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  • Coronavirus, dott. Ascierto: 'Serie A in campo a giugno! Non cambio fede, ma i napoletani...'

    Coronavirus, dott. Ascierto: 'Serie A in campo a giugno! Non cambio fede, ma i napoletani...'

    Durante la trasmissione radiofonica Punto Nuovo Show ai microfoni di Radio Punto Nuovo è intervenuto il medico oncologo dell'ospedale Pascale di Napoli, Paolo Ascierto. Questo un estratto della sua analisi:

    CONDIZIONI E TAMPONI - "Se i giocatori vengono tamponati ogni settimana – così so se c'è una persona infetta e la isolo – considerando che non c'è distanziamento fisico, le possibilità di contagio sono minori. In queste condizioni si può pensare che – con numeri ancora più bassi – si può riaprire il calcio a porte chiuse. Ci vuole grande organizzazione, se è fattibile o meno dipende da come si metterà il virus, ma da qui si può ripartire. Se i calciatori non vengono messi in sicurezza e con loro tutti gli operatori, non ci sono le condizioni".

    LA SERIE A - "Riprendere? Per poter avere un quadro completo bisogna far fede ai numeri in un determinato momento. È impossibile fare previsioni per settembre, è come giocare numeri a lotto. È un virus apparso a metà dicembre di cui si conosce molto poco. Detto ciò, è ovvio che se andiamo verso una riduzione importante dei contagi e quindi una diffusione limitata del virus, fermo restando che bisogna far attenzione, possiamo immaginare di riprendere a giugno. È chiaro che se per metà maggio c'è un ritorno dei contagi, allora non è saggio. Quello che facciamo noi come operatori sanitari è fare tamponi, controlli sierologici, uno dei focolai più importanti sono stati gli ospedali perché inizialmente medici ed operatori non venivano controllati e divenivano loro stessi sorgenti di infezione. Se c'è un positivo, viene immediatamente isolato, così accade nel calcio. Qualora dovesse accadere, bisognerebbe fare uno screening di tutti coloro sono stati a contatto con quel calciatore, ma questo è quello con cui dobbiamo convivere".

    CALCIO NAPOLI- "Credo che la rivalità sportiva sia giusta, l'odio no. Uno non cambia la fede, ma non posso avere il cuore aperto per i tifosi napoletani che hanno dimostrato grande amore per noi".

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