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  • Che fine ha fatto? Rustico, dall'Atalanta all'azienda agricola e ai centri sociali

    Che fine ha fatto? Rustico, dall'Atalanta all'azienda agricola e ai centri sociali

    • Alessandro Di Gioia
    Fabio Rustico non è stato un calciatore come gli altri: già a partire dal suo nome, quello di un famoso storico latino amico di Seneca, si poteva intuire che la sua vita non sarebbe stata una vita comune e che il calcio sarebbe stata solamente una piccola parte della sua esistenza. Prima di altri lidi, prima di altri lavori, il tutto condito da un'ideologia ben precisa. 

    IL SETTORE GIOVANILE NELLA DEA E L'ESORDIO CON MONDONICO - Di origini siciliane, Rustico nasce a Bergamo nel 1976, e fin dalla giovane età prova a realizzare il suo sogno, quello di diventare un calciatore: dopo alcune stagioni passate nel prolifico settore giovanile dell'Atalanta riesce ad arrivare in prima squadra ma non si afferma, tanto che i dirigenti della Dea scelgono di cederlo in prestito prima al Leffe, in Serie C, e poi addirittura alla Solbiatese, in Serie D. Nella stagione 1996/1997 torna però a Bergamo e sotto l'egida del compianto Emiliano Mondonico, allenatore in quella stagione, termina l'anno con un buon piazzamento a metà classifica. La squadra orobica vive diversi momenti particolari durante quel periodo: Filippo Inzaghi si laurea capocannoniere, ma di contraltare si consuma anche la tragedia di Federico Pisani, giovane calciatore della Dea che muore a 23 anni in un incidente stradale. 

    DALLA BARBA ALLA PANDA, DALLA BANDIERA DELLA PACE ALL'IDEOLOGIA DI SINISTRA - I primi minuti ufficiali di Rustico in Serie A sono quelli finali di  Atalanta-Fiorentina, alla seconda di campionato: schierato al posto di Sottil per marcare Lulù Oliveira e Gabriel Omar Batistuta, Rustico non delude, mordendo le caviglie agli avanti avversari in un match che si conclude sul 2-2. Il debutto positivo gli permise di trovare un posto in pianta stabile per tutta la stagione, e durante l'estate fu persino aggregato alla Nazionale Under 23, che partecipò e vinse i Giochi del Mediterraneo del 1997. Difensore rude e grintoso, non dotato di grandi mezzi tecnici, si impone per la propria generosità e per il carisma, che gli consentono di disputare ben 124 presenze in A, dal 1996 al 2005, con Prandelli, Mutti e Vavassori. Le sue caratteristiche principali sono lo spirito di sacrificio e una perizia nell'allenamento sconosciuta alla maggior parte dei calciatori: difficilmente intervistato sui temi di campo, spesso si faceva notare dai giornali per alcune scelte bizzarre, come la barba lunga da boscaiolo o la Panda rossa utilizzata per andare agli allenamenti, fino alla bandiera della Pace esposta in campo ma soprattutto a una simpatia di sinistra mai troppo nascosta, con la frequentazione di alcuni centri sociali di Bergamo.

    DALLA POLITICA ALL'AGRITURISMO - Nel corso della sua carriera marca attaccanti come Alen Boksic e Ronaldo, rimediando anche un cartellino rosso in un match disputato contro il brasiliano, senza mai mollare un colpo: stessa qualità che conserverà anche alla fine della carriera, che lo vedrà protagonista nel campo della politica, fino all’elezione al Comune di Bergamo del 2004 e all'incarico come Assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili, per determinati periodi in coabitazione con la carriera sportiva. Dopo aver abbandonato il campo, Rustico continuò l’impegno politico, prima di concentrarsi su nuovo lavoro, la gestione di un agriturismo a Pantelleria e la conseguente candidatura alle elezioni comunali di Mazara del Vallo.

    RUSTICO OGGI - Ecco cosa racconta Rustico ora della sua vita a Bergampost: "Sono contentissimo perché ho la fortuna di vivere in un posto bellissimo come la Sicilia. Ho un’azienda agricola con terreni tra l’isola di Pantelleria, Selinunte e Mazara del Vallo. Mi sono dedicato a sistemare i campi, ho piantato vigne e uliveti per mettere tutto a regime. A Pantelleria coltivo i capperi, a Selinunte ho da poco avviato un allevamento di lumache e stiamo già producendo anche olio. E’ un lavoro iniziato da poco ma che richiede tempo e tanto impegno. Ogni 20 giorni torno a Bergamo, vedo i miei figli e passo da mio padre in ufficio per la gestione amministrativa dell’attività agricola siciliana". Senza mai perdere la consueta ironia: "Non ho molto da raccontare, faccio il contadino. Praticamente, è cambiato pochissimo: prima facevo lo zappatore in campo e adesso lo faccio sotto il sole della Sicilia". Il sorriso e l'ironia sono quelli di sempre: Rustico ha saputo riciclarsi al meglio. 

    @AleDigio89

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