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  • Che fine ha fatto? O'Neill: dalla Juve alla miseria per alcool, donne e gioco

    Che fine ha fatto? O'Neill: dalla Juve alla miseria per alcool, donne e gioco

    • Alessandro Di Gioia
    "De caelo in caenum", dicevano i latini, "dalle stelle alle stalle", diciamo noi: chissà come lo dice Fabian O'Neill, centrocampista uruguaiano classe '73, ex Cagliari, Juve e Perugia, dotato di una tecnica fuori dal comune ma al contempo di una "testa matta" che non si addiceva ad un calciatore professionista. Non si addiceva, e non si addice, visto come è finito oggi uno dei centrocampisti dal miglior tocco e dalla più limpida visione di gioco transitati dal Belpaese negli ultimi 25 anni. Per rappresentarlo al meglio, abbiamo scelto una frase pronunciata dall'attuale allenatore della Nazionale italiana, Giampiero Ventura, che ebbe il piacere e la fortuna di allenarlo nel Cagliari: "Il giocatore più forte che abbia mai allenato? Sicuramente Fabian O'Neill. Peccato che avesse qualche problema con l'alcool, per usare un eufemismo". Parole e musica.

    SCOVATO DA CELLINO, AMATO DA VENTURA - Un novello George Best o Paul Gascoigne, dal sapore latino: O' Neill (foto Tuttosport.it) comincia a giocare nel Defensor, squadra del suo paese, prima di entrare a far parte del settore giovanile di una delle squadre più importanti d'Uruguay, il Nacional de Montevideo, con il quale esordisce nel 1992, a 19 anni, vincendo il campionato. Il Cagliari di Cellino, sempre attento ai talenti provenienti dal Sudamerica, lo acquista: con i rossoblu vive il periodo più bello della sua carriera, giocando da titolare per cinque stagioni consecutive, di cui quattro in serie A e una in Serie B, totalizzando in tutto 120 presenze e 12 gol. Mica male per una squadra, come quella sarda, abituata a fare su e giù tra massima serie e cadetteria. 

    DALLA JUVE DEI FENOMENI ALL'INIZIO DEL BURRONE - Nell'estate del 2000 arriva la grande chiamata, quella che proprio non si può rifiutare: lo vuole la Juventus di Luciano Moggi e Carlo Ancelotti, che può contare sul calibro di campioni come Alex Del Piero, David Trezeguet e Zinedine Zidane (con cui instaurerà un ottimo rapporto di amicizia), e nella quale militano già due calciatori uruguaiani, il difensore Paolo Montero e l'attaccante Daniel Fonseca. La Vecchia Signora lo paga la bellezza di 18 miliardi di lire più il prestito di Ametrano, ma lo stile di vita non impeccabile dell'uruguaiano ne condiziona pesantemente il rendimento: con i bianconeri non riesce a ripetere le ottime prestazioni messe in mostra nel Cagliari, smarrendo anche la forma fisica e disputando solamente 14 presenze in due anni.

    RITIRO A 29 ANNI - Nel gennaio del 2002 la sua travagliata storia con la Juve e Torino finisce: viene infatti ceduto al Perugia, nell'ambito della trattativa che portò Davide Baiocco in bianconero. Anche in Umbria, le cose non vanno affatto bene, tanto che O'Neill decide di tornare a Cagliari, per provare a ritrovare lo smalto perso e corrette abitudini: tutto sbagliato, in Sardegna non scende mai in campo a causa dei problemi extracalcistici, che lo spingono prima a tornare in Uruguay, al Nacional, e poi ad appendere le scarpette al chiodo, a soli 29 anni, dopo una buona ma fugace carriera che gli consente di racimolare anche 20 presenze in nazionale, compresa la fase finale del Mondiale 2002, e che lo fa entrare di diritto nella Hall of Fame del Cagliari.

    DA IDOLO DI ZIDANE A NULLATENENTE - Ma il peggio deve ancora venire: colui che venne definito da Zidane come "il giocatore più talentuoso che ho mai visto giocare" continua a precipitare, tanto da dissipare 14 milioni di dollari accumulati nel corso dei suoi anni come calciatore tra donne, alcool e scommesse. Impossibile aiutarlo, impossibile arrestare quel processo di autodistruzione entrato in atto nella sua mente. E oggi? Oggi O'Neill è praticamente in miseria, dà una mano in un bar di Montevideo aiutando la proprietaria, figlia di un amico. Non avrebbe dovuto toccare alcool per tre anni, ma ha resistito soltanto un mese, mentre con le donne e le scommesse va decisamente meglio, anche per la mancanza di fondi. Vive in casa della suocera con sua moglie Andrea e il figlio Favio, che ha 14 anni e gioca nelle giovanili del Nacional, e a causa del suo vizio ha anche dovuto subire un intervento alla vescica.
     
    'CAVALLI LENTI E DONNE VELOCI' - Ecco uno stralcio di una sua intervista a El Pais: "La gente mi conosce e non si stupisce di vedermi così. L'Italia? Al Cagliari ero un idolo, alla Juventus giocavo con tanti fenomeni, tra cui Zidane, e scesi nelle gerarchie. Ricordo che a Cagliari lottavamo per non retrocedere, io andavo in spiaggia e i tifosi mi gridavano: "Ubriacone!". E quando fummo promossi quegli stessi tifosi mi pagarono da bere. Il calcio è così. La verità è che non mi piace molto lavorare, vorrei fare il talent-scout. Almeno non sarei costretto a stare in giacca e cravatta o chiuso in qualche ufficio. Già quando ero capitano del Cagliari andavo in tuta anche quando avrei dovuto vestire elegante, ma ero un buon capitano, responsabile. Facevo del male solo a me stesso, la vita mi ha fatto così: ribelle e orgoglioso. Nemmeno le donne sono riuscite a cambiarmi anche se ci hanno provato in tante. Cosa mi ha fregato? Cavalli lenti e donne veloci". Peccato, Fabian. 

    @AleDigio89

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