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  • Chiellini in Germania:| Mancini e Ancelotti all'assalto

    Chiellini in Germania:| Mancini e Ancelotti all'assalto

    Nuova visita in Germania per Giorgio: punta al rientro col Siena. Intanto il bianconero resta sempre un obiettivo di Ancelotti e Mancini: in estate l'assalto?
    La Juve si scopre Chiellini-centrica.
    Sembrava un duro colpo, si sta rivelando un macigno. A Giorgio Chiellini la Juventus è cominciata a mancare subito. Tre secondi dopo la “coltellata” avvertita al polpaccio destro (era l’allenamento del 19 dicembre, antivigilia di Cagliari-Juve), il centrale livornese ha capito la gravità dell’infortunio (lesione di secondo grado). Due mesi di stop, come hanno poi confermato gli esami. Antonio Conte e la Juventus ne hanno subito condiviso la preoccupazione («E’ una perdita importante», Marotta dixit) e adesso ne stanno pagando il conto sul campo.

    SEMPRE A SINISTRA Tre gol nelle ultime due partite di campionato (Sampdoria e Parma), tre gol subiti a sinistra. Interpreti diversi ( Peluso prima e Caceres poi) ma dinamiche troppo simili per pensare a una semplice coincidenza. L’azione della prima rete di Icardi e quella di Sansone sono quasi fotocopie: pallone perso a centrocampo, ribaltamento di fronte ( Palombo e Paletta ), difesa squarciata sul lato sinistro. Senza nulla togliere a Peluso (debuttante nell’occasione) e Caceres (che è un ottimo difensore), identico è stato anche il pensiero: quanto manca Chiellini. O meglio: Chiellini avrebbe evitato il gol.

    MARCATORE VERO Non esiste la controprova, però la sensazione in casa Juve c’è. Chiellini non ha l’eleganza del miglior Alessandro Nesta o di Thiago Silva - ed è lui il primo a saperlo - ma difficilmente lascia respirare il suo avversario. Una spallata, una spinta, una malizia da marcatore navigato: sempre sul pezzo, con la sua fisicità come minimo obbliga l’attaccante a concludere in maniera scoordinata o a doversi inventare una gran giocata per concludere. «Se gli sbatti contro ti fai male», ripetono spesso i giocatori che lo affrontano. Walter Mazzarri , suo maestro a Livorno, recentemente è stato ancora più esplicito: «Stravedo per lui, è un giocatore universale: ogni allenatore vorrebbe avere Giorgio nella propria difesa». La pensa così anche Conte, che col suo centrale ha un gran feeling. Spesso pur di non rinunciare a Chiellini si è preso qualche rischio. L’ultima settimana ha reso più limpide le ragioni.

    A META’ STRADA Scocciato come tutti i compagni per i punti persi, il difensore azzurro ha rincuorato tanto Peluso quanto Caceres. Dello spogliatoio è un leader, anche per questo sta facendo di tutto per recuperare al meglio dall’infortunio. Crocetta dopo crocetta la tabella riabilitativa è arrivata quasi a metà strada. Dallo stop è trascorso un mesetto e, se tutto andrà bene, tra poco più di un mese Chiellini si riprenderà il suo posto. L’obiettivo è Juventus-Siena del 24 febbraio. In tempo per il big match contro il Napoli (1° marzo al San Paolo) e il ritorno di Champions League contro il Celtic (6 marzo allo Stadium).

    AL LAVORO Il luminare tedesco Wohlfahrt-Muller (più di un medico per Klose e i suoi ex compagni del Bayern Monaco) ha visitato Chiellini la scorsa settimana e lo rivedrà fra 7/8 giorni per un nuovo consulto. Di fatto ha confermato le cure stabilite dallo staff medico bianconero. Per 10/15 giorni ancora palestra e terapie, poi prime corse, progressiva riatletizzazione e ritorno in campo per il sogno Europeo. «Giorgio - ha confermato il suo manager Davide Lippi a calciomercato.it - sta lavorando tantissimo per rientrare il prima possibile. E’ sereno, tranquillo ma ovviamente soffre perché vorrebbe aiutare la squadra in questo momento particolare. Vederlo fuori fa male a lui e sicuramente toglie un apporto importante anche alla Juventus, nonostante stia facendo bene anche chi lo sostituisce».

    PSG E CITY... Aspettando la Champions, anche se l’Europa, in realtà, sullo juventino gli occhi li ha messi da un po’. Roberto Mancini e Carlo Ancelotti più volte hanno pensato a lui per City e Psg. A meno di terremoti sulle rispettive panchine ( Guardiola e Mourinho sono ombre pesanti), secondo i ben informati in estate torneranno alla carica. Le possibilità di riuscita sono in calo. Più che un sacrificio grande in nome del bilancio, rischierebbe di trasformarsi in un autogol tecnico.


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