Calciomercato.com

  • Chievo già pronto per la nuova A.| Ma a caccia di gol

    Chievo già pronto per la nuova A.| Ma a caccia di gol

    Già pronto per la A. Blindato dietro, alla caccia dell'alchimia del gol davanti. È l'immagine del Chievo d'estate. Non ancora quello che vuole Stefano Pioli. Ma due settimane dovrebbero bastare al tecnico emiliano per mettere apposto tutto, o quasi. Dunque, i gialloblù hanno testa, gambe, idee e gioco.
    Il modulo è sempre lo stesso, il 4-3-1-2. Pioli ha curato sfumature e rivisto la filosofia d'approccio all'avversario. Tralasciando i test d'inizio preparazione, dove ad affrontare il Chievo sono arrivate formazioni di dilettanti, nelle ultime quattro partite Pellissier e compagni hanno avuto modo di confrontarsi con squadre di A. Tre italiane (Parma, Cesena e Bari) e una greca (il Larissa). Ed i riscontri del campo sono stati sicuramente positivi: due vittorie, due pareggi. Quattro reti fatte, zero subite (nell'ordine: 3-0 al Larissa, 0-0 col Parma poi superato 5-4 ai rigori, 1-0 sul Cesena e ancora 0-0, stavolta con il Bari). Ora, in attesa dell'ultima sessione di lavoro, programmata per le prossime due settimane, è già possibile tracciare un primo bilancio. Indicativo. Ma pur sempre attendibile.

     

    LA DIGA REGGE. Ricordate il Chievo della passata stagione? A lungo la squadra di Mimmo Di Carlo mise in vetrina una delle difese meno battute del campionato. «Primo: non prenderle. Secondo: attaccare». Mimmo ci aveva visto giusto. E oggi Pioli lavora su una base solida, che pretendeva solo di essere ritoccata. Non c'è più Yepes. Grave perdita, certo. Ma sembra che Cesar possa riuscire, a modo suo, a non far rimpiangere la partenza di Super Mario.
    La colonna slovena sa essere rude e morbida. Dipende dalle circostanze. Di sicuro, fin qui i riscontri sono stati positivi. E anche in fase d'attacco Cesar è uno di quelli che plana in area avversaria convinto di poter lasciare il segno. Frey, Morero, Sardo e Mantovani rappresentano la continuità in attesa di poter recuperare il miglior Mandelli e scoprire il valore del brasiliano Rincon. Il Chievo ha dimostrato solidità tattica ma anche mentale. Il prezioso lavoro dei quattro difensori sostenuti anche dall'abbassamento sistematico del playmaker, Guana o Rigoni che sia, permette alla squadra di non andare quasi mai in difficoltà. Non ci sono cali di tensione, e quando anche la condizione non sarà più approssimativa, si potrà valutare in maniera ancora più approfondita il lavoro di Pioli

    PRESSING E CORSA. Se non lo avete ancora visto all'opera, seguite la prossima volta che ne avrete l'occasione il viaggio senza soste di Luciano per il campo. Attacca sulla destra, si accentra, porta pressione sulla trequarti. A volte lo fa anche da solo. Lucio, oggi, è perfetta sintesi del calcio che vuole Pioli. Tutto corsa e pressing. L'avversario non va atteso, ma possibilmente sfiancato ancora prima che possa raggiungere il solco di metà campo.
    L'idea, tradotta in progetto di gioco, sta già dando buoni frutti. Dalle parti di Sorrentino arrivano meno palloni velenosi, e solo un calo fisiologico, dovuto ai carichi di lavora e alla forma da trovare, non permette al Chievo di mettere in angustie gli avversari per novanta minuti. Pioli, poi, va alla ricerca di un fraseggio rapido, se l'occasione lo consente, altrimenti il tecnico ha lavorato sulla gestione anche prolungata della palla.
    Una fitta rete di passaggi che fanno da preludio all'innesco di giocate variabili.
     

    IL PROBLEMA DEL GOL. Inutile nasconderlo. Pellissier è stato quasi sempre salvatore della patria. Ma sarebbe saggio e utile riuscire ad affiancargli un giocatore in grado di imitare, o quasi, il suo rendimento sottoporta. La speranza del club della Diga è che Moscardelli, De Paula e Granoche possano stupire anche se stessi. La realtà dei fatti dice che nelle tre partite giocate contro Parma, Cesena e Bari il Chievo ha messo dentro un solo golletto con De Falco. A volte creando tanto, come contro il Parma. A volte, trovando con difficoltà la via del gol.

    Serve allora un tocco da maestro. E qui toccherà a Sartori pescare il coniglio dal cilindro.


    Altre Notizie