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  • Che fine ha fatto? Juve, il 'loco' Esnaider
Che fine ha fatto? Juve, il 'loco' Esnaider

Che fine ha fatto? Juve, il 'loco' Esnaider

  • Alessandro Di Gioia
Anche la Juventus ha i suoi Carneadi: corre l'anno 1998, Alessandro Del Piero è rimasto vittima di un grave infortunio al gionocchio e l'allora ad dei bianconeri Luciano Moggi è chiamato nella non semplice impresa di trovargli un sostituto. Il nome è quello del turco Hakan Sukur, attaccante del Galatasaray che poi approderà comunque in Italia senza successo, all'Inter. Le richieste troppo esose della punta del Bosforo convincono però Big Luciano a puntare su un argentino, un attaccante forte di testa, con uno spiccato senso del gol, ma noto anche per il carattere ribelle, che lo porterà spesso a non avere un buon rapporto con compagni e allenatori. Quel tale si chiama Juan Eduardo Esnaider, è nato a Mar della Plata in Argentina, ha origini europee (Esnaider deriva dal tedesco Schneider), e arriva da due ottime annate in Spagna, nell'Atletico Madrid e nell'Espanyol, dopo essere approdato nel Vecchio Continente grazie al Real Madrid.

TESTA CALDA - Giovane promessa del calcio sudamericano, cresciuta nel Ferro Carril Oeste, nel 1991 partecipò al Mondiale Under 20 con l'Argentina, in Portogallo. In questa competizione aggredì in campo un avversario e ricevette una squalifica internazionale di un anno. Nonostante ciò, fu acquistato lo stesso dal Real Madrid, che lo fece crescere inizialmente nella squadra satellite del Real Madrid B. In Segunda División realizzò 18 gol in 44 partite ma di fatto non riuscì mai ad imporsi concretamente in prima squadra. Trovando poco spazio nei Blancos, fu ceduto al Real Saragozza, con cui vinse la Coppa del Re 1993-1994 e la Coppa delle Coppe 1994-1995, segnando una rete in finale e divenendo il capocannoniere del torneo. Il Real lo ricomprò, per poi cederlo all'Atletico, dove ebbe un buon rendimento rovinato dalle sue pessime relazioni con il tecnico Radomir Antić. Passa quindi all'Espanyol, ma anche a Barcellona le cose non migliorano: un giorno prende a pugni il compagno di squadra Miguel Ángel Benítez, perché aveva attaccato i compagni in pubblico.

TORINO AMARA - A quel punto, ecco l'offerta della Juve: per 15 miliardi di vecchie lire e per un quadriennale da 2,3 miliardi l'anno, il 26enne Esnaider viene preso, impacchettato e spedito in Italia. Le tifose vanno in visibilio per quel belloccio dai tratti simili ad Antonio Banderas, i tifosi sono invece un po'scettici: ed hanno ragione, visto che dopo una presentazione da fuoriclasse, nella quale dichiara di "essere pronto per portare la Champions League a Torino", il rendimento in campo è assolutamente modesto. Il bilancio a fine campionato è miserrimo: sedici presenze, zero reti. Realizza solo due gol, uno in Coppa Italia, ed uno in Coppa Uefa contro i ciprioti dell’Omonia Nicosia. Luciano Moggi, che stupido non era, capisce l'errore e gli prepara i bagagli.

PERCORSO INVERSO - L'argentino torna in Spagna, al Saragozza, dove gli torna momentaneamente anche il sorriso: nelle stagioni che vanno dal 1993 al 1995 disputa 61 partite e realizza 29 gol. Infine va al Porto, dove colleziona un'altra parentesi sfortunata, prima di terminare la carriera tra Murcia e Newell's Old Boys, in patria. Nel 2005 smette definitivamente con il pallone, dopo aver collezionato tre presenze con la nazionale argentina.

ESNAIDER OGGI - Dopo una breve carriera da opinionista, diventa subito viceallenatore del Getafe, lavorando con l'ex allenatore della cantera del Real Madrid e attuale mister dell'Olympiacos, Michel, per le ultime 5 partite della stagione 2008-2009: qui raggiunge la salvezza e le semifinali di Coppa del Re. A quel punto lascia il club, per cercare un incarico da primo allenatore: dove se non a Saragozza? In Aragona Esnaider diventa l’allenatore della squadra riserve del Real ed è anche direttore della Ciudad Deportiva. Nel frattempo, purtroppo, viene però colpito da un gravissimo lutto: nel dicembre 2012 muore infatti il figlio 17enne, affetto da una grave malattia. Lutto che lo spinge a tornare in Argentina, dove tuttora ricopre la carica di manager del Cadetes de San Martin di Mar del Plata e dove sicuramente non rimpiange quei dodici mesi a Torino. Ma nemmeno i tifosi lo rimpiangono.
 

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