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  • VIDEO Che fine ha fatto? Valderrama, dal 10 della Colombia alle fiction e statue

    VIDEO Che fine ha fatto? Valderrama, dal 10 della Colombia alle fiction e statue

    Quella del protagonista del "Che fine ha fatto?" odierno non è una storia come tutte le altre: infatti pochi calciatori hanno saputo influire sugli usi e costumi del proprio paese come fece in Colombia Carlos Alberto Valderrama. Tanto da diventare un'icona, a prescindere dall'eccelso stile di gioco, dentro e fuori dal campo. I ricci capelli biondi sono diventati la sua caratteristica distintiva, assieme a vari accessori come collane e braccialetti e agli appariscenti baffi neri. Insieme al soprannome: El Pibe, "il bambino", che lo accomuna ad un certo Diego Armando Maradona, oppure il "Gullit biondo"

    CARLOS 'DAI PIEDI STORTI' - Nasce a Santa Marta, sul Mar dei Caraibi, il 2 settembre del 1961: l'infanzia non è facile dal punto di vista economico, ma è molto felice. Carlos passa il tempo con i 10 fratelli e il cugino Alex Valderrama, detto Didì, che diventerà anche lui un giocatore professionista. Ma fu grazie al padre Carlos detto Jaricho, professore di matematica, che il piccolo apprese l'amore per il pallone: tante ore trascorse assieme, a giocare e rincorrersi, in una storia famigliare da elogiare, a differenza che in molti altri casi di calciatori sudamericani. Il soprannome Pibe fu coniato proprio da Jaricho, e gli rimase quando nel 1979, dopo essersi diplomato, firmò per l'Union Magdalena. Si distinse da subito per un gioco fluido, di classe e ricco di dribbling, tanto che Eduardo Galeano, fenomenale giornalista uruguaiano di adozione argentina, scrisse che aveva i piedi storti, che gli servivano però per "nascondere" il pallone agli avversari.

    CONQUISTATORE DI EUROPA E USA - Notato dagli emissari dei Millonarios, club di Bogota, Carlos a 14 anni si trasferì nella capitale: qui però non riuscì ad affarmarsi, complice il mancato adattamento ad una città ritenuta "fredda e troppo grande". Fu nel Deportivo Calì, altra importante città colombiana, che Valderrama trovò il suo El Dorado: l'allenatore Vladimir Popovic, ex centrocampista jugoslavo, si rivelò fondamentale per la sua crescita. Centotrentuno presenze e ventidue gol in tre anni, che gli fanno meritare la grande chiamata, quella dall'Europa: a ventisette anni passa al Montpellier, club definito dai tabloid "fortunato per esserselo accaparrato". Dopo due buone stagioni in Francia passa al Valladolid, dove giocano due suoi compagni di nazionale René Higuita e Leonel Álvarez, e allenata dal suo ex ct in nazionale, Francisco Maturana. Dopo l'esonero di Maturana, Valderrama decise di tornare in Colombia, prima di iniziare da "pioniere" un'esperienza negli USA, nel neonato campionato di calcio americano: prima con i Tampa Bay Mutiny, poi nei Miami Fusion e infine nei Colorado Rapids, Carlos divenne un ambasciatore del pallone tra i cowboys.

    NAZIONALE DORATA, POI IL DELITTO ESCOBAR - Con la maglia della Colombia Valderrama disputa 111 partite, realizzando 11 reti, e centrando tre bronzi in tre edizioni differenti di Coppa America. Ma il punto più alto lo raggiunge ai Mondiali del 1990: in Italia la nazionale dei Cafeteros riesce a qualificarsi agli ottavi di finale, come miglior terza, dietro a Germania Ovest e Jugoslavia. Valderrama fu decisivo con l'assist a Rincon, che pareggiò la rete del tedesco Littbarski e realizzò il sogno colombiano. L'eliminazione patita con il Camerun e, quattro anni dopo negli USA, la precoce eliminazione nel girone iniziale di una squadra accreditata addirittura per la vittoria finale, portarono Valderrama al ritiro dalla nazionale, scosso per l'omicidio del compagno di squadra Andres Escobar.

    VIDA LOCA - Valderrama seppe sempre fare parlare di sè anche fuori dal campo: sposatosi a diciassette anni, ebbe sei figli. La sua caratteristica capigliatura, ispirata allo stile afro, venne da lui ideata all'età di diciotto anni quando, raggiunta la maggiore età, si considerò un "uomo libero" e decise pertanto di farsi crescere i capelli come più desiderava. Ebbe alcuni problemi con la giustizia, per l'aggressione ad alcuni agenti di polizia, e generò anche un figlio illegittimo con una giornalista colombiana, riconosciuto solo dopo la sua nascita. Nel 2008 ha ricevuto una laurea honoris causa dall'Università di Magdalena, non prima di essere diventato un testimonial del calcio USA e di avere aperto un accademia calcistica a Barranquilla.

    TRA STATUE E PUBBLICITA' - A Santa Marta, sua città natale, gli hanno dedicato una statua dalla faccia di bronzo e i riccioli d'oro, considerata un capolavoro di arte kitsch. Ma non è finita qui: Valderrama ha saputo dilettarsi anche come attore di "Por Un Puñado De Pelos", "Per un pugno di capelli", una commedia argentina incentrata sugli abitanti di una cittadina che, a causa di strane sostanze nell'acqua che esce dai rubinetti, vedono un aumento indiscriminato dei propri capelli. Diventò poi protagonista di alcuni spot pubblicitari, ad esempio quello delle patatine al pollo Margarita. Vedere per credere...

    Alessandro Di Gioia
    @AleDigio89




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