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  • Chiricò 'sgradito' agli ultrà, messo fuori rosa. L'agente: 'Sbalordito e disgustato'. Ecco la replica UFFICIALE del Lecce

    Chiricò 'sgradito' agli ultrà, messo fuori rosa. L'agente: 'Sbalordito e disgustato'. Ecco la replica UFFICIALE del Lecce

    A Lecce esplode il caso Chiricò. L'attaccante è stato escluso dalla lista per il campionato di Serie B per "per preservare il clima di serenità e unità con i tifosi". L'allenatore Liverani lo aveva mandato in campo contro la Salernitana, ma ora il club ha deciso di piegarsi alla volontà degli ultrà. Che non gli perdonano alcuni precedenti. 

    Tutto è cominciato nel giugno 2013, all'indomani della doppia finale playoff per la B persa dal Lecce con il Carpi (con violenta invasione finale di campo). L'allora presidente Savino Tesoro per il giorno successivo dispose un allenamento punitivo. Diversi calciatori disertarono, presentando un certificato medico. Tra questi anche Chiricò, che però nello stesso pomeriggio pubblicava sui social una foto che lo ritraeva in piscina. Un affronto imperdonabile, per buona parte della tifoseria. Che poi ha messo in conto anche alcuni atteggiamenti ritenuti al di sopra delle righe tenuti dal calciatore con la maglia del Foggia, in occasione degli ultimi derby. 

    Il suo agente Kael Grimaldi ha commentato: "Sono sbalordito e disgustato. Dopo aver appreso che il presidente Saverio Sticchi Damiani e la sua famiglia sono stati oggetto di minacce per aver fatto giocare Chiricò, ci viene riferito che il giocatore è fuori rosa. Chiricò è venuto a Lecce su espressa richiesta del presidente, e non ci sarebbero stati problemi. Questi sono atteggiamenti da condannare". 


    Il Lecce gli ha replicato
    attraverso un comunicato ufficiale: "Diversamente da quanto riferito dal sig. Grimaldi, nessun componente della società è stato mai  oggetto di minacce, intimidazioni o pressioni di alcun tipo in relazione alle note vicende inerenti il calciatore Cosimo Chiricò. Nell’alveo di tali ipotesi non può infatti essere certamente ricondotto l’isolato episodio, riferito peraltro in via confidenziale al padre del sig. Grimaldi e strumentalmente utilizzato, verificatosi in data 2 settembre 2018, di cui si sono resi protagonisti due soggetti ignoti, i quali hanno rivolto al Presidente delle espressioni irriguardose e comunque non esplicitamente riconducibili alla vicenda Chirico'. 

    Al contrario, c’è stata un’unica occasione fortuita di confronto su questo tema tra il Presidente Saverio Sticchi Damiani e la tifoseria Ultras, a Martignano, in data 18 agosto, durante un allenamento (fissato dopo la mancata disputa dell’amichevole con il Nardò), alla presenza di alcuni esponenti delle forze dell’ordine, che si è svolto in modo sereno e civile e si è concluso con cori di incoraggiamento alla squadra. 

    L’U.S. Lecce ribadisce che le valutazioni in ordine all’impiego del calciatore, successivamente all'improvvido diniego opposto dal suo Procuratore al trasferimento a titolo definitivo alla Ternana (che avrebbe garantito, come concordato fin dall'inizio con lo stesso agente, una rilevante plusvalenza per il club senza alcun nocumento economico per il calciatore),  sono state concordate con tutte le componenti societarie e tecniche.  Tale determinazione,  lungi dall’essere stata adottata “per preservare l’incolumità dei componenti della società”, come affermato in maniera irresponsabile dal sig.  Kael Grimaldi, è invece esclusivamente riconducibile al superiore interesse del Club, al termine del calciomercato, di  “preservare il clima di serenità ed unità tra gli stessi tifosi”ed evitare divisioni che possano compromettere il risultato sportivo, cosi come chiarito nella nota diffusa dal Club.

    Nella speranza di aver definitivamente chiarito ogni circostanza sul punto, l’U.S. Lecce, salvo vagliare l’opportunità di tutelarsi nelle opportune sedi giudiziarie, invita  il sig. Kael Grimaldi ad astenersi da dichiarazioni che, per contenuti e modalità espressive, sono non solo disancorate dalla realtà fattuale e connotate da impropri richiami alla legalità ma, altresì, suonano come un maldestro tentativo di vendetta mediatica volto a destabilizzare e screditare società e ambiente". 

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