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  • Che fine ha fatto? Benarrivo, dal grande Parma di Scala ai cantieri

    Che fine ha fatto? Benarrivo, dal grande Parma di Scala ai cantieri

    Sono giorni tristi per il Parma e i suoi tifosi. A poche settimane dalla retrocessione in Serie B, e in attesa che un acquirente presenti un'offerta all'asta giudiziaria per
    entrare in possesso della società, calciomercato.com dedica il numero odierno dellla rubrica 'Che fine ha fatto?' ad un simbolo del club gialloblu. Crespo, Buffon, Veron, Cannavaro, Thuram e Zola sono solo alcuni dei campioni che hanno militato tra le fila dei ducali durante gli anni '90, ma la nostra attenzione si focalizza su Antonio Benarrivo, che quel Parma vincente in Italia e in Europa lo ha visto nascere e crescere, e che ha avuto il privilegio di alzare al cielo tutti gli otto trofei presenti nella bacheca dei crociati.

    CESTISTA MANCATO - Benarrivo nasce a Brindisi nel 1968, e proprio nella città pugliese muove i primi passi sui campi da calcio, non prima di aver però provato un'esperienza nel basket, nel ruolo di playmaker. Forse a causa dell'altezza non certo da cestista (che gli varrà il soprannome di Pollicino), decide di abbandonare il parquet e si dedica a tempo pieno ai biancoazzurri brindisini, con il quale compie tutte le trafila delle giovanili fino ad esordire in prima squadra nel campionato di Serie C all'età di 18 anni. Dopo due stagioni passate a percorrere la fascia destra in Puglia, accetta di trasferirsi a Padova nella serie cadetta. La squadra di mister Colautti, grazie anche al contributo di giocatori del calibro di Angelo Di Livio e di un giovane Albertini, sfiora la promozione in Serie A nella stagione 1990-1991, ma la delusione per l'ala brindisina dura solo poche settimane.

    ALLA CONQUISTA DELL'EUROPA - Proprio nella stagione 1990-1991 si affaccia al calcio che conta una nuova piccola realtà. Il Parma, sponsorizzato da un colosso industriale come Parmalat e fresco di una storica promozione sotto la guida di Nevio Scala, conquista un ottimo quinto posto. Ma lo sponsor, capitanato da Calisto Tanzi, non si accontenta di un piazzamento di prestigio e decide di investire in vista degli impegni di Coppa Uefa. In gialloblu arrivano il portiere Ballotta e due terzini: Di Chiara e, appunto, Benarrivo, che conquista da subito una maglia da titolare nel 5-3-2 di Scala. I ducali finiscono la stagione al settimo posto, ma conquistano inaspettatamente la Coppa Italia contro la Juventus. Nella stagione 1992-1993 i crociati si piazzano al terzo posto in campionato, e trionfano in Coppa delle Coppe battendo l'Anversa per 3-1 nello storico stadio inglese di Webley. Sempre la Coppa delle Coppe viene sfiorata l'anno successivo, quando l'Arsenal di Graham si impone per 1-0 nella finale di Copenaghen. L'innesto di Couto, Sensini, Zola, Dino Baggio e Asprilla rendono il Parma di Scala non più una magnifica "provinciale" ma una vera e propria corazzata capace di competere in ambito nazionale e internazionale. La stagione 1994-1995 vede i ducali impegnati su tre fronti contro la Juventus di Lippi. I bianconeri riescono a imporsi in campo nazionale conquistando Scudetto e Coppa Italia, ma devono arrendersi agli emiliani nella doppia finale di Coppa Uefa, successo che permette ai gialloblu di entrare di diritto nel club delle sette sorelle. A stupire tifosi e critica è la grande organizzazione tattica e il dinamismo dei crociati, che li rende avversari ostici per chiunque. In una squadra formata da talenti del calibro di Zola, Asprilla e Sensini, gli idoli dei tifosi rimagono Di Chiara e Benarrivo, collaudatissima coppia di terzini che si rende protagonista di continue discese sulle fasce laterali dalle quali fioccano cross e palle gol per gli attaccanti. Nell'estate del 1995 Calisto Tanzi decide di infiammare ulterioremente la piazza e mette a segno il colpo ad effetto acquistando il Pallone d'Oro bulgaro Hristo Stoichkov, innesto che si rivelerà tutt'altro che decisivo e che finirà per compromettere il rendimento del fantasista Gianfranco Zola e porterà all'esonero di Scala in seguito ad un anonimo sesto posto in campionato.

