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  • Che fine ha fatto? Gresko, da incubo dei tifosi dell'Inter alle performance teatrali

    Che fine ha fatto? Gresko, da incubo dei tifosi dell'Inter alle performance teatrali

    • Alessandro Di Gioia
    Alcune persone, nella vita, non le incontriamo per scelta, ma perché il destino ha previsto che entrassero, per un motivo o per l'altro, a fare parte del nostro percorso: il fil rouge che collega un calciatore slovacco nato nel 1977 a Banská Bystrica e l'Inter fa parte proprio di questo tipo di legami, imprevisti e letali. Non bastò neppure Luis Nazario de Lima Ronaldo, probabilmente il giocatore più forte del mondo del dopo Maradona, a riuscire ad interrompere questa connessione malvagia, fatidica per tutti i tifosi nerazzurri. Il giorno, lo ricorderete tutti, era il 5 maggio 2002: in quel pomeriggio di mezza estate si consumò uno dei drammi sportivi più agghiaccianti dello sport italiano, e l'involontario protagonista si rivelò proprio quel difensore slovacco, un certo Vratislav Gresko.

    14 MILIARDI DI RIMPIANTI - Dopo i primi anni di carriera in patria, una Slovacchia a quei tempi ancora lontana dai fasti calcistici odierni, quel terzino timido e gran corridore passò al Bayer Leverkusen, prima di essere acquistato dall'Inter per 14 miliardi di lire: contratto di cinque anni e la consapevolezza di avere finalmente posto un rimedio all'annoso problema della fascia sinistra, ancora senza un padrone sin dai tempi di Roberto Carlos. La prima annata non entusiasmante, la seconda buona, ma con un epilogo tragico: Lazio-Inter 4-2 fu il segno della croce di Massimo Moratti e delle lacrime di Ronaldo. Nella mente lo sciagurato retropassaggio di Gresko a Toldo, che consentì a Poborsky di realizzare il gol del 2-2, poi culminato con il 4-2, e di mandare l'Inter all'Inferno.



    MILANO NEL CUORE - Una carriera di fatto chiusa in quel modo: qualche comparsata al Parma, in Germania di nuovo al Bayer e al Norimberga non gli consentirono la redenzione. Oggi Gresko è tornato a casa e ha smesso di giocare a pallone: parla perfettamente quattro lingue, inglese, tedesco, italiano e russo. Non ha dimenticato l'Inter e il suo passato a Milano, tiene nel cuore Moratti e Tardelli, che lo volle in nerazzurro. Ancora in contatto con Di Biagio, Zanetti e Toldo, spesso torna nel Bel Paese, dove ancora lo riconoscono.

    UNA VITA PER IL TEATRO - Attualmente vive nella sua città natale, Banska Bystrica. Subito dopo il ritiro la dirigenza del Podbrezova, ultima sua squadra di club, gli ha offerto un ruolo dirigenziale, che ha deciso di non accettare. Oggi infatti Gresko ha cambiato vita, si occupa di teatro: passione che coltiva da anni, ha deciso di aprire uno spazio nella sua città. Nel suo teatro recitano solo attori veri e lui si occupa di organizzare il programma, fare i calendari e mi occuparsi di marketing. E quel 5 maggio, tra un Re Lear e un Macbeth, è sempre più lontano...

    @AleDigio89

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