Christillin: ‘Superlega? Ceferin è convinto delle sue azioni, l'Uefa lo sostiene. Con Agnelli invece…’ VIDEO

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Evelina Christillin membro Uefa nel Consiglio della Fifa, è tra le protagoniste dell’evento al Salone del libro di Torino. Intercettata da Calciomercato.com, ha parlato del rapporto Ceferin-Agnelli e di alcuni temi legati alla Superlega.SUL SALONE DEL LIBRO - "Si riparte. Si riparte per il Paese. Siamo molto contenti di questo grande evento, forse il primo dopo il Festival di Venezia in presenza. A me fa piacere essere dentro l'Oval, l'impianto costruito ai tempi di Torino 2006".
SU CEFERIN-AGNELLI - "Incontro a Torino occasione perduta? Per carità, non tocca a me ricomporre tipi di rapporti molto personali. Il presidente Agnelli era negli Usa, era difficile che s'incontrassero, non avendo il dono dell'ubiquità. Da parte mia devo dire che l'organizzazione vista, per la semifinale e la finalina, è stata straordinaria. Lo stadio della Juventus è stato apprezzatissimo da tutti i membri Uefa che hanno avuto la fortuna di venire".
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SULLA SUPERLEGA - "Intanto faccio a Ceferin i miei migliori auguri, ieri è stato il suo compleanno. Ceferin è convinto delle sue azioni, c'è unanimità per quanto riguarda le sue azioni all'interno dell'Uefa, l'esecutivo e le Federazioni. Poi quando le questioni finiscono tra tribunali e avvocati, sai quando inizi e non sai quando finisci. L'Uefa va avanti per la sua strada e vedremo come succederà. Un pronostico non si può fare. Ma c'è grande unità, tra le federazioni Uefa e l'Eca, oltre che con le Leghe. Andiamo avanti".
SULLA JUVE - "L'inizio è stato piuttosto tormentato, lo dicono i numeri. Allegri? L'ho visto a Torino, era a Francia-Belgio. Abbiamo avuto modo di chiacchierare scherzosamente sugli inizi difficili. Ma un allenatore della sua esperienza e carisma può aggiustare questo cubo di Rubik. Ce la farà sicuramente".
Io invece non ho ben capito se Ceferin ci fa o ci è, come si dice. È agli atti il fatto che Agnelli insieme ai presidenti dei grandi top club europei, abbiano per anni messo sul piatto della UEFA le problematiche del calcio internazionale, della mancata crescita rispetto alle potenzialità del prodotto calcio nel mercato mondiale, le enormi problematiche riguardanti la gestione e l'organizzazione di eventi come appunto la Champions League, con ad esempio il costante e sistematico aumento di partite inutili e di basso livello che comportano rischi sempre maggiori di infortuni di giocatori che però vengono pagati dalle società che investono. Se per anni ti vengono presentati problemi e ipotizzate soluzioni e tu respingi sistematicamente tutto al mittente perché non vuoi cambiare niente, non vuoi rinunciare a un granello nel tuo potere personale e non vuoi modificare il nulla il ruolo della UEFA nel business mondiale del calcio, è chiaro che i tuoi interlocutori prima o poi andranno a cercare da altre parti le soluzioni ai problemi che vivono nel loro settore. Questo dice la storia, Agnelli l'ha ripetuto diverse volte come altri presidenti. Su questi specifici punti Ceferin non ha mai ribattuto, semplicemente perché non aveva argomenti per ribattere. È una questione di gusti personali. Tra chi rischia in proprio come le società che mettono mano al portafogli investendo in proprio e chi si occupa di politica sportiva pretendendo di gestire tutto senza rischiare niente, sto dalla parte di chi investe e rischia.
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