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  • Conte: 'Champions? Bisogna svegliarsi'

    Conte: 'Champions? Bisogna svegliarsi'

    Ogni partita una battaglia, e "in battaglia si va per vincere senza guardare in faccia a nessuno: quando vai in battaglia non ci sono né simpatie né antipatie". Così Antonio Conte parla della sua immagine di vincente e antipatico, in una lunga intervista a Donatella Scarnati di RaiSport che andrà in onda stasera al Tg1 delle 20, e in versione integrale domani a RaiSport1 alle 8. "Bisogna distinguere l'Antonio privato, dal professionista - sono le parole riprese dal corsport - chi mi conosce sa che mi piace la compagnia. Mi piace ridere, scherzare e ballare la "pizzica" anche se è difficile e prima di rovinarmi la voce urlando in panchina cantavo pure. Ma l'Antonio professionista vuole l'eccellenza".

    MENTALITA' VINCENTE - Conte continua: "La sensazione della vittoria mi dà benessere fisico. Se perdo per un paio di giorni fatico a relazionarmi: è un dolore profondo,io dico sempre che nella mia carriera ho vinto tanto, ma ho anche perso...finali importanti che hanno lasciato dentro di me una ferita profonda, cerco di far capire ai miei giocatori la differenza tra vincere e non vincere. Deve essere chiaro, non è che se non vinci comunque poi vincerai la prossima volta. Nella vita privata sono una persona molto tranquilla, mi dedico alla famiglia e alla bimba. Sul lavoro sono esigente con me stesso e questo mi permette di chiedere tanto ai miei calciatori e anche ai tifosi. Sono due persone distinte che amo entrambe. Certo - aggiunge - chi vince non suscita mai simpatia. La Juventus dopo il 2006 era tornata simpatica poi è diventata di nuovo antipatica...Chi non vince suscita simpatia,una pacca sulla spalle...a chi vince vorresti dare dei cazzotti. Quando vinci cercano in tutti i modi di buttarti giù dalla vetta della montagna e perciò devi essere preparato ed è per questo che è difficile vincere".

    NULLA DI PERSONALE -  Sulle polemiche di stagione con Garcia e Benitez, ammette: "Fa parte del gioco, della strategia, a volte dispiace perché viene strumentalizzata ad arte. La comunicazione è fondamentale: riesci a difendere la squadra, a mettere pressione e scaricare sugli altri la pressione che viene messa su di te. Bisogna vedere chi ha la forza di sopportare. A creare le polemiche sono bravi tutti,bisogna vedere poi chi ha i nervi più saldi. In quella situazione si vede chi è fuoriclasse o meno". Ancelotti, Guardiola e Mourinho e Ancelotti i suoi tecnici preferiti; per lo slogan, tutto da copione: "Chi vince fa la storia, gli altri al massimo la possono leggere".

    CHAMPIONS - Bisogna sognare le cose prima di realizzarle: John Elkann definisce così il traguardo Champions per la Juventus. Conte dice la sua: "Di Champions mi auguro di vincerne tante, ho una carriera davanti. Ho un percorso da fare. Ci stiamo lavorando. Sognare...l'importante è svegliarsi e vedere la realtà: bisogna stare tutti sul pezzo e capire che vincere non è facile". 

    INZAGHI - "Ho avuto il piacere di giocare con Inzaghi, ma anche lui ha avuto il piacere di giocare con me: io correvo tanto per lui e lui segnava. Fare l'allenatore è semplice: fare il calciatore è una cosa, fare l'allenatore un'altra. Ha grande entusiasmo, è un perfezionista e conosce l'ambiente come le sue tasche, è un ragazzo preparato, però sappiamo benissimo com'è il calcio...Insomma non è semplice, fare il calciatore è una cosa, fare l'allenatore un'altra. Quando arrivi a fine carriera pensi di essere già allenatore, ma non è così, c'è molta strada da percorrere. Devi gestire ex compagni come è capitato a me con Buffon e Del Piero e non è semplice. Devi studiare psicologia. Gli auguro il meglio, tranne però quando gioca contro la Juventus". 

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