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  • Chirico: 'Rocchi&Co. ne escono sempre con una scusa, ma a forza di giocare col fuoco ci si brucia. O 3-2 o si rigiochi'

    Chirico: 'Rocchi&Co. ne escono sempre con una scusa, ma a forza di giocare col fuoco ci si brucia. O 3-2 o si rigiochi'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Tanto va la gatta al lardo che… com’è già il proverbio? Ecco, è perfettamente calzante per l’AIA e tutti i suoi esimi componenti. A furia di manipolare i regolamenti e pasticciare col VAR, alla fine sono scivolati sulla più classica buccia di banana, lasciandoci appunto lo zampino: la posizione di Candreva trascurata sul gol (annullato) del sorpasso juventino sulla Salernitana. Siamo tutti d’accordo, la squadra di Nicola ha strameritato di portarsi a casa almeno il pareggio (forse le sta pure stretto), per il modo in cui ha affrontato la più blasonata avversaria in casa propria, mentre la Juventus persevera nella sua assoluta pochezza di gioco, di idee e – aggiungerei - pure di condizione fisica.

    Questo però è un altro discorso, attinente alla sola prestazione delle 2 squadre. Altro discorso è l’arbitraggio, insieme al modo in cui è stato utilizzato il Var durante la gara: pessimo, l’uno e l’altro. Anche se l’aggettivo giusto sarebbe catastrofico, talmente tante sono riusciti a combinarne in una sera, chiudendo poi col botto finale. Non stupisce, perché sono settimane che continuiamo a segnalare strampalati cambi in corsa del regolamento da parte dei direttori di gara, su tutti i campi, con successivo avallo accompagnato persino dai complimenti del designatore Rocchi, infischiandosene bellamente dei gravi danni arrecati alle singole squadre e, a cascata, alla stessa regolarità del torneo. La sola Juve risulta essere – statistiche alla mano – la più penalizzata da quando è stato introdotta la moviola in campo. Restando a questo campionato, dal gol annullato a Locatelli con la Roma si è passati, nel giro di appena 3 giornate , a quello annullato a Milik con la Salernitana. Parecchio discutibile la prima decisione, oltre lo scandalo la seconda. Per una concatenazione assurda di interpretazioni bizzarre e “a soggetto” del regolamento, ogni volta rimpastato al punto da confondere le idee a chiunque.

    Ma magari è proprio questo lo scopo di Rocchi & friends: creare confusione, in modo tale da uscirne sempre innocenti con una scusa. Vedi quella ridicola del “pallone inatteso”. Stavolta però il giochetto non funzionerà, per la legge non scritta che quando scherzi troppo col fuoco poi ti ci bruci. Com’è capitato proprio a Torino domenica sera ad arbitro Marcenaro e varisti Banti/Meli i quali si sono dimenticati per tutta la partita di Candreva: sul primo gol della Salernitana non hanno visto la manina malandrina dell’ex interista che colpiva il pallone (non ne parla nessuno), e sulla rete di Milik il giocatore granata che, sulla linea di fondo, teneva in gioco Bonucci. Dalla Lega filtra che nella sala var di Lissone domenica sera “hanno analizzato tutte le immagini”: quali? Perché quelle in possesso ai broadcaster, che le producono e le girano poi a Lissone, appaiono molto chiare. Dall’AIA filtra invece che quelle immagini non siano mai arrivate. Possibile? Scandalo nello scandalo, come i fustini in offerta del detersivo. Ma poi, con o senza Candreva, la regola del fuorigioco inattivo - quella che dice: la posizione è ininfluente se un giocatore non tocca un pallone diretto in porta - vale ancora o è stata cambiata appositamente domenica sera dal trio Marbanme? L’unica modifica ufficiale apportata dall’IFAB per la stagione 2022/23 sui fuorigioco riguarda la casistica dei retro-passaggi, con gli attaccanti avversari già in offside, ma non vi rientra l’episodio di Torino. Dove appunto Bonucci non ha nemmeno sfiorato il pallone che stava entrando in rete.

    Come la mettiamo? Considerato l’evidente, e grossolano, errore tecnico commesso dagli arbitri, le soluzioni sono due: si omologa in automatico il 3- 2, o si rigioca la gara (come accade in Bundesliga) Oppure, terza ipotesi, si “acchitano” (in romanesco, aggiustano) le immagini, come denunciò Carlo Sassi nell’ormai storico episodio del fuorigioco di Turone. C’è sempre di mezzo la Juve ,e il mantra calciopolaro dell’ex presidente federale Carraro ronza ancora oggi nelle teste degli arbitri: “Che non si facciano errori a favore della Juventus, per carità”. E siccome l’Italia è zeppa di antijuventini, sono certo che l’AIA percorrerà la quarta ipotesi: si lascia tutto così, e buonanotte un’altra volta al regolamento.

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