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  • Chievo, Pioli:|'Gruppo fantastico'

    Chievo, Pioli:|'Gruppo fantastico'

    Stefano Pioli stringe la sua creatura, la carezza, l'abbraccia, la sente propria. Non che tradisca l'abituale sobrietà, ci mancherebbe. Tuttavia, sottopelle, il rapimento è totale. Lui, il tecnico ammazzaCiuccio, sente la sintonia totale con la squadra, ha percepito la risposta che chiunque al suo posto avrebbe gradito: «Il Chievo ha saputo interpretare la partita come voleva, ha accettato di giocarsela sull'intensità, sui duelli, sul fatto di essere aggressiva in tutte le zone del campo», racconta subito. La cravatta non balla, eppure sotto la giacca i palpiti devono aver scatenato una specie di terremoto: «È andata bene. Non mi resta che fare i complimenti ai miei ragazzi per quello che sono riusciti a mettere sul campo».

    Dopo il 3-0 di Brescia è un exploit col valore aggiunto.
    «In effetti volevamo profittare dell'entusiasmo e della carica di fiducia e di convinzione che la vittoria di domenica ci aveva dato, oltretutto dopo i tre risultati positivi precedenti. Era importante sfruttare l'onda lunga  anche perché sappiamo che questo è un campionato complicato e che basta poco per andare in difficoltà».
    E adesso quota trenta è conquistata. Mica male, no?
    «So bene che leggeremo commenti di un certo tipo ma io ricordo che trenta punti non sono sufficienti per salvarci. Dobbiamo essere contenti di quello che stiamo facendo ma il cammino è ancora lungo e le avversarie toste. Abbiamo battuto quella che, assieme all'Udinese, è la squadra più in forma del campionato, però bisogna stare sempre attenti e concentrati Adesso più che mai».
    Il gruppo le dà garanzie però.
    «Per me le scelte in questo momento sono facili perché chiunque pesco si fa trovar pronto ma anche difficili perché tutti meriterebbero di giocare per gli atteggiamenti che hanno, per l'impegno che stanno mettendo a disposizione della squadra».
    Mister, la difesa non becca gol e l'attacco ha ripreso a funzionare alla grande.
    «Beh, se continuiamo a non prendere gol e a farne almeno uno o due a partita... Vedete un po' voi... A parte gli scherzi, io penso che per una squadra che ha i nostri obiettivi solidità e compattezza siano la più importante delle basi. Dopo di che sappiamo che i nostri attaccanti negli spazi possono fare male».
    Dal punto di vista tattico qual è stata la mossa vincente?
    «Abbiamo cercato di coprire bene le fasce e di fare densità in mezzo dove i loro giocatori di qualità potevano innescare Cavani. Ma per me, al di là delle strategie, è stata decisiva l'intensità: il fatto di arrivare prima sui palloni, il fatto di vincere i contrasti,  di fare quella corsa in più... È lì che abbiamo fatto la differenza. Ho apprezzato spirito, caparbietà, determinazione».
    E dal punto di vista emotivo la serata cosa le ha regalato?
    «Al di là dell'importanza dei tre punti, che è notevole, io sono contento quando vedo la squadra lavorare in un certo modo. E non parlo solo di quelli che scendono in campo. Penso all'attenzione, al trasporto, al modo di vivere l'attesa della gara... Beh, queste per un allenatore sono emozioni grandi. Significa che si è fatto un grande lavoro. Sono segnali forti. Mi fanno pensare che potremo fare ancora grandi cose».


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