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  • Che fine hanno fatto? Masinga e Mboma, da bomber dell'Africa Nera alla scrivania

    Che fine hanno fatto? Masinga e Mboma, da bomber dell'Africa Nera alla scrivania

    La rubrica "Che fine ha fatto?" di oggi si sofferma su due tra i più grandi calciatori africani transitati dal nostro paese, due attaccanti che hanno letteralmente infiammato le piazze del Bel Paese nelle quali hanno militato: stiamo parlando di Philemon Raul Masinga, detto Phil, centravanti del Bari dal 1997 al 2001, e di Henri Patrick Mboma Dem, per gli amici Patrick "Magique" Mboma, attaccante di Cagliari e Parma tra il 1998 e il 2002. Entrambi hanno contribuito a diffondere il calcio africano in Italia, in un periodo, gli anni '90, nel quale questo non era ancora apprezzato da tutto il mondo come oggi, e giocatori come Drogba, Eto'o e Yaya Tourè dovevano ancora affacciarsi alla ribalta internazionale.

    MASINGA IL SUPEREROE - Phil Masinga nasce in un paesino vicino a Johannesburg, in Sudafrica, nel 1969: la madre era proprietaria di una pompa di benzina, e seppur condizionato durante l'adolescenza dall'Apartheid, cresce in una famiglia della piccola borghesia che non gli fa mancare nulla. Dopo aver compiuto tutta la trafila giovanile ed aver esordito nella massima serie del suo paese, lo nota il Leeds United, che non resiste al fascino di quell'attaccante forte come un leone e robusto come un armadio: per 275mila sterline Philemon arriva nella Terra d'Albione, nella quale però non riesce ad ambientarsi, realizzando solamente 4 gol in due stagioni di Championship. Si trasferisce dunque in Svizzera, al San Gallo, dove contribuisce con le sue reti alla salvezza dei biancoverdi: in Italia lo nota la Salernitana, che poi lo cede al Bari di Matarrese, che se lo accaparra per fargli fare coppia con la giovane promessa barese Nicola Ventola. Nel 1997 arriva dunque nei Galletti, dove diventa subito un idolo per la tifoseria: poche parole, tanti fatti e soprattutto gol importanti. In 4 stagioni disputa quattro di campionati di serie A, realizzando 25 reti in 75 presenze con i pugliesi: impossibile dimenticare una sua rete a Pagliuca, in una famosissima vittoria del Bari contro l'Inter al San Nicola, nel 1998. L'ottima stagione con i biancorossi gli consente di disputare il primo storico Mondiale della sua nazionale, i "Bafana Bafana". Lascerà il capoluogo pugliese solo nel 2001 per il petroldollari dell'Al Wahda, e per l'esplosione di un giovane Antonio Cassano, che lo aveva relegato in panchina. Si ritira un anno dopo, nel 2002.

    PATRICK "MAGIQUE" - Un altro attaccante africano con il vizio del gol, nato però un bel po' più a nord di Masinga, a Douala, città più popolosa del Camerun, è Patrick Mboma. Connazionale del più famoso Samuel Eto'o, si trasferisce in Francia giovanissimo: qui esordisce nella seconda squadra del Paris Saint Germain, prima di trasferirsi nella più blasonata accademia giovanile francese, lo Chateauroux: a grandi prestazioni e parecchi gol nelle giovanili non corrisponde però un rendimento di uguale spessore tra i grandi, sia nel PSG che nel Metz. Decide dunque di trasferirsi in Giappone, dove diviene il centravanti di punta del Gamba Osaka, realizzando 25 reti in 28 incontri e assicurandosi il titolo di capocannoniere e di miglior calciatore del torneo. In Italia, il Cagliari neopromosso di Massimo Cellino non si fa sfuggire l'occasione: la leggenda vuole che, dopo averlo acquistato, l'ex presidente dei sardi lo abbia obbligato ad imparare l'italiano in fretta e furia. Il risultato? Mboma si presenta in conferenza stampa sfoggiando un idioma perfetto. Indossa la maglia rossoblù per tre anni, dal 1998 al 2000, anno in cui vince il Pallone d'oro Africano e il BBC African Footballer of the Year, e totalizza 48 presenze condite da 22 reti, prima di essere ceduto al termine della stagione 1999-2000 al Parma. Proprio in quell'anno, il malcapitato attaccante africano divenne celebre per il divieto dei tifosi dell'Hellas Verona imposto al club veronese di acquistare giocatori di colore. Lo rivelò il presidente del Verona, Giambattista Pastorello: "Non posso portarlo a Verona perché è un giocatore nero e i tifosi mi metterebbero in graticola", imposizione che fece saltare il passaggio del camerunense in Veneto. Con la maglia della nazionale diventa il miglior marcatore di sempre con 33 gol in 56 presenze, superando una leggenda come Roger Milla, prima di essere superato dall'ex Inter, Samuel Eto'o. Sempre con la maglia dei leoni indomabili conquista l'Olimpiade di Sidney 2000 e la Coppa d'Africa 2000 e 2002, nella quale è anche capocannoniere. Impossibile non ricordare un suo splendido gol in amichevole, allo Stadio Saint Denis contro la Francia Campione del Mondo: una magnifica rete in rovesciata su rimessa laterale, con il telecronista transalpino che impazzisce e gli affibia il soprannome che tutti ricordiamo: "C'est magnifique, Patrick "Magique" Mboma!"

    PHIL E PAT OGGI - Entrambi gli attaccanti, una volta appese le scarpette al chiodo, hanno scelto la via istituzionale:  Masinga è divenuto un dirigente della Federazione calcistica del Sudafrica ed ha fatto parte del comitato organizzativo per la candidatura dei Mondiali in Sud Africa nel 2010. Mboma svolge la carriera di talent scout, andando in giro per l'Africa a cercare nuovi talenti, alcuni dei quali giocano già in Europa, ed è opinionista televisivo. Bravi sia con il pallone, che dietro ad una scrivania: d'altronde, quando ti chiami come un supereroe o ti soprannominano "magico", nulla è impossibile...

    Alessandro Di Gioia
    @AleDigio89




     

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