore come passerella di esibizionismo e mondanità, perennemente sotto i riflettori e al massimo delle proprie potenzialità: fama, soldi e successo sono una costante per chi disputa lo sport più amato d'Italia a livello professionistico. Non tutti ce la fanno però, non tutti reggono la pressione: qualcuno si perde e si sa, il botto che si produce quando si cade da tanto in alto fa sempre un enorme fragore. Qusta è la storia della vita di Jonathan Bachini, ex centrocampista della Juve e della Nazionale italiana, compagno di campioni come Zidane, Baggio e Guardiola, allenato da Carlo Ancelotti: a causa della dipendenza dalla cocaina è stato squalificato a vita. Una caduta rovinosa.GLI ESORDI, L'UDINESE IN CHAMPIONS E LA NAZIONALE - Nato a Livorno nel 1975, si approccia subito al mondo del pallone: inizia a giocare nelle giovanili dell'Alessandria e dell'Udinese, con cui vince la Coppa Italia Primavera, esordendo tra i professionisti a soli 19 anni con la maglia dei grigi, prima dei prestiti alla Juve Stabia e al Lecce, dove inizia a imporre il proprio gioco. Centrocampista di fascia bravo in tutte le fasi, ma in grado di essere schierato canche come mezzala, a 22 anni debutta in Serie A con la maglia dei friulani, contro la Fiorentina: è l'Udinese dei miracoli, quella di Alberto Zaccheroni, capace di giungere terza in campionato alle spalle di Juve e Inter e di qualificarsi alla Champions League. Bachini cresce al fianco di compagni del calibro di Bierhoff, Helveg, Walem, Amoroso, Locatelli, Jorgensen e Appiah, imponendosi come giovane promessa e realizzando 6 reti in 55 presenze distribuite su due stagioni, tanto da debuttare nella Nazionale maggiore allenata da Dino Zoff, dopo 4 presenze nell'Under 21.
LA JUVE, LO SCAMBIO COL PARMA PER BUFFON E IL BRESCIA - Il futuro sembra radioso: nell'estate del 1999 viene infatti acquistato niente meno che dalla Juventus, richiesto da Marcello Lippi ma allenato poi dal suo sostituto Carlo Ancelotti. Ma a Torino, dove Bachini doveva esplodere definitivamente, le cose volgono al peggio: in due stagioni viene utilizzato con il contagocce, anche se l'ambientamento è buono e le aspettative sono molte. Viene mandato in prestito al Brescia per giocare di più, in estate torna a Torino ma nella Vecchia Signora per lui non c'è spazio: il suo nome sale alla ribalta delle cronache perché rientra nell'affare che porta Gianluigi Buffon alla Juve da Parma, compiendo il percorso inverso a titolo definitivo, con una valutazione di 35 miliardi di lire. L'esperienza emiliana dura pochi mesi nei quali non viene mai impiegato, così Bachini torna a Brescia, dove sembra finalmente poter trovare regolarità: certo, sa che non diventerà più un giocatore da top club, come sperava, ma è consapevole di poter condurre un'onesta carriera. Fino al primo salto negl Inferi.
L'INCUBO DELLA COCAINA. LA SQUALIFICA E LA RADIAZIONE - Fuori dal campo infatti la situazione peggiora. Cominciano gli errori, le cadute e le ricadute, i pentimenti: nel 2004 arriva la squalifica per un anno e il licenziamento da parte del Brescia, dopo che Bachini viene trovato positivo ai metaboliti della cocaina. L'allora presidente dei lombardi Gino Corioni non accetta spiegazioni e lascia il centrocampista senza squadra. L'estate seguente alla fine della squalifica viene ingaggiato dal Siena, ma la carriera del livornese è già agli sgoccioli a soli 30 anni: viene infatti trovato nuovamente positivo al test della cocaina richiesto e i toscani rescindono unilateralmente il contratto. Bachini viene dapprima sospeso in via cautelativa e infine squalificato a vita, con conseguente radiazione. Buio.
BACHINI OGGI: DA CALCIATORE A OPERAIO - Tredici anni dopo, che fine ha fatto? L'ex calciatore ha chiesto invano la grazia alla Figc e al Coni, è impossibilitato nello svolgere un corso da allenatore perché il mondo del calcio l'ha ripudiato dopo gli errori commessi, mentre la giustizia ordinaria ancora non si è espressa. Oggi Bachini abita a Livorno con la compagna Sabina, con la quale lavora in una ditta che si occupa di logistica nel porto.
LA RICHIESTA DELLA GRAZIA - In settimana ha parlato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Confido in Gianni Infantino, presidente della Fifa: solo lui può darmi la grazia. Spero che venga a conoscenza della mia storia e rifletta su questa opportunità. Il perdono sarebbe un messaggio prezioso anche per i ragazzi. Io non ho fatto male a nessuno tranne che a me stesso: è giusto che paghi per sempre? Sono passati oltre tredici anni: se avessi ammazzato qualcuno, forse adesso sarei libero. Invece credo di essere l’unico o tra i pochissimi calciatori squalificati a vita". Da calciatore a operaio, in tredici anni Bachini ha sofferto e pagato abbastanza.
@AleDigio89
Diciamo che continui a definirti e risponderti da solo....mi spiace ma io non sono un antisportivo del tuo livello....apprezzo anche gli avversari che perdono o mi battono ma sul campo (non nei tribunali ecco perchè detesto solo l'Inter) ....puoi benissimo odiare il mondo bianconero....spero che di conseguenza non tifi neanche per la Nazionale quando ci giocano gli juventini ovviamente....perchè oltre ad essere antisportivo saresti anche un bell'ipocrita per non dire semplicemente poco intelligente...ma quello ormai era evidente.
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