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Conference League, la Fiorentina punta anche al sorpasso sugli incassi. Ma il West Ham resta di un altro pianeta

Conference League, la Fiorentina punta anche al sorpasso sugli incassi. Ma il West Ham resta di un altro pianeta

  • Marcel Vulpis
    Marcel Vulpis
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Mercoledì 7 giugno, all’interno dell’Eden Arena di Praga, si disputerà la seconda edizione della Conference League, la più giovane delle tre competizioni per club europei a marchio UEFA. In campo scenderanno la Fiorentina di mister Vincenzo Italiano e il West Ham United guidato dal 60enne allenatore scozzese David Moyes. 

I viola, dopo essere arrivati secondi dietro ai turchi del Başakşehi (nel gruppo “A”), hanno superato tutti i turni successivi: nei 16imi (spareggi playoff) il Braga, negli ottavi il Sivasspor, nei quarti il Lech Poznan e, in semifinale, il pericoloso Basilea. Il club toscano, fino ad oggi, ha sfondato il tetto degli 12 milioni di euro di ricavi (inclusi i 2,16 milioni di euro generati per le 4 vittorie e il pareggio conquistati nella prima fase del torneo). Ai dati in esame bisogna aggiungere anche gli incassi della biglietteria. Solo negli ultimi due match interni la Fiorentina ha incassato rispettivamente 334mila e 809mila euro (con più di 20mila e 34mila spettatori all’Artemio Franchi di Firenze). L’ingresso nella fase a gironi vale circa 3 milioni di euro (senza dimenticare il bonus da 1,3 milioni per il ranking storico della società). Poi altri 300mila per gli spareggi playoff e 600mila per gli ottavi. Ulteriori 6 milioni di euro arriveranno se consideriamo il premio qualificazione per i quarti (1 milione), quello per le semifinali (2 milioni) e infine quello per l’ingresso in finale (3 milioni).

Chi alzerà il trofeo, sul rettangolo di gioco dell’Eden Arena, infine, incasserà altri 2 milioni di euro. 

Gli Hammers, grazie a 6 vittorie su altrettante gare, nella fase a gironi (solo il Gent ha strappato al club inglese un pareggio nei quarti), arrivano alla finale, con in dote più di 13,5 milioni di euro. Se si analizzano i valori economici dei due club il West Ham United (14° nella classifica di Premiership) è, ormai ,una vera e propria potenza: oltre 301 milioni di euro di fatturato (nel 2021/22) e 15° posto nella classifica Deloitte “Football Money League.” Più di 193 milioni (il 58% del business totale) arrivano dai diritti tv, 59 milioni dai ricavi commerciali (28%) e 49 milioni dal botteghino (14%). Nel 2018 la società inglese fatturava 198 milioni, oggi è a soli 7 milioni di euro dal valore della produzione dell’Inter (308 milioni nel 2022 - 14° posto nel report Deloitte) e davanti al Milan (265 milioni di euro).  

La Fiorentina (9a, in questa stagione, nella classifica provvisoria di Serie A) ha chiuso il bilancio, al 30 giugno 2022, con un utile pari a 46,8 milioni di euro (in controtendenza rispetto alla perdita al 30 giugno 2021, pari a 10,3 milioni), ma è ancora lontana dalla top20 dell’indagine Deloitte. In totale, però, il valore della produzione dei viola ha superato i 233,2 milioni (stagione 2021/22). Un risultato in crescita rispetto ai 160,6 milioni del 2019/20, a conferma, tra l’altro, della bontà del progetto “targato” Rocco Commisso (patron della Fiorentina). 

Sotto il profilo commerciale gli Hammers si affidano a tre sponsor di maglia (Umbro, Betway e Scope Markets) per un totale di 17 partner (tra questi marchi del calibro di Heineken, Acronis, Lyca Mobile, UFL e Monster energy). Solo Betway, main sponsor della divisa, vale 11,4 milioni di euro a stagione (7° contratto, nella Premiership, per valore economico). 

La Fiorentina risponde con Mediacom (2° contratto della Serie A dopo la rottura dell’Inter con Digitalbits), che investe 25 milioni di euro annui. Per un totale di 11 top partner incluso lo sponsor tecnico Robe di Kappa, Estra, XTrend, Sammontana e OlybetTv. 

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