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  • Conte, il piano B è già finito: col Napoli sarà ancora 3-5-2 a mille all'ora. Anche Gattuso è da scudetto, ma vince l'Inter

    Conte, il piano B è già finito: col Napoli sarà ancora 3-5-2 a mille all'ora. Anche Gattuso è da scudetto, ma vince l'Inter

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Ci si è soffermati a lungo sul famoso piano B dell’Inter. Antonio Conte l’ha esibito a Cagliari nel momento in cui ha deciso di imprimere un’accelerazione per vincere la partita ed è passato dal 3-5-2 al 4-3-1-2. Ma è stata una situazione contingente, non una modifica strutturale. Perché l’allenatore è convinto che i meccanismi di gioco più conosciuti siano quelli che richiamano una difesa a tre e un centrocampo a cinque e perché alcuni intepreti impiegati domenica (uno su tutti Hakimi), da una parte è troppo offensivo e dall’altra - cosa dirimente - è infortunato e difficilmente potrà recuperare. Ove mai accadesse, farebbe il quinto di centrocampo.

    Se a tutto ciò aggiungiamo che questa sera mancano sia Sanchez che Vidal, è chiaro che l’Inter andrà su binari consueti e conosciuti. Cosa farà allora quella differenza che non si è vista con lo Shakhtar e che, insieme ad altri passaggi a vuoto nel girone, è costata la qualificazione in Champions League?

    Premesso che non reputo lo Shakhtar molto più forte del Cagliari o di una media squadra italiana, per me l’Inter è mancata sul piano dell’intensità, della determinazione o, se volete, della rabbia. Conte non accetta che glielo si dica. Soprattutto non accetta di essere cambiato lui e di trasmettere una minore carica agonistica, però a Cagliari si è colta in tutta la sua pienezza questa diversità di atteggiamento.

    Sotto di un gol con l’unico tiro in porta degli avversari, l’Inter ha comandato il gioco e creato occasioni senza riuscire a centrare il bersaglio anche quando lo avrebbe ampiamente meritato. Cragno, portiere del Cagliari, è stato bravissimo (tranne che in occasione del gol di D’Ambrosio) ad opporsi a tutti i tentativi, ma non basta la grande giornata di un portiere a giustificare i gol sbagliati. Il problema, anche quando si conclude a rete, è la bassa intensità di chi tira. 
     
     

    Infatti, l’ultima mezz’ora, durante la quale l’Inter ha rinchiuso il Cagliari nella propria metacampo, non è cambiato solo il modo di attaccare (tre punte anziché due), ma sono cambiati il ritmo, il metodo e la foga. Checché ne dica Antonio, l’Inter abbina a grandi qualità tecniche e fisiche uno spirito battagliero che ha pochi eguali. Quando si affievolisce o manca del tutto, la squadra diventa normale e Conte ha tutto il diritto di dire che non è eccezionale.

    Perciò contro il Napoli mi aspetto un’Inter con il 3-5-2, ma che vada a mille allora. Non giocherà Eriksen, ma rientrerà Gagliardini, mentre Brozovic farà il centrale con Barella sul centro destra. Dietro e davanti i soliti tre (Skriniar, de Vrij e Bastoni) e i soliti due (Lautaro e Lukaku).

    Gattuso schiererà il Napoli con l’ormai collaudato 4-2-3-1. In assenza di Osimhen, la prima punta dovrebbe essere Mertens, sostenuto dal trio formato da Insigne, Zielinski (grande equilibratore tra centrocampo e attacco) e Lozano. Il messicano è in grande forma e, secondo me, partità dall’inizio. 

    Chi sta davanti a Inter e Napoli e chi sta dietro, si augura il pareggio che toglierebbe punti ad entrambi, ma sono propenso a credere che un vincitore ci sarà. Troppe volte mi sono fidato dell’Inter (l’ultima prima della partita con lo Shakhtar) per darne per certo il successo. Tuttavia coerenza impone che, se ho sostenuto e sostengo la conquista dello scudetto da parte della squadra di Antonio Conte, io propenda per lui. 

    Sarà una partita bellissima e con gol perché Inter e Napoli sono due avversarie che giocano e non si riparmiano, perché sanno che lo scudetto è alla portata di entrambe e perché Conte e Gattuso si somigliano per la serietà nel lavoro e per la varietà delle idee. Certo uno ha già vinto tanto e ha voglia di farlo ancora a Milano. L’altro, pur avendo conquistato l’anno scorso la Coppa Italia, si aspetta un salto di qualità. L’esame, in questo senso, è ad alta difficoltà per entrambi.   

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