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  • Chievo più vecchio, ma corre più di tutti

    Chievo più vecchio, ma corre più di tutti

    Il Chievo è la squadra con l'età media più alta (l'undici titolare che ha vinto a Cagliari nell'ultimo turno aveva 31,5 anni di media) della Serie A, ma anche quella che corre più di tutti: 111 chilometri e 625 metri percorsi nelle prime sei giornate di campionato. 

    Come si legge su La Repubblica, l'elisir di giovinezza sta anche in un’app per monitorare i giocatori pure a casa, appena svegli. Ogni calciatore del Chievo deve utilizzare un braccialetto collegato allo smartphone: misura alcuni parametri (frequenza e variabilità cardiaca, pressione) che consentono di analizzare il grado di stress, il principale nemico da battere. I dati finiscono in tempo reale sul tablet del preparatore atletico Roberto De Bellis che così ogni mattina, molto prima di guardare in faccia i giocatori all’allenamento, sa già in che condizioni sono e può modulare programmi personalizzati. 

    "Loro non conoscono i risultati, così non possono essere influenzati inconsciamente", spiega De Bellis, 48 anni, cassinate, tornato al Chievo con Maran dopo le esperienze con Atalanta, Sampdoria, Juventus e Catania. "Se un gruppo di persone si iscrive in palestra, ognuno riceverà una ‘scheda’ personalizzata. Lo stesso vale in A: solo lavorando sulle caratteristiche dei singoli puoi allungare la loro carriera. Non ha più senso parlare di preparazione estiva sbagliata o indovinata: nessuno pensa più che bastino un paio di settimane in montagna ad accumulare benzina per una stagione intera. La differenza la fanno il lavoro settimanale, l’individualizzazione dei carichi. I dati. E la loro conoscenza. Noi abbiamo un allenatore come Maran che è attento a ogni dettaglio e sa valorizzare i singoli". 

    Al Chievo c'è anche una palestra ludica: i calciatori usano tablet con videogiochi - scegliendo fra lo sciatore slalomista, l'equilibrista sul filo e il cacciatore di farfalle - stando in bilico su pedane come la wii-balance e altre tavole propriocettive, collegate a sensori che raccolgono altre informazioni. Persino i cinesini, i dischi di plastica utilizzati negli allenamenti tradizionali per segnare il campo, sono hi-tech: si illuminano a richiesta e a distanza, per indirizzare i calciatori. Ma è sufficiente correre di più? "No, il calcio non è una maratona - aggiunge De Bellis -. E poi conta anche la qualità dei chilometri percorsi, il numero di scatti e la velocità sui singoli metri. Noi registriamo tutto. E sappiamo che il Chievo non cala a fine partita". 

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