Calciomercato.com

  • Cinque motivi per aver paura di Joe Jordan

    Cinque motivi per aver paura di Joe Jordan

    Gennaro Gattuso ha ammesso il suo rimpianto per aver attaccato il vice allenatore del Tottenham, Joe Jordan. Ma a parte questo, probabilmente si sarà accorto d'aver agito nel modo peggiore con Jordan. Ecco qui cinque motivi per non litigare con Jordan, presi direttamente dal tabloid inglese The Independent:

    1) All'inizio della sua carriera al Leeds, Jordan perse quattro denti giocando nella squadra riserve. Questo gli valse un sorriso particolare e il soprannome di 'Jaws', fauci. Parlando di se stesso in tempi recenti, Jordan disse: "Io ero quello che ero; guardando nel mio passato, ho trascorso sette stagioni al Leeds, poi Manchester United e Milan. Tutti top clubs, ai quali sono seguiti Liverpool, Arsenal, Ajax. Voglio dire: giocare in grandi squadre ti dava molto, molto di più del non avere denti".


    2) Quando scendeva in campo, Jordan si distingueva sempre; come quando con la maglia del Manchester United, nella gara di replay del terzo turno della FA cup contro il Tottenham (era il 1980), malmenò il portiere Milja Aleksic, che lo aveva caricato in precedenza. Aleksic, che giocò solo un numero limitato di gare con gli Spurs, in quell'occasione riportò una lussazione alla mandibola.

    3) Se la reputazione di Jordan a casa era sfuggita a Gattuso, avrebbe dovuto sapere di più sulla storia del club che ha diretto: "Lui ovviamente non aveva fatto i compiti a casa", Harry Redknapp ha dichiarato la scorsa notte. Se lo avesse fatto, Gattuso avrebbe saputo che Jordan, che si unì al Milan nel 1981, era conosciuto in Italia come "The Shark", lo squalo.

    4) Nel 2007, il Times nominò Jordan come il 34.o uomo più duro nella storia del calcio. Per la cronaca Gattuso, che è soprannominato Ringhio, non è registrato nei primi 50, suggerendo che la sua corteccia è più forte del suo morso - anche quando era nel fiore degli anni.

    5) Jordan non vive al di fuori delle sue memorie. Da quando si è unito al Tottenham nel 2008, è stato coinvolto in numerose discussioni dalla panchina. Nelle sue prime due settimane nel club, si è scontrato con il manager del Fulham, Roy Hodgson, e il boss del Blackburn, Paul Ince. All'inizio di questa stagione, ha sfidato l'allenatore dei portieri del Newcastle, Andy Woodman, in seguito all'allontamanento di Younes Kaboul, urlando "Any time you like, any fucking time you like" ("Ogni volta che vuoi, ogni maledetta volta che vuoi").


    Altre Notizie