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  • Collovati a CM: 'Troppo egoismo nel calcio, ripartiamo da zero. Quella frase sulle donne? Molti ci hanno marciato'
Collovati a CM: 'Troppo egoismo nel calcio, ripartiamo da zero. Quella frase sulle donne? Molti ci hanno marciato'

Collovati a CM: 'Troppo egoismo nel calcio, ripartiamo da zero. Quella frase sulle donne? Molti ci hanno marciato'

  • Francesco Guerrieri
La situazione attuale del calcio italiano vista da fuori, da chi per una vita l'ha vissuto da protagonista. Sei maglie (Nazionale compresa), quattro trofei. Fulvio Collovati è uno degli eroi di Spagna '82, quando l'Italia di Enzo Bearzot alzò la Coppa del Mondo sotto al cielo di Madrid. L'ex difensore si è raccontato a Calciomercato.com, tra idee del presente e ricordi del passato. 

Che idea si è fatto di questa situazione che sta vivendo il calcio?
"Penso che inizialmente ci sia stata un po' di confusione, non avevano capito la portata di questa tragedia che è stata sottovalutata da tutti. Nel calcio c'è egoismo: le frasi di circostanza come "prima la salute" sono solo chiacchiere, si pensa sempre prima ai propri interessi. I giocatori sono stati poco tutelati, ma sono persone come le altre".

Cosa ne pensa del braccio di ferro sul taglio degli stipendi?
"Credo che non siano le società da sole a dover scegliere, ma deve essere una decisione presa insieme ai calciatori. Spesso vengono etichettati come egoisti e superficiali, però hanno sempre dimostrato sensibilità in ogni situazione. Se i club chiudono i bilanci in rosso non è colpa dei giocatori. Spero che questo momento serva per ridimensionare costi e spese folli che si fanno nel calcio. Mi auguro sia l'anno zero, che dopo il coronavirus si torni a un calcio di 40/50 anni fa puntando di nuovo sui nostri settori giovanili".

Secondo lei quale può essere la soluzione più giusta per riprendere il campionato?
"Giocare anche in estate, facendo continuare il campionato anche a luglio e agosto. La stagione 2019/20 deve finire entro il 30 agosto, se si gioca ogni tre giorni si può fare tranquillamente: ci sono rose da 30 giocatori, non vedo quale sia il problema. La priorità deve essere la salute delle persone, non i bilanci".

Le è mai capitato un contesto simile a quello attuale?
"Ho vissuto lo scandalo scommesse nel 1980, ma in quel caso il calcio non si è fermato. Siamo andati in B con il Milan, io giocavo il sabato con la Nazionale e la domenica in campionato. Una volta ho giocato un Grecia-Italia ad Atene alle 18, gara di qualificazione al Mondiale '82, alle 22 ho preso un aereo col quale sono arrivato a Milano a mezzanotte, e alle 14.30 del giorno dopo ero di nuovo in campo a San Siro".

Collovati a CM: 'Troppo egoismo nel calcio, ripartiamo da zero. Quella frase sulle donne? Molti ci hanno marciato'

Come ha vissuto lo scandalo delle scommesse?
"Sportivamente è stato un duro colpo sapere che in squadra c'erano compagni che scommettevano, non avevo mai avuto nessun sospetto durante la stagione. Nella testa ho ancora l'immagine del fischio finale di Milan-Torino con una camionetta della Guardia di Finanza a bordo campo che portava via alcuni compagni. Ero allibito". 

Il ricordo più bello del Mondiale '82?
"L'uscita dal Bernabeu dopo tutti i festeggiamenti. Io e Bearzot siamo stati gli ultimi a lasciare lo stadio, gli dissi che per lui era una rivincita verso chi l'aveva sottovalutato; mi rispose che non ne cercava e voleva mantenere un profilo basso. Questa frase la dice lunga sullo spessore dell'uomo. Quello stadio lo sento mio: nel 2010 ci sono ritornato per commentare la vittoria dell'Inter di Mourinho nella finale di Champions contro il Bayern, dal campo ho visto lo stadio pieno e mi sono tornati alla mente i momenti della vittoria mondiale". 

Il compagno più forte col quale ha giocato?
"Ce ne sono stati tanti, ma dico Rivera. Era il numero 10 per eccellenza, ogni domenica aveva un avversario che lo marcava a uomo per 90' ma riusciva sempre a fare qualche magia".

L'amico di sempre nel mondo del calcio?
"L'amico d'infanzia è Giovanni Lorini, che ha giocato con me nelle giovanili del Milan. Con i compagni del Mondiale del 1982 abbiamo una chat Whatsapp, il più attivo è Spillo Altobelli: lavora per Al Jazeera, e quando va a Doha sente la nostalgia e inizia a scrivere. Spesso ci manda anche foto delle spiagge del Qatar per farci arrabbiare".

Da Rocco a Papa Giovanni Paolo II, nella sua carriera ha conosciuto tanti personaggi importanti. Qual è stato l'incontro che l'ha emozionata di più?
"Sicuramente quello con l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. E' una persona semplice, umana. Una volta siamo andati a mangiare al Quirinale, durante il pranzo lui mi disse di mangiare di più perché mi vedeva troppo magro. Si preoccupava come fa un padre col figlio".

Collovati a CM: 'Troppo egoismo nel calcio, ripartiamo da zero. Quella frase sulle donne? Molti ci hanno marciato'

Sul nostro sito stiamo facendo il sondaggio "L'Italiano del millennio". Chi è secondo lei?
"Non posso non scegliere un protagonista della vittoria del Mondiale 2006. Potrebbe essere Buffon anche per quello che ha rappresentato per la Juve, ma da ex difensore dico... Francesco Totti".

Chi è il Collovati del calcio moderno?
"Difficile dirlo, ora si gioca in un modo completamente diverso. Uno che mi assomiglia può essere Alessio Romagnoli del Milan, anche se io sono destro e lui mancino. Però deve ancora migliorare un po' ".

Un anno fa, riferendosi alle donne del calcio aveva detto "non possono parlare di tattica, quando sento che lo fanno mi si rivolta lo stomaco" ed è scoppiata la polemica. Si aspettava di alzare tutto questo polverone?
"Assolutamente no. Mi sono reso conto di quello che stava succedendo solo due o tre giorni dopo quelle parole, quando ero diventato il personaggio più ricercato del web. Su quell'episodio ci hanno marciato in molti; il significato di quei termini, forse anche sbagliati, ha fatto parlare molte gente a sproposito. In un contesto goliardico come quello, una battuta poteva starci. Ma nessuno ha preso in considerazione questa cosa. Tra l'altro, io sono stato anche uno dei primi a dare il calcio d'inizio a una gara della Nazionale femminile dopo il Mondiale del 1982".

@francGuerrieri

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