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  • Perché sì e perché no: sono giuste le 5 giornate di squalifica a Ronaldo?

    Perché sì e perché no: sono giuste le 5 giornate di squalifica a Ronaldo?

    • Giorgio Baratto, corrispondente da Madrid
    Il confronto calcistico tra Madrid e Barcellona non si svolge solo all'interno del rettangolo di gioco. Da qualche anno, infatti, il braccio di ferro politico tra Real e Barça spesso è passato per le aule della giustizia sportiva, e, a volte, anche da quelle della giustizia penale. La decisione del comitato arbitrale che ha scelto di confermare le 5 giornate di squalifica a Cristiano Ronaldo va letta non solo come un atto puramente legato al football, in ballo c'è anche il peso politico che la scelta fatta dalla commissione comporta. Una sorta di decisione esterna per determinare le gerarchie del calcio spagnolo, anche se, con ogni probabilità, semplicemente si tratta di un giudizio che rispetta semplicemente il regolamento.

    PAÑOLADA AL MINUTO 7 - I tifosi del Real Madrid hanno organizzato una "pañolada" (agitare fazzoletti bianchi in segno di protesta) contro il collegio arbitrale e a favore di Cristiano Ronaldo al minuto 7 della partita di questa sera. Le dichiarazioni di Zidane: "5 giornate a Ronaldo? Avete visto quel che è successo. Qui c'è sotto qualcosa" non hanno certo aiutato a calmare gli animi, anzi sono sotto esame da parte del comitato tecnico arbitrale per una eventuale sanzione. Tornando alla protesta di stasera, va detto che la "pañolada" non è una novità del calcio spagnolo. Normalmente, questo tipo di protesta di disapprovazione, viene diretto ai propri dirigenti o alla propria squadra, ma ultimamente anche il collegio arbitrale è diventato il bersaglio del malessere di tifosi e società. Solo il febbraio scorso furono i tifosi del Barcellona a organizzare una "pañolada"  contro il presidente della Liga, Javier Tebas, e le presunte "ingiustizie" arbitrali subite, in particolare un gol non concesso contro il Betis con il pallone che aveva varcato la linea di porta. Ognuno può vederla come preferisce, ma l'idea di una discussione tra chi è convinto che chi più grida più ha ragione sembra essere il "leitmotiv" del calcio spagnolo in questi ultimi tempi. 

    PERCHE' NO - Senza entrare nei termini della decisione presa riguardo il ricorso presentato dal Real Madrid possiamo dire che Cristiano Ronaldo non meritava 5 giornate di squalifica perché la reazione del portoghese nasce da un errore monumentale del arbitro Ricardo de Burgos. Si dice spesso che gli arbitri sono umani e che possono sbagliare, su questo non ci piove; ma allora può farlo anche un calciatore che si vede vittima di una plateale ingiustizia. Cristiano non cerca d'ingannare l'arbitro simulando il contatto con Umtiti, il difensore del Barcellona ostacola il portoghese che, sbilanciato, cade in area. Ronaldo crede che esistano gli estremi per il rigore e protesta, l'arbitro non è della stessa idea, ma da qui a estrarre il secondo cartellino giallo, ben sapendo di averlo già ammonito tre minuti prima, ce ne passa. Se a questo aggiungiamo il rigore concesso per il tuffo di Luis Suarez pochi minuti prima, la reazione di CR7 non solo è legittima, è quasi giustificabile. Se l'errore di un arbitro è consentito, anche la reazione di chi si sente ingiustamente defraudato da tale decisione erronea dovrebbe esserlo. Ronaldo viene espulso ingiustamente lasciando i suoi in dieci; il collegio arbitrale, al di là del freddo regolamento, dovrebbe sempre contestualizzare i fatti e riconoscere che impedire al giocatore di scendere in campo per un mese equivale a reiterare un'ingiustizia, come si suole dire: "oltre al danno la beffa". Insomma, usare quel poco di senso comune di cui Ernesto Valverde ha detto di non essere "molto dotato." Passi per l'allenatore del Barcellona, ma la commissione arbitri della lega spagnola si suppone debba averlo.

    PERCHE' SI' - Senza girarci troppo attorno: Cristiano Ronaldo merita tutte e 5 le giornate di squalifica che gli sono state inflitte. Con tutte le giustificazioni che si possano cercare - errore arbitrale, reazione a una decisione ritenuta ingiusta, importanza della partita - il portoghese è un professionista che conosce benissimo il regolamento. Sa benissimo che non può dare una spinta all'arbitro per quanto non sia d'accordo con la sua decisione. In soldoni, se lo facessero tutti i giocatori che pensano di essere vittima di una ingiustizia arbitrale possiamo solo immaginare in cosa si trasformerebbe il campo di gioco. Senza dimenticare che in tempi recenti Diego Simeone fu sanzionato con 8 giornate per aver "toccato" il quarto arbitro dopo essere stato espulso in panchina proprio in una partita di finale di Supercoppa di Spagna: era il 2014, e anche il "traditore" Neymar si beccò tre giornate per aver applaudito ironicamente l'arbitro, una squalifica che lasciò il brasiliano del Barcellona fuori dal "Clasico" di ritorno dello scorso campionato. Si possono cercare tutti i palliativi che vogliamo, ma se esitono delle regole, queste regole vanno rispettate. CR7 avrebbe dovuto pensarci prima di reagire "spingendo lievemente", come ha scritto nel suo referto il fischietto Ricardo de Burgos (cosa che con ogni probabilità ha salvato il portoghese da una squalifica ben più pensate). Di errori arbitrali se ne vedono in ogni partita, essere un professionista, indipendentemente dal nome che si porta, significa anche accettare certi errori. E se non si è capaci di farlo, accettare la squalifica riconoscendo il proprio errore. 
     

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