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  • Chirico: 'Ronaldo non era da rosso, non ha messo in pericolo Cragno. Ce l'hanno con la Juve, questa è la verità'

    Chirico: 'Ronaldo non era da rosso, non ha messo in pericolo Cragno. Ce l'hanno con la Juve, questa è la verità'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Viviamo nell’epoca del politically correct, e questo significa una cosa sola: o su certi argomenti ti allinei al pensiero comune, oppure ti meriti la gogna. Proprio come Ronaldo per l’entrata “assassina” su Cragno. Lo difendo pure? Dovrei essere interdetto da qualsiasi funzione, esposto al pubblico ludibrio e – nel mio caso – espulso per direttissima dall’Ordine dei Giornalisti. Mi verrebbe forse risparmiata la sola pena capitale, ma qualcuno potrebbe anche chiederla. Per natura, non mi è mai piaciuto omologarmi (me ne andai da un quotidiano proprio perché costretto ad uniformarmi alla linea politica pretesa dalla Direzione, da me non condivisa) non lo farò nemmeno questa volta, perché preferisco ragionare con la mia testa e non con quella degli altri. Questo non significa nemmeno voler difendere l’indifendibile, ma provare semplicemente a dare una spiegazione diversa da quella massmediologica e della massa in genere. Perché per tutti Ronaldo andava espulso. Per me no.

    Aldilà dell’involontarietà, che mi pare fuori discussione, mi sembra chiaro ed evidente che l’attaccante portoghese abbia alzato quella gamba solo per cercare di anticipare l’uscita del portiere cagliaritano, e quando se l’è visto arrivare addosso ha pure provato ad abbassarla, anche se troppo tardi,  infatti gli ha colpito il mento. In quel gesto non ci vedo la  supposta “vigoria sproporzionata” che metterebbe “in pericolo l’incolumità dell’avversario”. Da parte di Ronaldo c’è stata solo “imprudenza”, giustamente sanzionata dall’arbitro Calvarese col cartellino giallo. Come prescritto da quel regolamento che adesso tutti agitano ma vorrebbero applicato ad personam, manipolandolo a piacere. 

    Un po’ com’era capitato, appena 7 giorni prima, col fallo di mano del laziale Hoedt. Pur di scagionare il giocatore e sostenere che bene avevano fatto arbitro e Var a non concedere rigore, si sostenne la tesi del “movimento dinamico” e del pallone andato a sbattere accidentalmente sul braccio del calciatore in corsa. In quel caso valeva l’involontarietà, stavolta con Ronaldo è stata esclusa a priori. Così come avvenne a Napoli con Chiellini, dove il “movimento dinamico” nell’elevazione del capitano bianconero che portò poi al tocco di braccio non venne minimamente preso in considerazione. 

    Sarà un caso, ma ogni volta che c’è di mezzo un giocatore della Juventus il tribunale mediatico e quello del popolo chiedono all’unanimità  il massimo della pena, quando  tocca invece ad un avversario dei bianconeri si chiede l’assoluzione piena, o comunque un’indulgenza. C’è un regolamento per la Juve, un altro per gli altri club. Che possono ricevere 16 rigori, vedersi convalidati gol viziati da falli iniziali, ma va tutto bene. L’importante, come diceva Carraro, “e non favorire la Juventus, per carità”. E chi lo fa paga dazio, come già richiesto ora per Calcarese e Chiffi, rispettivamente direttore di gara e varista a Cagliari. Colpevoli di “errori brutti e difficili da spiegare” ha scritto qualcuno. C’è chi ha pure ritirato fuori la sudditanza.

    Strascichi calciopolari declinati all’infinito, perché anche senza Moggi la logica resta sempre la stessa: la Juve ruba. E Ronaldo è un killer con licenza di uccidere, “avrebbe potuto ammazzare Cragno” dicono. Se gli rispondi che è una cretinata rischi di passare tu   per scemo. Politically – correct. 

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