    LA SECONDA COPPA UEFA - In sede di mercato, per facilitare il compito al nuovo tecnico Carlo Ancelotti, il presidente Tanzi riesce a chiudere gli acquisti di tre pezzi da 90 come Thuram, Chiesa e Crespo, che si vanno ad aggiungere ai baby prodigi Cannavaro e Buffon. I risultati non tardano ad arrivare: dopo un inizio di campionato lento in cui Benarrivo, autentico perno della squadra, deve rimanere lontano dai campi per un infortunio, i ducali si rendono protagonisti di un ottimo girone di ritorno che li porta a lottare per il titolo fino al termine della stagione con la Juventus. Nonostante un secondo posto a sole due lunghezze dai bianconeri i gialloblu riescono a centrare la prima storica qualificazione in Champions League. Nella stagione successiva, quando la squadra è chiamata a compiere il definitivo salto di qualità, arrivano le prime delusioni: nella massima competizione europea i ducali vengono eliminati nella fase a girone dai campioni in carica del Borussia Dortmund guidati dall'ex Nevio Scala, mentre il quinto posto in campionato costa la panchina al tecnico emiliano. La squadra viene affidata al giovane Malesani, che con il suo calcio spettacolare e una personalità esplosiva impiega poco tempo a conquistare il Tardini. Gli innesti di due giocatori di assoluto livello come l'argentino Veron e l'ex laziale Fuser permettono al Parma di conquistare uno storico double. Sono il Marsiglia in Coppa Uefa e la Fiorentina in Coppa Italia ad arrendersi ai ragazzi di Malesani.

    IL DECLINO - I successi dei ducali proseguono nella stagione 1999/2000 con la vittoria della Supercoppa Italiana ai danni del Milan, ma le prestazioni della squadra iniziano a calare vertiginosamente, così come quelle di Benarrivo, utilizzato sempre meno dal tecnico fino a perdere la maglia da titolare. Nonostante un impiego sempre più sporadico, il terzino brindisino riesce a dare il proprio contributo sia all'interno dello spogliatoio, orfano di Crespo, Thuram e Buffon, sia nelle occasioni in cui viene chiamato in campo, contribuendo alla vittoria della Coppa Italia nella finale contro la Juventus del maggio 2001, per quello che rimane l'ultimo trofeo alzato al cielo dal Parma e da Benarrivo con la fascia di capitano al braccio. Nel 2004, dopo 258 presenze che lo rendono il giocatore con più partite in Serie A della storia crociata e che valgono il quinto posto nella classifica delle presenze assolute, decide di ritirarsi.

    UN SUCCESSO SOLO SFIORATO - Il nome di Benarrivo e gli otto trofei conquistati rimarranno per sempre nella storia del Parma, così come avrebbe potuto rimanere impresso nella storia della Nazionale azzurra se solo Carlos Alberto Pereira e il suo Brasile non si fossero interposti sulla strada degli uomini di Sacchi in quella che rimarrà per sempre ricordata come la finale dei tre rigori sbagliati da Massaro, Baggio e Baresi al Rose Bowl di Pasadena. Benarrivo, partito come riserva dei milanisti Maldini e Tassotti, si è guadagnato il posto da titolare in seguito all'infortunio di Baresi e alla squalifica di Tassotti, risultando sempre uno dei più positivi della spedizione azzurra in USA.

    TRA COVERCIANO E I CANTIERI - Dopo aver appeso le scarpette al chiodo Benarrivo è tornato nella sua Brindisi, dove ha aperto un'impresa edile di notevoli

    dimensioni e successo. Nel 2013 ha frequentato e completato il corso per diventare allenatore a Coverciano insieme a Crespo,Grosso, Oddo e Zambrotta.

    Massimiliano Cappello


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