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  • Che nessuno li chiami matti, sono campioni del mondo!

    Che nessuno li chiami matti, sono campioni del mondo!

    • Marco Bernardini
    Salvo dice di sentire delle voci nella testa. Paolo parla da solo e racconta di se stesso. Franco soffre di manie persecutorie. Francesco ride sempre. Tommaso piange per nulla come un bambino. Enrico Zanchini, il loro allenatore, e Vincenzo Cantatore, ex pugile e ora preparatore atletico, li hanno presi per mano insieme agli altri portandoli a conquistare il titolo di campioni del mondo proprio alla vigilia della manifestazione calcistica planetaria, in Russia, alla quale l’Italia non parteciperà. 
    Sventolano l’azzurro e i tricolore sul tetto del Pala-Tiziano a Roma dove la nostra squadra dei “Crazy for Football” ha battuto in finale il Cile per 14 a 7 in un torneo al quale hanno partecipato dieci formazioni di tutto il mondo e centocinquanta giocatori. Un dream team assolutamente speciale composto da giovani con acclarati problemi psichici. Quelli che, poiché sapevano volare fin sul nido che cuculo, fino a quarant’anni fa venivano dichiarati ufficialmente pazzi, subivano l’esclusione totale dalla società civile dei presupposti sani, venivano richiusi nei manicomi per essere “curati” con scariche elettriche e psicofarmaci che li rendevano zombie.

    Poi, finalmente, arrivò uno psichiatra illuminato e umano a liberarli da quella prigionia silenziosa nella quale erano perlopiù costretti uomini, donne e anche bambini la cui vera malattia era quella di essere stati considerati “ingombranti” per coloro i quali avrebbero dovuto occuparsene e sostenerli per il recupero. Franco Basaglia, tenace assertore della “dignità della follia”, vinse la sua battaglia contro i suoi tantissimi colleghi che non erano medici ma “elettricisti” come il famigerato professor Coda a “Villa Azzurra” di Torino e, nel suo nome, la legge 180 dichiarò che i manicomi andavano chiusi.

    La scorsa settimana, proprio in occasione del “quarantennale”, la squadra di calcio formata dai pazienti in cura per ragioni psichiatriche ha conquistato un trofeo che rimarrà nella storia per la grande valenza sociale di un’iniziativa nata proprio undici anni fa in Italia con la realizzazione del docufilm “Pazzi per il calcio” e poi esportata in tutto il mondo con successo. A consegnare la Coppa del Mondo ai ragazzi azzurri di Zanchini e Cantatore hanno provveduto Marco Tardelli e Sinisha Mihailovic i quali, insieme con l’attore Pino Insegna, avevano seguito come testimonial l’intera manifestazione. Un messaggio forte e chiaro oltreché una bella conferma per ribadire quanto e come lo sport possa rappresentare uno strumento di grande efficacia per il lavoro di recupero sociale ad ogni livello. Un’occasione di riflessione utile anche a chi, pur potendolo fare, non ha voluto sostenere economicamente l’impresa. “Nessuno ha mai voluto sponsorizzare la nostra squadra” confida con amarezza Zanchini. Incredibile! In un Paese come il nostro dove la “reclame” viene fatta anche per un’eventuale corsa delle pulci. Già, ma loro sono matti e i tabù, malgrado le dichiarazioni di solidarietà, sono duri da abbattere. Intanto “loro” sono i nostri campioni del mondo.

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