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  • Corini, c'è il Napoli:|'Non firmo per il pareggio'

    Corini, c'è il Napoli:|'Non firmo per il pareggio'

     

    Vedi Napoli e poi - eventualmente - muori. Ma prima ci provi. Anche a vincerla. Eugenio Corini si traveste da  capitano senza paura. Pochi calcoli e l'idea di poter osare. Convinto che la difesa a oltranza, su un campo infido come quello del San Paolo, potrebbe ritorcersi contro il suo Chievo. La pioggerella di Peschiera non annacqua  buoni propositi.  Piuttosto nutre «coraggio e personalità», le doti che il tecnico del Chievo chiede ai suoi di esibire domani sera contro l'undici di Mazzarri. «Big match? Per noi  sono tutti  big match», sorride il Genio. «Una partita di serie A è sempre difficile, visti i nostri obiettivi. Sia che affrontiamo una grande che una nostra concorrente. Certo il Napoli è la squadra che può competere con la Juve per lo scudetto. Conosciamo il valore del Napoli e non dimentichiamo che viene da due sconfitte, una in campionato e l'altra in coppa. Di conseguenza ci aspettiamo una squadra concentrata e motivata che vuol riprendere alla svelta il suo cammino».
     
    Come sta il Chievo, a livello fisico e psicologico?
    «Devo dire che il lavoro settimanale è stato svolto molto bene. Ogni giorno che passa possiamo aggiungere i nostri concetti e lavorare in maniera più appropriata. Ho già visto progressi contro la Fiorentina. Mi aspetto nuovi passi avanti a Napoli».
     
    Sarà dura però...
    «Ce la giochiamo in uno stadio importante, con una tifoseria che aiuta molto la propria squadra. Ci vorranno coraggio e personalità».
     
    È sbagliato sostenere che, vista la forza dell'avversario, il Chievo ha il vantaggio di non avere nulla da perdere?
    «È sbagliato. Per me un concetto fondamentale, che io ripeto sempre ai ragazzi, è che ogni partita vale dei punti. Possiamo giocare anche contro la squadra più forte ma io in partenza non lascio niente. Il concetto che "tutto quello che viene è buono" non fa parte della mia filosofia. Giochiamoci la partita e poi vediamo quel che riusciamo a portare a casa».
     
    Allora non avete fatto programmi sul tour de force Napoli-Pescara-Milan? Se le garantissero cinque punti nelle prossime tre la firma non ce la metterebbe?
    «È sempre brutto farlo. In assoluto potrebbe anche andarmi bene ma non mi va di dirlo. È normale che sulle tre gare in sei giorni qualche ragionamento lo si può fare. Però intanto partiamo con l'idea di fare punti a Napoli e poi tireremo le somme».
     
    Mazzarri dice di temere molto la gara col Chievo, invidiando a Corini di aver avuto un'intera settimana per prepararla...
    «Lui ha avuto anni di lavoro per preparare il Napoli. Da questo punto di vista i vantaggi ce li ha l'allenatore del Napoli, che oltretutto è bravissimo, preparatissimo ed è da qualche anno che lavora su una certa fisionomia di gioco e ha già dato una bella impronta alla sua squadra. Ottenendo anche risultati importanti».
     
    Quindi nessuna situazione di favore per voi.
    «No, anche perché in coppa molti titolari hanno riposato e io mi aspetto un Napoli fresco e motivatissimo».
     
    Cosa c'è da temere di più del Napoli. Proprio la voglia di riscatto o altro?
    «Temo il valore assoluto di una squadra che negli anni si è consolidata e ha giocatori forti a livello mondiale. Da Cavani a Pandev a Hamsik. Cui hanno aggiunto altri elementi di qualità. Il Napoli, anche quando è in difficoltà, può contrattaccare con forza, tecnica, velocità. E quando lo fai a Napoli, col sostegno del pubblico, diventa ancora più dura per gli altri. Per noi sarà un bel test, probante».
     
    Quindi che tipo di gara chiederà di fare al suo Chievo?
    «Sappiamo che dobbiamo limitare il Napoli nella nostra fase di non possesso. Pensando sempre di poter ripartire. Personalità e coraggio stanno in questo. Se pensiamo di poter fare solo una partita d'attesa è più facile che il Napoli trovi il gol. Se invece pensiamo di poter ripartire li faremo stancare. Anche loro dovranno correrci dietro. E saranno meno lucidi quando attaccheranno».
     
    Il tridente sembra ormai un punto fermo del nuovo Chievo: adesso che è tornato Pellissier chi gli farà spazio là davanti?
    «Io tengo tutti sulla corda. Tutti devono sentirsi partecipi. L'ho già detto: il compito mio e dello staff è di allenare tutti al massimo. Magari potremmo cambiare qualcosa dal punto di vista tattico. Abbiamo tante idee in mente, tante soluzioni».
     
    Cambiamenti in corsa o già dal primo minuto?
    «Anche dall'inizio, perché no? Vediamo, valutiamo».
     
    Pensa al trequartista?
    «Non mi sbilancio troppo. Però qualche novità può essere opportuna. Vedremo».

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