
Come può giocare il Milan con Sarri: modulo, interpreti giusti e quel diktat estivo da rilanciare
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SARRI E’ UN’IDEA – Come vi abbiamo raccontato nella giornata di ieri, il Milan continua a considerare Maurizio Sarri come un’idea viva da tenere in forte considerazione per la panchina rossonera targata 2025/26. Sarri corrisponde a quell’identikit da italiano, vincente e conoscitore del nostro calcio che il gruppo di lavoro meneghino sta cercando per il Milan che verrà. Un’opzione da mantenere monitorata: l’ex Lazio attende solo una chiamata per ripartire a puntare in alto con una società che necessariamente vuole tornare a competere per gli obiettivi che contano.
COME GIOCA – L’allenatore - svincolato dallo scorso 14 marzo 2024, quando Claudio Lotito accettò le sue dimissioni interrompendo il contratto in essere e in scadenza al 30 giugno 2025 con il club biancoceleste – dicevamo, è fra i profili monitorati dal Milan per la prossima annata. Ma come potrebbe giocare un Milan targato Sarri?
MODULO -Sarri ha utilizzato diverse strutture di modulo nel corso della sua carriera professionistica: dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2, sino ad arrivare a collaudare definitivamente quel 4-3-3 standard che gli ha permesso di allenare ad alti livelli. Sarri gioca con un 4-3-3 con terzini alti, un vertice basso che permetta di costruire gioco e dei tornanti offensivi che siano dotati di grande tecnica e abilità nel saltare l’uomo e creare la superiorità numerica. Il tecnico ex Juventus è un "giochista" (passateci questo termine), ama delle trame ricche di tocchi, di dialogo veloce dei reparti, è un tecnico a cui piace avere il pallino del gioco e del possesso palla con un baricentro molto avanzato. I reparti – poi - devono essere stretti e corti, così da chiudere ogni possibile linea.

CREDO CALCISTICO – Il suo patentato “Sarrismo” è unico nel suo genere: costruzione dal basso grazie al mediano che accorcia a creare gioco, fraseggi stretti, veloci, di prima anche, per creare subito superiorità numerica grazie alle mezzale e ai terzini e imbucate in profondità verso gli esterni e le punte. Sarri adora chi riesce a creare spazi vuoti nelle retroguardie avversarie in cui concludere la propria manovra: il suo gioco è prettamente verticale. Parte dal mediano e arriva al centravanti, pronto a fare da boa per gli inserimenti dei suoi compagni, senza dimenticare di finalizzare l’azione.
PRO E CONTRO – E per una fase di possesso così dinamica, c’è un grande movimento in transizione negativa caratterizzato da pressing sostenuto e avanzato sin dalla ripartenza dei rivali. Un 1vs1 a tutto campo nella zona difensiva avversaria che, in caso di superamento della prima fase di pressing alto, prevede una grande densità in mezzo al campo (per recuperare la sfera e passare immediatamente al contropiede) con un’attenzione maniacale ai meccanismi difensivi e con qualche spazio in più concesso sugli esterni. È chiaro, dunque, che se la manovra avvolgente e il gioco dominante e rapido di Sarri siano dei pregi di assoluto valore, ma il rischio più alto è che lo sviluppo risulti lento in avvio permettendo così a chiunque affronti una squadra di Sarri di ricomporsi e chiudere i varchi. Inoltre, la filosofia di Sarri richiede tempo per essere assimilata: ci vuole fiducia per far rendere al meglio queste caratteristiche.
LA ROSA – Dunque, chi può risultare importante in un ipotetico futuro con Sarri? Partiamo da una base importante: il Milan è costruito per giocare con il 4-3-3, un modulo che può variare negli interpreti e nella modalità di posizionamento degli uomini. L’idea, sin dall’inizio della scorsa estate da parte di tutti i membri della dirigenza rossonera, è quella di dominare il gioco e proporre un calcio offensivo, spumeggiante. Sarri risulterebbe il tecnico perfetto per giocare per vincere. Ma chi giocherebbe? Maignan sarebbe insostituibile per la sua qualità sia fra i pali che palla al piede e comanderebbe una difesa tipo che non potrebbe prescindere dal metodismo e dall’attenzione di Gabbia e dalla velocità e dal dinamismo in marcatura di Tomori. Sulle fasce, Jimenez e Theo Hernandez sarebbero i due terzini alti di spinta pronti a sprintare per 90’, sovrapponendosi alle grandi qualità offensive di Pulisic e Leao che troverebbero pane per i propri denti a farsi allenare da Sarri. In mezzo al campo, Reijnders agirebbe sia come interprete in regia che primo incursore offensivo, così come verrebbero rilanciate le caratteristiche fisiche di Loftus-Cheek (già allenato da Sarri). Fofana, invece, sarebbe la diga che darebbe equilibrio a tutta la manovra. E davanti chi sarebbe il 9? Gimenez, per abilità e investimento economico, vedrebbe scontata la sua presenza dal 1’. Guardando, in ogni caso, la rosa meneghina, anche giocatori come Walker, Bondo, Zeroli (di ritorno dal prestito al Monza), Sottil, Okafor (che tornerà da Napoli), Adli (il cui destino alla Fiorentina verrà svelato nelle prossime settimane), Saelemakers (ci saranno dei contatti con la Roma per comprendere il suo futuro), Abraham e Camarda si giocherebbero le proprie chance con Sarri alla guida del club di Via Aldo Rossi. Ma sarà proprio Sarri il prossimo allenatore del Milan? Il tempo ci darà la risposta.
LA POSSIBILE FORMAZIONE TIPO (4-3-3): Maignan; Jimenez, Tomori, Gabbia, Theo Hernandez; Reijnders, Fofana, Loftus-Cheek; Leao, Gimenez, Pulisic.
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