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  • Chievomania: carezze, non urla

    Chievomania: carezze, non urla

    Il valore dei gesti esiste ancora. Se n'è parlato poco. Il giusto, comunque. Il Chievo è stato derubato. Questo rivela il campo. Sconfitta immeritata contro la Juventus. Si è già detto tutto ed il contrario di tutto. Resta il valore dei gesti. La macroscopica svista del guardalinee Preti ha tolto alla società veronese un gol regolarissimo. Magari avrebbe perso, il Chievo. Magari avrebbe vinto o pareggiato.

    Restano però i commenti di fine gara. Un esempio per tutti, il Chievo. Nell'era dei piagnistei facili, delle dietrologie, delle frasi sparate a nove colonne, il presidente Luca Campedelli ha deciso di regalare una carezza a quello che può essere considerato il suo carnefice. Dal punto di vista sportivo, si intende, perché tutti si sbaglia, e ci mancherebbe.

    Il Chievo ha messo da parte l'urlo. Ed ha fatto un certo effetto vedere una società rispondere in maniera intelligente e mansueta in questo periodo di urlacci. Quelli veri. La rabbia è stata trasformata da subito in consapevolezza. Il buon esempio l'ha dato proprio il patron della società veronese. Tutti ne hanno preso atto. Chissà che il Chievo possa a tornare a vincere presto anche in campo. Di sicuro fuori, nell'era del fair-play, ha vinto, e alla grande.

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