CM incontra Diego 'Zoro' Bianchi: 'Il calcio, scuola di vita'
Del derby non vuole assolutamente parlare, e questo la dice lunga su come viva questa anti-vigilia. E in generale sulla sua Roma, Diego Bianchi in arte Zoro, non si sbilancia più di tanto ai microfoni di Calciomercato.com. Preferisce - e come dargli torto - accantonare per un istante la sua fede calcistica, che sul web lo ha reso celebre anche come autore della pagina Facebook 'Kansas City 1927', per concentrarsi sui temi del film 'Il sole dentro', in uscita il 15 novembre, che lo vede tra i protagonisti. Una bellissima storia sull'amicizia e l'integrazione, diretta dal regista Paolo Bianchini (ambasciatore dell'Unicef per il suo impegno nelle problematiche dell'infanzia), in cui il calcio, peraltro, c'entra eccome: il tredicenne Thabo coinvolge il quasi coetaneo Rocco in una fuga dagli interessi e dallo squallore del calcio nostrano, e a viaggiare verso il suo paese d'origine, N'Dola. I due attraversano l'Africa a piedi, muniti solo di un pallone, e il loro cammino si incrocia idealmente con quello di altri due ragazzini, che invece dall'Africa cercano di recarsi a Bruxelles per recapitare un'importantissima lettera...
La storia di Thabo e Rocco è uno spaccato su un fenomeno sempre molto attuale come il mercato dei bambini calciatori dall'Africa all’Europa…
'E' una storia verosimile, basata su un fatto vero: il regista aveva incrociato un bambino del Congo a cui era stato prospettato un provino con la Fiorentina che poi non c'è stato, e lui è stato abbandonato sull'autostrada. Ma è solo uno dei tanti casi che si verificano in Italia'.Anche tu, quindi, sognavi ad occhi aperti col pallone tra i piedi?
'Certo, dai 13 ai 33 anni mi sono fatto tutti i campi di pozzolana di Roma e provincia. Da ragazzo ero un giocatore polivalente: di piede mancino, molto tecnico. I miei allori, che poi sarebbero le vittorie di un campionato Allievi, di un campionato di Seconda e uno di Prima Categoria, li ho raccolti da laterale sinistro, che è un ruolo per il quale non è facile trovare i giocatori giusti, e anche la Roma lo sa bene... In realtà mi sentivo più precisamente mezz'ala, poi si faceva di necessità virtù. Pensa che coincidenza: la mia prima squadra, quella dove ho militato di più, si chiamava Polisportiva De Rossi, sita tuttora nel Parco della Caffarella a Roma. Ma niente a che fare con il giocatore, ovviamente (il nome deriva dall'adiacente Parrocchia di San Giovanni Battista de' Rossi, ndr). Poi ho militato nell'Appio Latino, nel Real Tuscolano, nell'Appio Quadraro… Ora mi diverto a giocare con l'Aesseromartisti, ma da centrocampista vero e proprio'.Oggi nei confronti dei giovani calciatori c'è un'attenzione mediatica molto forte. Che ne pensi del reality Calciatori - Giovani speranze, che vede coinvolti gli allievi della Fiorentina?
'Fino ad ora l'ho seguito molto poco. Mi ricordo meglio, invece, l'esperienza del Cervia e del reality Campioni di qualche anno fa. Che dire? Per carità, possono essere esperimenti interessanti, ma questi ragazzi, adolescenti, diventano poi dei personaggi strani: vengono fatti passare per dei calciatori quando calciatori ancora non sono, in qualche modo sono un po' attori... Si crea così molta confusione nella testa di chi guarda il programma, e mi riferisco ai più giovani, i quali possono avere la tentazione di dire ma allora lo faccio pure io. E invece non è così facile. Tant'è che a Gaetano Fresa, che nel film fa la parte di Rocco e che davvero gioca a calcio, nelle giovanili del Bari, mi sono ritrovato a dire la classica frase Aò, me raccomando, studia!’.Prima l'abbiamo citato, non posso esimermi dal chiederti una battuta su Daniele De Rossi: memorabile la sua apparizione in Tolleranza Zoro, al tuo fianco, lo scorso gennaio. Passato il periodaccio di qualche settimana fa, secondo te?
'Sì, quel momento mi sembra alle spalle, anzi mi sembra abbastanza bizzarro che ogni volta ripartano i soliti tormentoni. Mi sembra che tutto si sia risolto, e spero che sia così, per il bene di De Rossi, di Zeman e della Roma. Poi non so: purtroppo non mi alleno a Trigoria insieme a loro'.
Non ci sarà bisogno, allora, di fare granché sul mercato a gennaio...
'Vedi, io sono romanticamente attaccato al calcio di qualche anno fa, quando il calciomercato chiudeva il 31 agosto. Una volta, se non c'avevi 'na punta, non c'avevi 'na punta, basta. Te se rompeva uno? Pazienza, è andata così. Era anche più difficile: bisognava fare le scelte giuste al momento giusto. Invece adesso invece, se hai soldi, a gennaio spendi e spandi, prendi giocatori dalla squadra con cui hai giocato la domenica prima... Sono tutte cose che oggi diamo per scontate, ma una volta non era così. Poi certo, se la Roma a gennaio compra un fenomeno non è che dico a gennaio no perché è brutto, le regole sono queste... Diciamo che non sono attento ogni giorno alle voci di mercato. Io in questi periodi dell'anno un sito come il vostro lo chiuderei (ride, ndr). Poi c'è gente che di mestiere è incaricata di vendere e comprare i giocatori, io faccio il tifoso, lungi da me dare consigli...'.