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  • Chirico: 'Squadra allo sbando, società nel pallone e schiava di Ronaldo. Non è da vera Juve. Ora occhio a Dybala...'

    Chirico: 'Squadra allo sbando, società nel pallone e schiava di Ronaldo. Non è da vera Juve. Ora occhio a Dybala...'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Una squadra allo sbando, un allenatore confuso, una società nel pallone. Questa la fotografia attuale della Juventus FC, squadra e club. Non piacerà ai duri e puri del tifo, sempre pronti a trovare una scusa anche dopo un clamoroso tonfo casalingo contro il neo promosso Empoli e la frettolosa partenza, altrettanto rumorosa e spiazzante, del più forte giocatore in rosa (e del mondo) a pochi giorni dalla chiusura del mercato estivo. “Siamo solo all’inizio” dicono, ma i segnali non sono affatto incoraggianti, per non dire preoccupanti: zero idee, zero gioco, solo un gran casino in campo. E fuori

    Non va niente bene, Madama la Juventus, e forse potrebbe non bastare il ritorno di Allegri per rimettere a posto le tessere del puzzle. Anzi, è talmente complicato il rompicapo bianconero da essere già riuscito a mandare in tilt pure il Max. Prova ne è la formazione messa in campo proprio contro i toscani, con giocatori adattati in ruoli non loro, esperimenti azzardati in una gara che andava assolutamente vinta dopo il mezzo passo falso di Udine. Forse, inconsciamente, si è data per scontata la vittoria e che la si sarebbe ottenuta con chiunque della rosa in campo. Invece ha vinto l’Empoli, giocando pure bene e sapendo esattamente cosa fare in ogni momento della partita, al contrario della Juve, rimasta in gioco per 18 minuti dopodiché, preso il gol di Mancuso, è implosa nella sua mediocrità. La medesima manifestata la scorsa stagione e che in tanti si ostinano a non voler vedere ed ammettere. 

    A cominciare dal semi-nuovo management, che si trincera dietro le perdite causate dal Covid e quindi una disponibilità finanziaria ai minimi termini, ma che sta evidenziando comunque scarsa creatività e palesi limiti strutturali. Perché una società come la Juventus non perde per strada Ronaldo quando il mercato estivo sta quasi per chiudere, avendo avuto tutto il tempo per potersi organizzare soltanto se avesse messo per tempo dei paletti a Mendes, da quando cioè  il suo assistito iniziò a manifestare segnali di insofferenza nel finale della scorsa stagione. La Juve è stata invece schiava e alla mercé di Ronaldo fino all’ultimo, fino a quando si è trovato la squadra che voleva lui e se n’è andato, lasciando tutti col cerino in mano. Brancolando nel buio alla ricerca di un sostituto, che non può essere Kean

    Non è da Juve. Perlomeno, da Juventus che eravamo abituati a conoscere dai tempi di Boniperti, passando attraverso Moggi e arrivando a Marotta. Ora è un’altra cosa. Una disorganizzazione del genere si era vista solo ai tempi della presidenza Cobolli, e fortunatamente allora qualcuno se ne accorse e intervenne a rimettere le cose a posto. Stavolta, dopo un’annata parecchio deludente, si è intervenuti lo stesso, ma magari non a sufficienza. Se davvero si è decisi di ripartire da zero, bisognava resettare tutto, rosa e dirigenti. Invece, tanti senatori e giocatori acquistati nell’ultimo biennio sono ancora lì, Paratici è stato rimpiazzato col suo vice, è arrivato finalmente un AD colmando così una lacuna in quel ruolo che andava avanti da due anni. Stop. 

    La squadra è la stessa della scorsa stagione, senza Ronaldo e Demiral, con in più solo Locatelli, Kean e l’oggetto misterioso Kajo Jorge. Rosa giovane ed inesperta, dicono, eppure l’età media è 27 anni, e tanti componenti sono nazionali, giocano in Serie A da parecchi anni e parecchi hanno già maturato esperienze internazionali. Giovane e inesperta lo sarebbe stato se si fosse puntato sui Fagioli, Ranocchia, Correia, Rafia, anziché mandarli in prestito altrove oppure (Fagioli) decantandone qualità ma non avendo mai il coraggio di utilizzarli. Infine, se hai deciso davvero di ripartire dai giovani, non metti sul mercato Kulusevski e McKennie per le solite “esigenze di bilancio”, considerando tra l’altro il nuovo aumento di capitale in arrivo. 

    Parliamoci chiaro: quella medesima Juventus, piazzatasi quarta nello scorso campionato, è più che normale riparta totalizzando 1 punto in 2 partite, tra l’altro con avversarie dal coefficiente di difficoltà basso. Non è normale se ci si illude che questa squadra, affidata ad un timoniere esperto come Allegri, possa tornare da subito competitiva in Italia e in Europa, trascinata da Dybala, al quale, piccolo particolare, non è stato ancora rinnovato il contratto e rischia di andare a scadenza a gennaio. Tutti continuano però a professare ottimismo. Su tutto. Perché tanto “siamo solo all’inizio”. Di cosa?

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