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  • Chirico: 'Juve senza fame e con poche idee. Troppi infortuni muscolari, dubbi sui metodi d’allenamento'

    Chirico: 'Juve senza fame e con poche idee. Troppi infortuni muscolari, dubbi sui metodi d’allenamento'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    L’effetto – euforia sembra già finito alla Juventus. Dopo appena tre partite sembra tutto rientrato nei ranghi, ovvero in quella mediocrità ordinaria alla quale ci si era purtroppo abituati prima degli arrivi di Vlahovic e Zakaria. E pure loro ne sembrano stati fagocitati, perché dopo il brillante esordio con Verona e Sassuolo e la battaglia di Bergamo, nell’ultimo derby entrambi sono stati parecchio opachi. Il serbo addirittura annullato da un superbo Bremer, al quale la Juve dovrebbe fare più di un pensierino, considerati i continui acciacchi dei suoi centrali difensivi e le scarse certezze sul futuro di De Ligt. Col Toro Allegri è stato costretto a schierare in quella posizione Alex Sandro, colpevole della bucata fatale sul gol del pareggio di Belotti. Ci sta, per uno che non ha mai giocato in quel ruolo.

    Le bollicine sono già evaporate e la Juventus è tornata quella di prima, a dimostrazione che non sono sufficienti due innesti per modificare la rotta. A questa squadra servono altri rinforzi , nuove idee (il gioco continua a latitare) e forse anche un modo diverso di allenarsi. Perché gli infortunati iniziano ad essere troppi, e quasi tutti per problemi muscolari. A parte Chiesa, tutti gli altri sono finiti ai box per affaticamenti e strappi più o meno gravi.

    Vado con l’elenco recente: Bonucci, Chiellini, Bernardeschi, Rugani, Pellegrini, Dybala. Prima di loro era stato fuori 2 mesi Danilo. E problemi li hanno avuti pure De Sciglio e Morata. Troppi. Soprattutto nel momento topico della stagione, quando tutti diventano indispensabili.

    Alla stampa non è concesso assistere agli allenamenti, quindi ci è impossibile giudicare come viene preparata la squadra. Non viene nemmeno messa al corrente di come vengono recuperati gli infortunati e quali siano i consigli dati dai medici allo staff tecnico. L’impressione, da fuori, è che i carichi di lavoro quotidiani siano un po’ blandi, altrimenti le muscolature non cederebbero con così tanta frequenza. Non vorrei che le sollecitazioni si limitassero alle sole partitelle in famiglia anziché ad un lavoro costante e mirato sullo sforzo fisico. Ripeto, è solo un’impressione, però la frequenza degli stop muscolari lascia spazio a dei dubbi sui metodi d’allenamento.

    Dubbi ce ne sono pure sulla reale voglia dei singoli di provare a fare meglio, di ambire ad una posizione di classifica migliore di quella attuale. Chiamasi “fame”, un ingrediente che al momento sembra mancare dalle parti della Continassa. Alla pari delle idee. Si giocava male con Sarri, si è continuato a giocare peggio con Pirlo e adesso si continua a farlo con Allegri. Vada per il “corto muso”, ma almeno porti i risultati. Quando mancano anche quelli è giusto iniziare a preoccuparsi, oltre ad arrabbiarsi. Perché, caro Max, non va affatto bene aver fatto un solo, misero punto nel derby, per niente! Soprattutto dopo aver visto i risultati di chi sta davanti.

    Dopo il mercato di gennaio qualcuno si era spinto addirittura a pronunciare la parola scudetto, ed esagerava. Però, se soltanto la Juventus ci avesse creduto un tantino di più, vincendo con l’Atalanta e col Torino, adesso avrebbe 51 punti e non 47 e avrebbe potuto ripartecipare pure lei a questo campionato del ciapa nò, senza padroni e con tante sorprese ogni weekend.

    Il problema è che le sorprese le riserva pure la Juve, che a Bergamo ha rischiato di perdere e col Toro non è stata in grado di gestire il vantaggio ma in certi momenti si è pura fatta sovrastare dai granata. E adesso è costretta a difendere con le unghie e con i denti il quarto posto, l’obiettivo minimo stagionale da centrare a tutti i costi. Ma non è così scontato, soprattutto senza la fame dei singoli e con poche idee da parte di chi li allena.


     

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